La Consulta ha rimesso in piedi le Province, ma solo per un giorno. Il premier Enrico Letta è già corso ai ripari e ha annunciato di voler presentare in Consiglio dei ministri un disegno di legge costituzionale cucito ad arte per azzoppare nuovamente le amate-odiate Province.
Nel giro di poche ore, quindi, quella che sembra ormai diventata una fiction - tra accorpamenti, abolizioni, salvataggi in extremis - si è arricchita di un nuovo episodio: entro 24 mesi, il disegno di legge che prevede l'abolizione delle Province potrebbe diventare realtà. Attenzione: entro 24 mesi.
Ciò significa che, se tutto andrà come sul tavolo fino a ieri, nel giugno 2014, insieme a 32 Comuni del territorio, anche la Provincia tornerà al voto.
Si ricandiderà il presidente Massimo trespidi? «Fino a poche ore fa credevo che le Province sarebbero state eliminate, ero impegnato a chiudere nel migliore dei modi il mio mandato e non ho pensato alle elezioni - risponde trespidi -. Ora ci penserò. Senza dubbio il pronunciamento della Corte costituzionale è un atto di giustizia importante. Anche se è bene precisare che la Provincia è salva, ma solo per ora».
Trespidi incontrerà la prossima settimana a Roma il ministro degli Affari regionali Graziano Delrio. L'obiettivo del presidente è ottenere una riforma costituzionale sull'intero Titolo V, che vada a toccare tutta l'architettura statale, partendo dai livelli più alti (il numero dei parlamentari, ad esempio) fino a Regioni, Province e Comuni. La domanda che il presidente intenderà rivolgere a Delrio è cosa succederà tra la scadenza del mandato (a Piacenza, maggio 2014) e l'avvio della riforma (settembre 2015): chi, cioè, garantirà il governo del territorio. Sul disegno annunciato da Letta e Delrio, trespidi si mostra in perfetta sintonia con quanto affermato dal presidente dell'Unione province d'Italia, Antonio Saitta. «Il Governo dimostra ancora una volta di non avere alcuna intenzione di riformare il Paese - ha detto Saitta -. Si cerca un capro espiatorio per zittire i cittadini che chiedono, giustamente, un cambiamento profondo. Questo annuncio della definizione di un disegno di legge costituzionale solo sulle Province è gravissimo, una risposta rabbiosa contro un giudizio tecnico della Corte che non ha salvato le Province, ma ha dichiarato incostituzionali norme che lo erano palesemente e a detta di tutti».
I giudizio della Corte è un atto di giustizia, per trespidi. «Voglio ringraziare tutti coloro che hanno creduto insieme a me che la strada del decreto fosse sbagliata e ringrazio tutti dipendenti della Provincia - commenta - costretti da due anni a lavorare in condizioni di fortissima incertezza: chi invece ha dato per scontato che il Piacentino diventasse un borgo di Parma resterà con un pugno di mosche in mano. La Provincia non ha mai fatto venire meno la sua piena operatività e continua a dare tutte le risposte possibili ai problemi del territorio: questa sentenza ci dice che abbiamo fatto bene ad approvare il bilancio 2013, così da poter operare al meglio nell'ultimo anno di questo mandato. Non ci sarebbe bisogno di dirlo, ma lo faccio considerate le operazioni strumentali degli ultimi giorni: vorrei sottolineare come la minoranza non abbia presentato nessun emendamento sui documenti». «E per quanto riguarda la polemica del sindacato, dove mi hanno in particolare ferito le parole del segretario provinciale della Cisl, Marina Molinari, vorrei ricordare che non c'è nessuna operazione "trasparenza" da fare - conclude trespidi -, considerato il fatto che tutto è stato approvato dal ragioniere capo e certificato dal Collegio dei Revisori dei conti». Elisa Malacalza LIBERTA' 05/07/2013
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