Firmato l'accordo con le ex municipalizzate di Reggio e Modena
"Effetto Seta" per gli autobus piacentini.
Comune e Provincia sperano che porti riduzione dei costi, miglioramento dei servizi e investimenti, a cominciare dai nuovi mezzi tanto attesi.
Nei giorni scorsi a Bologna il sindaco Reggi, l'assessore provinciale Paolo Passoni e i vertici di Tempi spa hanno sottoscritto l'accordo che aggrega le aziende di trasporto pubblico di Piacenza, Reggio Emilia (Act) e Modena (Atcm, a sua volta partecipata dai privati Fer e Ratp).
Attorno al tavolo erano in 12, ossia i rappresentanti dei tre territori e la Regione: la società si chiamerà Seta, acronimo di Società emiliana trasporti auto filoviari, e diventerà operativa da gennaio 2012.
Nella prossima settimana sarà anche sottoscritto il Piano industriale che, aspetto fondamentale, prevede il pareggio di bilancio in tempi molto ristretti, al massimo un paio di esercizi.
Almeno il 51% cento delle azioni resterà in mano pubblica: il peso delle singole province sarà basato su patrimonio e chilometri percorsi dai bus (8 milioni all'anno a Piacenza). Modena dovrebbe quindi controllare il 20-22%, Reggio Emilia il 17-18% e Piacenza il 14-15%.
Il pacchetto di minoranza andrà ai privati, raggruppati in una finanziaria (la Herm, Holding Emilia Romagna mobilità) che partecipa ad Atcm Modena. Proprio la presenza di questi soci, in particolare di Fer e dei francesi di Ratp, renderanno possibili gli investimenti di cui c'è grande bisogno e che sarebbero impossibili se la situazione delle tre aziende restasse quella attuale.
La priorità sarà riservata al rinnovo del parco autobus, ma anche allo sviluppo di officine e uffici.
Ma l'importanza di questa aggregazione sta anche nella razionalizzazione dei costi, indispensabile per dare ossigeno a bilanci sistemati negli ultimi anni con il sostanzioso contributo dei soci (Comune e Provincia per Tempi spa). Piacenza, che da anni ha il costo al chilometro più basso a livello regionale, ha già fatto grandi progressi nel 2010, chiuso in positivo.
A quanto pare, non sono previsti impatti negativi sul personale, il piano non prevede esuberi.
Il modello che ha ispirato questa operazione è quello seguito per la nascita di Enìa: allora si unirono le aziende di servizi di Piacenza, Parma e Reggio, dando vita alla multiutility che si è poi fusa con Iride (Torino e Genova) per dare vita al colosso Iren. Un'esperienza ritenuta molto positiva e che si spera sia ripetuta. Grande assente è però Parma, con cui comunque si potrebbe aprire un confronto in futuro.
Michele Rancati LIBERTA' 21/05/2011
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