Tasse, il confronto si fa su dati omogenei
Torna sulla classifica della pressione fiscale dei tributi locali l'assessore al bilancio Paola De Micheli.
I dati dell'indagine della Cgia di Mestre - che ha messo a confronto la tassazione locale, compresa dunque quella comunale che ne ha grande parte, di tutti i capoluoghi di provincia nell'anno 2005 - vengono contestati da palazzo Mercanti perché giudicati non omogenei, sarebbero perciò fuorvianti le risultanze della graduatoria.
Depurata l'indagine dalle disomogeneità, sostiene De Micheli, la posizione del Comune di Piacenza sarebbe sicuramente più lusinghiera di quel 28esimo posto nella classifica della pressione fiscale indicato dalla Cgia di Mestre.
È quanto conta di dimostrare, grafici alla mano, l'assessore al bilancio in un comunicato in cui definisce «non corretto» il dato relativo al Comune di Piacenza.
«Nell'anno 2005, in entrata - osserva - al Titolo I "entrate tributarie" sono stati iscritti anche 5.046.000,00 euro derivanti da contributi di costruzione senza vincolo di destinazione (gli oneri di urbanizzazione), destinati al finanziamento delle spese correnti. In quell'anno, infatti, il parere dell'Osservatorio sulla Finanza pubblica indicava come più corretta l'iscrizione in entrata di questi oneri al Titolo I e non al IV, come invece è avvenuto sia precedentemente che successivamente, nel 2006 e nel 2007, anche a seguito dell'entrata in vigore della codifica Siope per i pagamenti e le riscossioni».
«È evidente, però - prosegue l'assessore - che questo importo si caratterizza non come un tributo nel vero senso della parola (considerato che non riguarda tutti i cittadini, ma solo quelli che svolgono attività di costruzione) e rende disomogeneo il dato da confrontare, dal momento che ogni Comune era libero di decidere dove iscrivere queste entrate e soprattutto il relativo ammontare.
Anche la tabella di raffronto con i dati omogenei per la regione Emilia Romagna conferma che Piacenza è e rimane la città che, con Forlì e Ravenna, ha la pressione tributaria più bassa.
Nel 2005 - aggiunge De Micheli - la pressione reale pro capite era pari a 495 euro e non, come indicato, di 547 euro (dato desunto da consuntivo ma non reale), quindi abbondantemente al di sotto della media regionale di 536 euro pro capite». Inoltre, si conferma che per gli anni 2005/2006/2007 l'aliquota Ici e l'addizionale Irpef non sono variate, risultando rispettivamente pari al 4,8 per mille (prima casa), 7 per mille (ordinaria) e allo 0,1 per cento.
«Le tabelle di raffronto rispetto agli altri Comuni capoluogo della Regione, elaborate dal Comune di Piacenza - conclude l'assessore - sono basate su dati tra loro omogenei, riferiti alla reale pressione fiscale. Come sempre, è bene fare chiarezza su questi temi, al fine di evitare la divulgazione di informazioni imprecise su una questione questione di grande importanza per tutti i cittadini, quale è quella dei tributi».
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