Presentato il bilancio 2003 (9,6 milioni di euro di erogazioni). Per il 2004 ribadito l'impegno su i
Istruzione universitaria e ricerca scientifica. Sono questi i settori su cui nel 2004 la Fondazione di Piacenza e Vigevano confermerà il suo principale impegno. Come l'anno scorso: «Sono il nostro core business», ha detto ieri il presidente di via Sant'Eufemia, Gian Carlo Mazzocchi, ribadendo una linea avviata negli anni scorsi e “istituzionalizzata” nelle carte statutarie. Lo ha fatto in una conferenza stampa sul bilancio 2003 dell'ente, ma servita anche a gettare lo sguardo in avanti. L'anno in corso vedrà la Fondazione continuare a battere le strade già sperimentate, portandole su piste anche sanitarie. Fra i nuovi progetti ce ne sono due che hanno l'Azienda Usl come interlocutore: la creazione di un centro di ricerca avanzato nella cura dei tumori e l'avvio delle scuole di specializzazione da parte della facoltà di medicina dell'università di Parma. Sullo sfondo l'obiettivo di stringere rapporti con altri atenei dopo il recente innesto del Politecnico di Milano (in aggiunta alla storica presenza della Cattolica), in modo di qualificare sempre di più il polo scientifico piacentino. Per il centro oncologico si guarda all'esperienza dell'ospedale San Matteo di Pavia in un gioco di sponda con Piacenza grazie all'attività di eccellenza che da vari anni ormai contraddistingue il reparto del Polichirurgico guidato da Luigi Cavanna, all'avanguardia nella ricerca e nelle applicazioni sulle cellule staminali. La Fondazione ha già approvato il progetto e per quest'anno ha stanziato 300mila euro di contributo, ma come prima tappa di un impegno pluriennale, ha informato Mazzocchi. Riguardo alla seconda iniziativa, si tratta di aiutare l'Ausl nel processo di avvicinamento alla facoltà di medicina di Parma. Sono pronte a partire due scuole di specializzazione, una per anestesia e rianimazione, l'altra per radio-diagnostica, entrambe centrali per la formazione di medici e infermieri. Via Sant'Eufemia ha sposato la causa e farà la sua parte (l'importo del contributo è ancora da definire). Mazzocchi ha auspicato che l'attività di formazione nei settori sanitari individuati possa far decollare a Piacenza, in prospettiva, anche un'unità di assistenza neurochirurgica che eviti il trasferimento d'urgenza a Parma dei traumatizzati piacentini. Il presidente della Fondazione ha parlato di questi due progetti come esempio virtuoso che andrebbe seguito il più possibile, perché mettono insieme più soggetti, su iniziative importanti e condivise, e dove l'ente di via Sant'Eufemia non è il solo a mettere i soldi. Qui invece, si è lamentato Mazzocchi, «la tendenza è un po' di considerarci come il “bancomat”, un pozzo dove tutti chiedono di poter attingere indiscriminatamente, anche soltanto per finanziare la cena sociale del loro sodalizio». La volontà della Fondazione è, invece, di tenere ai minimi termini la polverizzazione delle erogazioni - anche se un po' di “pioggia” è inevitabile, hanno considerato il presidente e il segretario generale Alessandro Lunati - per concentrarsi su progetti ambiziosi, di ampio respiro e con ricadute sicure sul territorio. Oltretutto, dal punto di vista economico-finanziario l'ente gode di ottima salute. I conti sono andati bene l'anno scorso: 16,05 milioni di euro di risultato economico contro i 13 del 2002, la cifra più alta mai raggiunta, e che ha consentito al patrimonio dell'ente, vicino ai 400 milioni di euro, di recuperare quasi del tutto l'erosione da inflazione (2,70% contro 2,90%). Di 9,66 milioni di euro le erogazioni complessive (anche qui il massimo della serie storica), un valore che supera di oltre il 20% l'importo del 2002. La distinta delle erogazioni tra i vari settori beneficiari, vede il 46% per arte e cultura, il 25% su istruzione e formazione, il 7% su ricerca scientifica e tecnologica, il 10% per l'assistenza anziani, il 3% alla formazione giovanile, il 5% a volontariato e beneficenza, il 4% alla famiglia. Il grosso degli interventi, ben 400 su 441 sono stati di ammontare inferiore ai 25mila euro (344 sotto i 10mila euro), 35 tra i 26mila e i 250mila euro, mentre solo sette hanno superato quella cifra. Difficile sarà nell'anno in corso restare su questi livelli. L'instabilità dei mercati finanziari fa prevedere una riduzione delle erogazioni pari a 1,8 milioni di euro. Per non arretrare sul fronte degli interventi di spesa, hanno sottolineato Lunati e Mazzocchi, la ricetta è una sola: gestire oculatamente il patrimonio, mantenendone innanzitutto il valore reale (non solo nominale) e garantendogli di anno in anno supplementari iniezioni di risorse. Nel 2003 ci si è riusciti, con un rendimento lordo pari al 6,98% e netto del 4,95%.
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