Coop e industriali? Fidanzati
Sfida sul Po e aree militari
Ottimi numeri per il Gruppo Cooperativo Piacenza 74 e Val d'Arda: il bilancio è stato votato all'unanimità dall'assemblea riunita ieri al castello di Rivalta. Ivano Bertani, presidente della Val d'Arda, enumera i molti cantieri non solo a Piacenza, ma nel Sud Italia, a Napoli in project financing, presto anche a Parma. Il 2006 promette bene e Bertani candida una cordata tutta piacentina sul costruendo palazzo degli uffici comunali e la riconversione delle aree militari. C'è voglia di guardar lontano. Di ridisegnare la città nel suo sbocco al Po. Bella l'idea di fare dei chiostri di San Sisto la Santa Giulia piacentina, quella Santa Giulia che è cuore culturale ed espositivo di una Brescia rinata intorno ad un prodigioso recupero urbano. Presto Piacenza riaprirà anche le porte dell'Arsenale, un'area formidabile per rigenerare la città: ne parla di fronte ai delegati Fabio Salotti, presidente della Piacenza '74, che si interroga sui recenti dati camerali, su una Piacenza fanalino di coda in regione, mentre il Lodigiano ha il vento in poppa. Salotti ha idee chiare: non si deve rinunciare ai grandi filoni dei fondi strutturali europei, a costruire buoni progetti. A fianco dei presidenti: Maria Pia Schiavi, presidente dei sindaci del gruppo, Renato Bragoli, direttore tecnico della Val d'Arda, Antonino Bussandri, "regista" della giornata, Simona Casella, che parla della solidità del gruppo in vista di Basilea 2. E' anche il giorno del ricordo. Vengono commemorati soci d'altri tempi: Luigi Toscani e Giovanni Bella, consiglieri e vice-presidenti della cooperazione. Il sindacalista Cisl Renato Biasetton, già consigliere della Piacenza 74, è ricordato da Gianfranco Dragoni. A portare i saluti dell'assemblea nazionale delle cooperative di abitanti, il presidente Euplio Iula.
C'è una città da ripensare, adagiata fra il Po e le aree militari. Ci sono fondi europei da catturare con progetti ben fatti. C'è un'intesa evidente, pur nel rispetto delle differenze, con il mondo imprenditoriale. Si direbbe che la cooperazione piacentina non abbia mai vissuto condizioni tanto favorevoli per crescere. Forse quello che ci si aspetta oggi è un pari dinamismo da parte di un mondo istituzionale che ha tempi più lenti, percorsi più tortuosi e si spera che i progetti strategici condivisi non siano messi in discussione ad ogni cambio di amministrazione. E' il clima dell'assemblea congiunta del Gruppo cooperativo Piacenza 74 e Val d'Arda al castello di Rivalta, un gigante di 3mila soci, con un patrimonio netto di 22 milioni di euro e oltre 2 milioni di utili nel 2005: grande capacità di costruire e di commercializzare case, supermercati ed altro, ma senza perdere di vista la dimensione della bellezza urbana, della compartecipazione sociale e ambientale come ricordano le "zolle" fiorite di papavero, achillea e parietaria degli artisti piemontesi Andrea Caretto e Raffaella Spagna, vere architetture viventi esposte qua e là nella foresteria del castello a risvegliare sintonie con la terra, fratellanze istintive con la natura. Nei discorsi si parla di una visione complessiva del territorio improntata a mete forti e comuni, al «volare alto», al pensare in anticipo alle cose. Un esempio? L'opportunità di avere, a suo tempo, un secondo ponte di Po coincidente con quello dell'Alta Velocità: oggi scopriamo, dopo vent'anni, che i ponti ci vogliono e che l'Anas non ha soldi. E viene evocata da Fabio Salotti (presidente della Piacenza 74), la grande visione della Baia di San Sisto, il recupero dell'area nord della città. Sul fiume Po non si tira certo indietro Mario Luigi Bruschini, assessore regionale alla Difesa del suolo. «Mi impegno pienamente sul fiume» dirà, e non solo sulla difesa spondale, ma su progetti che lo vedano al centro delle politiche regionali. I piacentini però sono freddini con un fiume che non attraversa la città, ma la lambisce ai margini, ammette con realismo l'assessore comunale ai Lavori Pubblici, Ignazio Brambati, che parla di una Piacenza sotto i centomila abitanti ma il cui piano regolatore è tarato su 115mila, una città appesantita da un mercato degli affitti troppo caro. Mille domande al Comune per i sussidi al canone e 1.200 richieste di alloggi popolari a fronte di una disponibilità di 30-60 case sono una sfida. Polemico l'assessore provinciale Pietro Tansini (Bilancio) che elenca i tanti progetti in cui altre città, Parma in testa, riescono a convogliare fondi, mentre Piacenza accampa atteggiamenti da «nobiltà decaduta», si chiude in se stessa. E qui c'è una «nostra responsabilità», sostiene, minor bravura. Eclatante il fatto che nell'unico progetto viabilistico regionale le vie pedemontana e cispadana si fermino a Parma. Carlo Capelli, sindaco di Castelsangiovanni, preferisce insistere sulle politiche per l'abitare («non si può costruire case a prezzi astronomici, devono essere alla portata di tutti»). Mentre Ferdinando Fanchiotti, assessore ai Lavori Pubblici di Casalpusterlengo, parla dell'attenzione del suo Comune alla sostenibilità ambientale e viabilistica e Carla Danani, assessore all'Urbanistica del Comune di Fiorenzuola, riferisce di Terre Traverse, il progetto finanziato dalla Ue che lega realtà provinciali e internazionali in un circolo virtuoso per la crescita economica e la sostenibilità ambientale. Tra il pubblico: Guido Ramonda, presidente di Tecnoborgo, Franco Benaglia, il sindaco di Fiorenzuola Flavio Antelmi, Augusto Ridella di Banca Farnese e Giuseppe Porcari, presidente della coop Ceap (che guarda con attenzione ad alleanze con il Gruppo Cooperativo). Assente giustificato, l'onorevole Maurizio Migliavacca, impegnato sulla formazione del Governo. Patrizia Soffientini, Libertà del 14 maggio 2006
Giglio: addio Cenerentola
L'impressione di una Piacenza Cenerentola, come esce dai dati Unioncamere e Istituto Tagliacarne sul 2004, lascia un retrogusto amaro. Ci penserà Sergio Giglio, presidente di Confindustria Piacenza, arrivato in veste informale all'assise del Gruppo Cooperativo, a dissipare questo sapore. «Piacenza fanalino di coda? Non nella sanità. Diciamolo ancora una volta che in questi anni sono stati investiti 30 milioni di euro in tecnologie avanzate! La situazione è cambiata». In quanto al versante imprenditoriale, il «disfattismo» non serve. L'ottimismo della volontà consiglia di guardare avanti. C'è compatibilità nel libero mercato fra imprese pur diverse e si stanno «mettendo a frutto» iniziative trasversali che vedono in sintonia Confindustria e il mondo della cooperazione. Ci sono pure sogni comuni: la metro fra Piacenza e Milano, i bus a cielo aperto che viaggiano sulle nostre colline e capacità progettuali come il far accasare a Piacenza le lobby internazionali che ruotano intorno all'Authority alimentare parmense. Piace a Giglio quanto a Salotti l'idea di vedere una nuova piazza piacentina, quella del terzo millennio, nell'area del castello farnesiano nell'ex Arsenale, e forse si pensa a progetti sulle aree militari. Il presidente degli industriali cita gli ottimi rapporti con la cooperazione in senso generale: dall'associazione temporanea d'impresa sui parcheggi, alla Cremona-Mantova. Facile trovare punti di incontro. Giglio guarda poi al concreto: al ponte di Trebbia che avremo entro l'anno, alle potenzialità per far raddoppiare il peso del turismo, ma pure all'assoluta necessità di sostenere il manifatturiero, intanto si torna ad esportare in modo pesante (più 18%) e neppure l'occupazione cede se l'80% dei contratti secondo la legge Biagi diventano nell'industria a tempo indeterminato. Giglio, dice di voler lasciare un segno entro la fine del suo mandato, un segno per il territorio. «E noi ti daremo una mano» rincalza Fabio Salotti.
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