Abolire e riabolire. Deve trattarsi di una specialità italiana e ora per le Province che, come l'araba fenice, continuano a risorgere dalle loro ceneri, la strada torna ad essere in salita.
Il Consiglio dei ministri ha reagito alla decisione della Consulta, che aveva dichiarato incostituzionale l'abolizione delle Province per decreto legge, licenziando ieri un disegno di legge costituzionale che le cancella abrogando il termine provincia da tutti gli articoli della Costituzione. «Auspico che il Parlamento lo approvi rapidamente» ha detto il premier Enrico Letta.
«La confusione è totale, questo è caos istituzionale» commenta il presidente della Provincia di Piacenza Massimo Trespidi, mentre per Tommaso Foti (Fratelli d'Italia) la scelta del governo è frutto di un "colpo di sole estivo". Plaude al disegno di legge la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Simonetta Saliera. Ma, avverte, «ora c'è bisogno di chiarezza in fretta per prendere le decisioni nella direzione della semplificazione amministrativa».
Favorevole anche il commento di Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria: «Un passo nella direzione giusta della riduzione dei costi della macchina dello Stato».
Sulle barricate l'Unione delle Province. Il presidente dell'Upi, Antonio Saitta, contesta: «Ma davvero il Governo pensa che con un "provvedimento bandiera" che cancella con un tratto di penna la parola Province dalla Costituzione e 150 anni di storia del Paese, si riconquisti la fiducia degli italiani nella politica? Basterebbe uscire dai Palazzi e tornare sui territori per capire che la sfiducia dei cittadini è tutta nell'incapacità di dare risposte sui problemi veri, sulle emergenze sociali, sul dramma della disoccupazione e sulla crisi dell'economia».
Nella stessa direzione il commento di Foti: «Ero e rimango convinto dell'assoluta necessità di una profonda riforma della pubblica amministrazione, da attuare con legge costituzionale. Reputo per questo frutto di un colpo di sole estivo la decisione del governo Letta-Alfano di procedere, per ora, solo alla falsa abolizione delle Province: i costi, infatti, rimarranno gli stessi e la confusione regnerà sovrana. Non ci si può limitare se non per un'azione di bassa demagogia e di scarso effetto pratico - denuncia il rappresentante di Fratelli d'Italia - a fare finta di abolire le Province, sapendo che i servizi da esse svolti dovranno comunque essere assicurati, il personale verrà comunque pagato, e guardandosi bene dall'abolire gli oltre 7000 fra consorzi, ato, enti e società pubbliche, di alti costi e, in molti casi, di poca utilità».
«Questo governo - ribadisce il presidente Trespidi - sta ripetendo gli stessi errori del governo Monti. Dimostra di non avere la minima intenzione di riformare davvero il Paese. Le Province sono un capro espiatorio. Occorre un riforma complessiva di tutto il Titolo V della Costituzione che coinvolga il livello centrale e periferico. Quando sta invece avvenendo in queste ore ci sta dimostrando che siamo nella confusione, nel caos istituzionale. Questo governo avrebbe avuto tutto il tempo necessario per fare una riforma seria. Ha sbagliato strada e metodo».
La vicepresidente della Regione Saliera commenta: «Vorremmo avere, come regioni, un'autonomia più forte per realizzare un nuovo modello regionale». «Noi siamo pronti - ha dichiarato all'agenzia Ansa a margine di un convegno - ma abbiamo bisogno di chiarezza. C'è chi discute, mentre noi abbiamo agito, ora ci dicano se le province ci sono o no». Paola Romanini LIBERTA' 06/07/2013
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