Sorride Massimo Trespidi, coordinatore del Popolo della libertà, e si gode la giornata della rimonta diventata praticamente un sorpasso.
Il suo partito si è piazzato al settimo posto tra i risultati raggiunti dal PdL in 46 province del Nord Italia, tra Liguria, Veneto, Trentino, Lombardia, Piemonte e Friuli, ed è primo risultato tra quelli incassati dai pidiellini nelle altre province dell'Emilia-Romagna.
A far sorridere Trespidi c'è anche un altro dato: la coalizione di centrodestra ha vinto sul centrosinistra in 38 Comuni su 48 del Piacentino. Quanto basta a fargli dire che il PdL ha tagliato le gambe al Pd e lo ha fatto proprio nella provincia del leader Pd Pierluigi Bersani, praticamente in casa sua.
Nessuno è profeta in patria. «Io non posso far altro che esprimere tutta la mia soddisfazione, perché il risultato raggiunto in pochi mesi, oggi, è indubbiamente grande - commenta Trespidi -. A Piacenza, il centrodestra ha vinto alla Camera e sfiora la vittoria al Senato. Il nostro risultato è in controtendenza rispetto ai dati nazionali ed è dimostrazione chiara di un radicamento forte del PdL sul territorio: la campagna elettorale è stata difficile, condotta anche in una situazione di precarietà, ma ha messo in evidenza l'entusiasmo e l'impegno di tanti volontari, amministratori e cittadini vicini al partito».
Nessun commento sulla diaspora di Fratelli d'Italia, solo un augurio di buon lavoro. Ognuno per la sua strada, dunque. «Ci sono state scelte diverse, che noi rispettiamo - prosegue Trespidi -. Siamo stati all'interno della nostra coalizione, pur con la consapevolezza di essere ormai due partiti diversi». Forse anche per questa spaccatura, tuttavia, non c'è un parlamentare piacentino di centrodestra, né a Montecitorio, né a palazzo Madama. Ma al Governo, per quanto in una situazione di ingovernabilità, c'è un piacentino che potrebbe anche scegliere, perché no, un ministro piacentino. «La mancanza di parlamentari piacentini di centrodestra in Parlamento è un peccato, un vero peccato - incalza Trespidi -, anche perché sosteniamo che il merito piacentino dovesse essere riconosciuto. Sosteniamo che dovrebbe essere sempre di più la base a scegliere i livelli dirigenziali del partito, a partire dal basso. Non a caso, come nostri candidati, abbiamo scelto anche due sindaci e un assessore, tre amministratori». E Grillo? «Al di là delle analisi che si sprecano, il compito dei partiti ora è quello di essere concreti nei confronti di problemi ancora aperti - dice Trespidi -. Ci vuole autocritica e una forte volontà di sostenere la "politica buona", che c'è nel nostro Paese, e la si trova nei nostri enti locali, troppo a lungo dimenticati». Trespidi, in attesa ancora della decisione da Roma sul nuovo coordinatore del Pdl, ha convocato un direttivo per lunedì - l'appuntamento è da confermare - nella sede del partito di via Ventiquattro Maggio. «Vogliamo ripartire, con l'entusiasmo che ci ha portati a questo risultato» conclude.
Elisa Malacalza LIBERTA' 27/02/2013
«Se ha voluto la bicicletta, allora, pedali. Chiedo al nostro presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di affidare il Governo a Grillo. A criticare sono capaci tutti, vediamo cosa saprà fare. Noi, intanto, a urne chiuse, faremo chiarezza nel partito per capire chi è dentro e chi è fuori, e poi completeremo un processo di rinnovamento già partito». Il sindaco di Caorso, Fabio Callori, si toglie le vesti da candidato al Senato per il PdL ma non frena le parole, e l'entusiasmo. «Ho accettato di candidarmi perché era una sfida difficile ma non impossibile - dice -, e me la sono voluta giocare fino in fondo. Le promesse fatte nella mia campagna elettorale saranno portate comunque al Governo, tramite i nostri rappresentanti. «In campagna elettorale ho avuto l'occasione di incontrare molte persone, di conoscere da vicino i problemi della gente, di raccogliere richieste e suggerimenti e di prendere impegni. Ebbene - commenta Callori - intendo confermare il mio impegno diretto per portare avanti tutte la battaglie in cui ho deciso di impegnarmi, riconfermando così quella che è la vera natura del Pdl, un partito per la gente capace di stare in mezzo alla gente. Molte persone hanno scritto il mio nome sulla scheda, invalidandola, ma questo mi gratifica, perché vuol dire che in tanti hanno creduto in me e li ringrazio». L'unico rammarico l'assenza di parlamentari di centrodestra piacentini. «Anche perché chi rappresenta il centrosinistra - affonda Callori - non rappresenta il nostro territorio».
Soddisfatto del risultato anche il sindaco di Lugagnano, candidato alla Camera, Jonathan Papamarenghi. «Il Pdl piacentino ha superato la media nazionale - sottolinea -. Sapevo che la mia sarebbe stata una candidatura di servizio ma è stata espressione della mia voglia di lavorare per il partito. A giorni, ci riuniremo nel direttivo, dove continueremo a ragionare su come far crescere concretamente il nostro partito, consapevoli delle modifiche e degli sconvolgimenti che ha subito negli ultimi due mesi, compresa la diaspora di Fratelli d'Italia. Dobbiamo metterci pancia a terra a lavorare sui prossimi appuntamenti elettorali, vogliamo un partito forte, rinnovato, vicino al popolo, come ha saputo essere in queste Politiche. I giovani hanno votato Grillo? Un'autocritica va fatta, cercheremo di raggiungere tutti i volti nuovi».
Anche Paolo Bergonzi, candidato alla Camera, si lascia andare a un sorriso di vittoria sulla sua pagina di Facebook. E si toglie qualche sassolino dalle scarpe. «A Pontenure, casa dell'onorevole del Pd, Paola De Micheli, e casa mia, abbiamo vinto alla Camera: forse la mia candidatura di servizio qualche cosa ha portato. Mi sembra che il "giaguaro" non sia stato smacchiato».
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