Inceneritore e diossine
Tecnoborgo: termovalorizzatore all'avanguardia Ramonda: controllo avanzato sulle diossine
(p.s.) Sulla linea di una necessaria trasparenza si è posta fra i primi anche Enìa e in particolare Tecnoborgo che gestisce il termovalorizzatore. Il rapporto curato dalla società Summit Realia è già stato inoltrato ad Arpa.
E il presidente di Tecnoborgo, Guido Ramonda, parla con orgoglio dell'impianto del Capitolo che brucia i nostri rifiuti, presto monitorato con un nuovo sistema per le diossine.
«Pensiamo di aver dimostrato con la documentazione prodotta che il nostro impianto è mantenuto nella massima efficienza ed è rispondente alle migliori tecnologie in uso, alle più avanzate tecniche disponibili, le Bat (best avaible techniques, ndr) come vengono definite dai protocolli europei».
Tanto più che sull'inceneritore si è voluto fare dei passi non richiesti dalla legge, e costati migliaia di euro. Per esempio l'adozione di un sistema avanzato di calcolo in continuo che valuta ogni cinque secondi le emissioni in atmosfera dell'inceneritore, incrociandole con le condizioni meteo e le direzioni e velocità dei venti per capire secondo quali traiettorie si muove la nube che esce dal camino, dove ricade (le direzioni di ricaduta sono per lo più est-ovest, lungo l'autostrada e la linea del Po, al 70 per cento).
Un'immagine che, a tempo debito, verrà caricata sul sito internet di Tecnoborgo, quando sarà chiaro che la nuvola che si sposta sulla città contiene valori sempre molto bassi di inquinante. Per non ingenerare paure.
«Valutata la situazione media su quest'area, emerge che noi diamo apporti irrilevanti alla quantità di sostanze inquinati dell'atmosfera, inferiori all'1 per cento del tasso generale, tanto che non si rilevano sostanziali variazioni quando siamo spenti o siamo accesi».
Altro passo: sono partiti i lavori - si concluderanno in un paio di mesi - per mettere a punto un prelevatore in continuo per la diossina, allo scopo di verificare le quantità totali al giorno, alla settimana e all'anno. Ma si tratta di una misurazione di «eventuali» quantitativi, perché si ritiene di non emettere diossine. da Libertà del 12 agosto 2006
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