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Terremoto molto potente ed esteso. Il fenomeno potrebbe ripetersi.
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Alessandro Amato, sismologo dell’Istituto Nazionale di geofisica, che tipo di terremoto è quello che ha interessato il Centro Italia? «Un fenomeno importante dovuto allo “stiramento” dell’Appennino, che abbiamo misurato in 6 gradi sia della scala Richter che in quella di magnitudo momento, cioè in termini di energia liberata». L’ultimo episodio di questa portata ha riguardato l’Aquila nel 2009? «Sì, e fu di magnitudo 5.9 Richter e 6,3 di magnitudo momento».
Cosa ha reso quest’ultima scossa così potente? «La profondità. Il terremoto delle 3.36, che ha avuto come epicentro Accumoli, dove la faglia ha cominciato a rompersi, è stato abbastanza superficiale. La media della profondità è 6 chilometri nel sottosuolo, questo vuol dire che l’energia non riesce a attenuarsi e si sprigiona con tutta la sua forza».
Che tipo di zona è quella colpita? «Una zona molto sismica che si trova in una fascia ad alta pericolosità che va dall’Umbria e dalle marche fino all’Abruzzo».
Che significato ha il ripetersi delle scosse? «E’ un fenomeno normale: si è trattato di una decina di repliche importanti».
Dobbiamo immaginare che le scosse si ripeteranno diminuendo in intensità? «Si ripeteranno. Quanto all’intensità, la storia italiana ci insegna che ci sono anche scosse multiple con ulteriori faglie che possono attivarsi».
Per la sua esperienza si tratta di zone attrezzate rispetto a fenomeni come questo? «Nel ‘97 l’Umbria e le Marche sono state già colpite da un forte terremoto e questo avrà suggerito di attivarsi in questo senso. Spero sia così».
da www.corriere.it
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pubblicazione: 24/08/2016
aggiornamento: 04/03/2017
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