Crollo di iscrizioni nell'elementare.
"Sbagliato credere che gli alunni extracomunitari frenino l'attività didattica" - La direttrice: per certi genitori ci sono troppi stranieri, ma è falso
Libertà 19 aprile 2004
Piacenza e Provincia Piacenza - "Nel giro di poco la nostra scuola si è dimezzata: dalle due sezioni attive fino a tre anni fa, siamo passati a una sola. Un calo che per noi si spiega con i pregiudizi che i genitori nutrono nei confronti delle scuole del centro: si dice che abbiano un numero di alunni stranieri maggiore rispetto ad altre". La scuola in questione è l'elementare Taverna, e a denunciare la situazione è la direttrice Mariuccia Zavattoni. La forte presenza di minori extracomunitari nelle scuole di ogni ordine e grado del piacentino è una caratteristica della nostra provincia (quarta in Italia sotto questo aspetto): la percentuale più elevata è stata riscontrata proprio alle elementari (su 10.192 bambini 1.136 sono stranieri), e alle materne (440 su 3.928), secondo quanto riportato da uno studio realizzato all'inizio del 2004 dall'amministrazione provinciale. Sempre la Provincia, insieme al Csa e a diversi istituti scolastici del piacentino, ha steso un protocollo per disciplinare e favorire l'ingresso degli alunni stranieri nelle scuole (v. Libertà del 8 aprile). Progetto nato in seguito allo scoppio del "caso" Faustini-Frank, con la denuncia del preside, Giovanni Mariscotti, che lamentava un'elevata percentuale di studenti immigrati nella propria scuola.
Ma il "caso" Taverna va in realtà in tutt'altra direzione. "La nostra situazione nasce dalla disinformazione e dai pregiudizi nutriti dai genitori", racconta la direttrice: "Non prendono neppure parte alle varie riunioni che facciamo per presentare le attività della nostra scuola, e si giustificano adducendo come motivazione proprio una maggiore presenza nel nostro istituto di bambini stranieri". Sono numerose le famiglie di extracomunitari che risiedono in centro: si pensa quindi che i loro figli vengano iscritti nelle scuole "centrali", scegliendo per i propri bambini istituti più decentrati (possibilità offerta dal venir meno dell'obbligo dello "stradario", in pratica l'iscrizione forzosa nella scuola più vicina a casa). "Le mamme e i papà credono che la presenza degli stranieri possa rallentare la normale attività didattica, ma non è così. La preparazione degli alunni che ha frequentato la scuola Taverna è sempre stata giudicata buona dai professori che li hanno accolti alle medie, abbiamo un'ottima attrezzatura, come un laboratorio linguistico e uno di informatica", sottolinea Zavattoni. Senza considerare il fatto, aggiunge, che la presenza di questi bambini non viene visto come un problema. Forse perché di straniero conservano solo il nome: "Molti di loro sono nati a Piacenza, e per chi è arrivato da poco in Italia grazie ai ricongiungimenti familiari, abbiamo previsto delle iniziative di "pronto intervento"". "Nelle scuole comprese nel nostro circolo non c'è stato nessun calo di iscrizioni", riferisce Gian Paolo Binelli, preside delle "centralissime" Alberoni e Mazzini: "È vero però che da qualche tempo si assiste a un "travaso" da una scuola all'altra, da quando è venuto meno l'obbligo dello stradario. È un fenomeno che si spiega con vari motivi: uno di questi può essere la minore o maggiore presenza di alunni stranieri. Nelle scuole di mia competenza non ho mai assistito a fenomeni di razzismo. Del resto sono sempre esistite "scuole alla moda", come adesso il Giordani o l'elementare di Mucinasso, quest'ultima ha un numero di iscritti superiore al proprio bacino d'utenza". Sulla questione interviene anche l'assessore comunale alla formazione Giovanna Calciati: "Le scuole del centro storico hanno ottime attrezzature e offrono un'offerta formativa di qualità. La situazione denunciata dalla preside Zavattoni è reale: alcuni genitori preferiscono non far iscrivere i propri figli negli istituti del centro, nonostante siano a due passi da casa. Occorre invece che i bambini frequentino le scuole a loro più vicine - annota l'assessore - per riuscire a far diminuire il traffico, e per rendere più omogenea la situazione". Paola Pinotti
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