ps) Inceneritore. Chiude o non chiude, Iren lo compra o non lo compra? La valutazione a bruciare rifiuti speciali assimilabili da fuori provincia si farà o non si farà? Sul destino dell'impianto di Borgoforte si addensano tante domande in questi ultimi giorni.
I fatti. In Assemblea legislativa regionale il Gruppo Pd, per voce della consigliera Anna Pariani, ha annunciato che l'inceneritore di Piacenza, come pure quello di Ravenna, chiuderanno nel 2020, esaurito il loro compito. E la Regione Emilia Romagna difende la sua autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti in un quadro nazionale dove il ministro Orlando, con il collegato ambientale, punta su una rete appunto nazionale di inceneritori che servano tutte le realtà senza barriere territoriali. Pochi, ma a pieno regime. E la nostra regione di inceneritori ne ha. Su Tecnoborgo fioccano le prese di posizione. l'Italia dei Valori emiliano romagnola trova nuova energia nell'appoggiare la chiusura di Tecnoborgo da riconvertirsi a impianto per il recupero di materia. Idv ricorda però, insieme alla posizione della Pariani, quella del sindaco di Piacenza Paolo Dosi che lo scorso giugno «si era opposto alla chiusura dell'impianto».
Già un anno fa, nel Documento Preliminare al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, era stato prevista entro il 2020 la chiusura dell'impianto di Borgoforte «fra i più obsoleti della Regione e fra i più impattanti per quanto riguarda le emissioni di NOx in atmosfera» ricorda la forza politica. E per Idv la chiusura dell'inceneritore di Piacenza «stride con la richiesta da parte di Iren della rimozione del limite di conferimento per i rifiuti speciali assimilabili agli urbani, avviando contemporaneamente un progetto di fornitura di calore alla rete del teleriscaldamento». Cose inconciliabili.
Intanto il consigliere regionale leghista, Stefano Cavalli chiede, a sua volta, come si concilia «l'annunciata dismissione di Tecnoborgo, entro il 2020, con la paventata scelta di Iren di acquisirne il cento per cento? ». E ancora: «Quale società prevederebbe un simile investimento su un impianto in dismissione? ». Cavali dubita peraltro della effettiva volontà della Regione di dismissione degli impianti e sprona il Pd a un'operazione-chiarezza: «E' il caso che, tra Bologna e Roma, in casa Pd si parlino». E poi: «la vera politica la fanno le multiutilities, che se ne infischiano delle annunciate dismissioni e continuano a chiedere di immettere nuovi rifiuti negli inceneritori, così Iren, così Hera».
Di certo, il Pd regionale si è espresso chiaramente per la progressiva riduzione della capacità autorizzata negli inceneritori presenti in Emilia-Romagna e per attivare un programma di dismissione progressiva degli stessi impianti o delle singole linee di combustione. È questo l'impegno chiesto alla Giunta in una risoluzione presentata dal Gruppo Pd (prima firmataria Pariani).
13/02/2014
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