Sembra finalmente essere tornato alla ribalta l'argomento "Hospice per malattie in fase avanzata". Questo argomento cioè sembra essere inserito tra le “priorità” indicate da chi coordina il cosiddetto “Patto per Piacenza”. Il progetto di realizzare questa struttura era stato proposto in maggio dello scorso anno in fase pre-elettorale sia dall’allora candidato Sindaco Roberto Reggi che dalla Lista Civica “Piacenza Nostra insieme per Guidotti”, chiaro segnale di una necessità condivisa al di là degli schieramenti. Anche due medici, già primari del nostro Ospedale, il prof.Ruggerini (UCUPAD) ed il prof.Canaletti (LEGA TUMORI PIACENZA) hanno chiesto piu’ volte che venisse affrontato questo argomento.. Va detto peraltro, che a Piacenza, già da anni, la locale AUSL, in osservanza alla Legge Regionale 29/1994 ed in risposta a quella che sta diventando la piu’ frequente richiesta del malato in fase terminale, ha avviato l'assistenza domiciliare, dapprima con l'attivazione del servizio NODO (Nucleo Operativo Domiciliare Oncologico) poi con l'ADAF (Assistenza Domiciliare Flessibile) ed attualmente con l'ADI (Assistenza Domicilare Integrata) ed il PAI (Piano Assistenza Individuale). Quest’ultimo prevede il concorso sinergico a domicilio del paziente di medico, infermiere ed assistente sociale .
Un buon "Hospice" per la cura dei malati terminali, deve prevedere : - locali adeguati e di facile fruizione ; - rispetto della riservatezza e della privacy; - caratterizzazione "NON ghettizzante" (NON "casa della morte"); - personale medico polispecialistico (terapeuta del dolore, psicologo, oncologo, internista); - personale infermieristico di alta specializzazione ; - personale volontario per l'assistenza alla persona.
Tecnicamente un buon "Hospice" deve poter prevedere la possibilità di effettuare : - degenza (con ricoveri per aggravamenti, puntualizzazioni cliniche, etc.); - day-hospital (per effettuare pluri-accertamenti in giornata ed in unica soluzione); - attività ambulatoriale per la terapia del dolore e delle complicanze ; - corsi di sostegno per le famiglie.
Per la realizzazione di un buon "hospice" si deve cercare l'integrazione tra vari soggetti : - l'AUSL (autorizzazioni, farmaci e materiale sanitario, personale medico ed infermieristico); - i medici di famiglia (coinvolgimento nel progetto e sostegno dello stesso, collaborazione sanitaria; - l'Amministrazione Comunale (reperimento dei locali e finanziamenti adeguati); - il "Privato" (cofinanziamenti, associazioni di volontariato, personale aggiuntivo sanitario).
E' auspicabile che anche la nostra città, come già tante della nostra Regione, possa riuscire a dotarsi nel piu' breve tempo possibile di una struttura sanitaria-caritatevole di questo tipo, e che le sinergie tra i vari soggetti implicati in questo percorso non subiscano improduttive interferenze di natura politico-partitica.
Filiberto Putzu, medico, Consigliere Comunale del Comune di Piacenza
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