di Filiberto Putzu
Oggi seduto ad un tavolino esterno del baretto che dà su Piazza Cavalli, ho osservato (con un certo compiacimento, lo ammetto) una comitiva di attempati turisti che, preceduti da un cicerone nostrano, visitavano la città.
Qualcosa si è mosso, mi son detto,….Piacenza vuol farsi conoscere e se lo merita….probabilmente siamo entrati in un circuito turistico che per ora porta in città visitatori in età di pensione,….. meglio che niente…bene !
Ma mentre osservavo uno di essi che fotografava la sobria facciata di San Francesco, mi è venuto in mente il recente intervento di Gianni Cuminetti che, in merito allo sviluppo della Piacenza che verrà, raccomandava di non perdere il treno di Milano Expo 2015, e nello specifico auspicava la necessità di fare squadra, proponendo la creazione di “un tavolo tecnico disancorato dalla politica, mirato al perseguimento dei migliori risultati nell’interesse della nostra gente”.
Perchè disancorato dalla politica ?? mi son chiesto. Probabilmente perché l’immagine che forse dà la politica piacentina è quella della litigiosità e della difficoltà propositiva. In effetti il ruolo del politico è quello di rappresentare i cittadini che lo hanno votato e le idealità del partito cui appartiene. Quindi è normale che di fronte alla espressione di bisogni ed orientamenti da parte degli elettori, il politico se ne faccia portatore. Tuttavia ritengo che il politico specie se anche amministratore (di maggioranza o minoranza) debba fare uno sforzo di piu’ ampio respiro. Pur non tralasciando il “particulare” dovrebbe cercare di comprendere i punti di forza, le istanze ed i bisogni del suo territorio, prevederne gli sviluppi, e quindi “andando piu’ avanti” ipotizzare i piu’ verosimili scenari futuri e gli obiettivi di sviluppo della propria comunità.
Ecco allora che di fronte a due eccezionali opportunità di sviluppo sociale ed economico che ci verranno offerte sia dal recupero alla città delle aree militari che da Milano Expo 2015, anche il politico (e non solo l’urbanista o l’imprenditore) deve diventare un po’ piu’ “visionario” e lungimirante , cercando di anticipare i tempi con una visione delle cose proiettata in avanti.
Dobbiamo decidere assieme che tipo di nuova città vogliamo, quali vocazioni, potenzialità ed indirizzi di sviluppo possono far uscire la nostra città dal torpore che finora la ha attanagliata. Quando incominciamo a parlare di come “vediamo” la Piacenza che verrà ??
Filiberto Putzu Consigliere Comunale del Comune di Piacenza
Piacenza, 23 aprile 2008
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