Aumenta in modo sensibile il disavanzo di gestione di Tempi Servizi. Una tradizione, il “rosso” di bilancio, per le aziende di trasporto, almeno quelle pubbliche (Tempi Servizi è partecipata da Comune e Provincia), ma nel 2003 la cifra ha superato di gran lunga i 177mila euro dell'anno precedente, attestandosi intorno al milione di euro. Dei conti dell'azienda dei bus si è parlato ieri in consiglio comunale dove erano in discussione alcune mozioni e interrogazioni riguardanti in particolare Tempi Agenzia, ossia l'altra delle due società scaturite dalla scissione di Tempi spa realizzata l'anno scorso. Una di queste interrogazioni porta la firma di Antonio Levoni. Levoni ha parlato di 750mila euro di deficit nel 2003 e di 200mila già accumulati in questi primi mesi del 2004. Cifre confermate in aula dall'assessore Marco Elefanti (sviluppo economico), ma soprattutto dal presidente di Tempi Servizi Paolo Botti, interpellato sul punto a fine seduta. Ha precisato che i 750mila euro si riferiscono al “rosso” fino a ottobre 2003, quando cioè diventò operativa la scissione della società con l'avvicendamento al vertice tra l'attuale e il precedente consiglio di amministrazione retto da Giuseppe Bertuzzi. Ma comprendendo anche l'ultimo trimestre, e dunque l'intero anno, il buco raggiunge circa 1 milione di euro. Balza agli occhi il peggioramento rispetto al 2002, anche se, annota Botti, «il disavanzo reale dell'anno scorso non è di 177mila euro, bensì, scomputate tasse e voci straordinarie, di 400mila euro». Il presidente lo spiega con quattro ordini di ragioni: costi di scissione per 150mila euro, un aumento del 10% del prezzo del gasolio tradottosi in un aggravio contabile di 500mila euro; la decisione presa nel 2002 di far rientrare in capo a Tempi i collegamenti con le frazioni cittadine che prima venivano appaltate; il blocco dei contributi regionali che rappresentano il 65-70% delle entrate aziendali. In quest'ultimo fattore Botti individua la penalizzazione principale («Sono i nostri trasferimenti correnti e sono bloccati da sei anni, se non ce li aumentano non si riesce a efficientare»), fermo restando che per il ripiano delle perdite sarà sempre un fondo regionale a dare soccorso. Lo prevede una legge del '95 che però ha durata decennale, dunque dal 2005 le aziende dovranno fare da sé e in caso di passivi di bilancio saranno gli enti proprietari a dover intervenire. Prospettiva non allettante per il Comune, non a caso Elefanti ha espresso l'auspicio di un «ragionamento ad ampio spettro» su Tempi Servizi e sugli «interventi per razionalizzarne l'attività». Ieri nel mirino è finita soprattutto Tempi Agenzia. Levoni e Carlo Mazza (gruppo misto) se la sono presa con il compenso («10mila euro al mese) di Giovanni Periale, che ha un incarico di consulenza con mansioni dirigenziali. Gustavo Roccella
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