Il portacolori della Cdl: tagliamo gli sprechi. Il sindaco: cifre a vanvera
Le politiche fiscali e di bilancio sono state il piatto forte del terzo confronto televisivo tra i sette candidati a sindaco andato in onda ieri sera su Telelibertà e che ha vissuto sullo scontro tra i contendenti dei due schieramenti principali, il sindaco uscente Roberto Reggi (Unione) e Dario Squeri (centrodestra).
Quest'ultimo ha dato dell'«arrogante» all'altro per le interruzioni durante gli interventi, anche rinfacciandogli di insultarlo. Reggi ha ribattuto di non aver mai insultato nessuno («Lo hai fatto anche sul giornale di oggi», ha replicato Squeri in evidente riferimento alla polemica del giorno prima sul teleriscaldamento) e spiegando che non riesce a non interrompere quando viene messo sotto accusa con dati «a vanvera».
Venendo al merito, il candidato del centrodestra ha attaccato la giunta uscente che «ha continuato ad aumentare le tasse», dall'Ici al plateatico. «Noi ci siamo impegnati a diminuire l'Ici perché Piacenza deve mettere in moto la macchina dello sviluppo. Squeri ha poi ricordato le sue promesse sul sociale e il modo in cui conta di finanziarle, tagliando cioè spese a suo giudizio «inutili» fatte dalla giunta Reggi, come gli 800mila euro alla voce convegnistica, tra cui 51.600 euro di consulenze per la programmazione del traffico, 67mila euro per la segnaletica stradale, 14mila euro per gli strumenti urbanistici, un'altra spesa a sostegno di comunità di nomadi, nonché i «30 milioni di euro» messi in conto per palazzo uffici.
«Non sai i numeri», è stata la replica di Reggi, quando Squeri (richiamato più volte al rispetto dei tempi dal conduttore Giovanni Palisto, «anche per rispetto verso gli altri candidati») ha terminato il suo intervento. «L'unica possibilità di risparmiare che abbiamo è nelle gestione di beni e servizi, la costruzione di un palazzo unico degli uffici basterebbe a pagarla il risparmio che così si avrebbe dei costi di manutenzione che sosteniamo per la miriade di sedi esistenti», dunque «falsi i 30 milioni di euro», ha puntualizzato il sindaco. In realtà, «nessun costo per i cittadini», secondo Reggi che ha anche fatto presente come esistano vincoli di legge precisi che impediscono agli enti locali di assumere personale, per cui, a fronte dei numerosi pensionamenti, le consulenze esterne sono inevitabili pena il taglio dei servizi. E quello sui nomadi è un incarico a una cooperativa sociale che fa «servizi a favore dei bambini», ha osservato il sindaco che ai giudizi di Squeri sul terreno personale ha ribattuto ricorrendo all'ironia: «Io sono arrogante, tu invece sei simpatico».
Al duello Reggi-Squeri gli altri cinque candidati hanno assistito con insofferenza crescente per gli evidenti sconfinamenti di spazio e tempi.
Ha fatto eccezione Pino De Rosa (Fiamma tricolore-Fronte d'azione): «A me non dispiacciono questi scontri sui numeri e sui bilanci tra due che dovrebbero conoscere bene le carte, così si capisce che forse nessuno dei due dovrebbe fare il sindaco». Quanto al merito, un risparmio subito praticabile è a suo giudizio l'abolizione dei Quartieri che «hanno solo una funzione consultiva, per questo non abbiamo presentato liste circoscrizionali».
Anche per Rosarita Mannina (Partecipa Piacenza) gli 800mila euro all'anno che costano i quattro Quartieri si possono tranquillamente risparmiare. Esistono poi «diseconomie nella macchina comunale che si possono togliere con opportuni accorpamenti di uffici o unificando gestioni di servizi», ad esempio culturali, sociali, con reti fra enti locali. D'altra parte, ha considerato, quello del Comune è un «bilancio abbastanza rigido» e «non si possono fare promesse che portano a un aumento della tassazione, è pericoloso».
Che Ici e addizionale Irpef sia «difficile toccarle» se si vogliono mantenere alti i livelli dei servizi, si è detto convinto Gianni D'Amo (Alleanza per Piacenza-Cittàcomune). «C'è però una parte di spesa che non è coerente»: costi per immagine, comunicazione, convegni, esemplifica. Ma anche su «un city manager che costa oltre 200mila euro all'anno occorre riflettere», o su certi servizi dove per il personale si paga troppo.
«Doveroso mettere mano alle spese inutili e bizzarre poste in essere», è l'idea di Maurizio Sesenna (Esistenza civile) che saluta come positivo «risparmio» l'accantonamento di palazzo uffici dai programmi dell'amministrazione uscente, anche se una riorganizzazione della macchina comunale è opportuna.
Secondo Cristiano Conti (Dc) «la politica deve essere un atto di volontariato» per cui «si può iniziare con l'abolire i gettoni di presenza» (proposta censurata da D'Amo: «Con quello che prendono onorevoli e consiglieri regionali, il nostro gettone è un'inezia, ci vuole un minimo di dignità»). Gustavo Roccella
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