Addio targhe alterne? Forse è presto per un saluto definitivo, tuttavia il provvedimento anti-smog meno amato dai cittadini sembra destinato a finire in soffitta, soppiantato da azioni strutturali energiche e da provvedimenti mirati a fermare i veicoli più inquinanti.
Così come sono, le targhe alterne servono a poco, perlomeno non bastano, al loro posto i Comuni emiliano romagnoli dell'Anci e Lega Autonomie hanno messo a punto una piattaforma più ricca di iniziative per contenere le famigerate polveri sottili in vista della firma del 4° accordo regionale sulla qualità dell'aria. Il percorso dell'accordo inizia proprio oggi a Bologna con incontri tecnici, per proseguire il 30 giugno con confronti tra Regione e rappresentanze locali e concludersi entro la fine di luglio licenziando un pacchetto di iniziative per l'autunno-inverno prossimo, quando le polveri torneranno a mordere.
Ne ha dato ufficialmente notizia il sindaco di Piacenza Roberto Reggi, ieri a Palazzo Farnese, in qualità di vice presidente dell'Anci regionale con delega ad Ambiente e Territorio, nel corso del convegno scientifico del Cesi sulla qualità dell'aria nelle aree urbane e il ruolo della ricerca, presente il nuovo assessore regionale all'Ambiente Lino Zanichelli.
L'Emilia Romagna, regione tra le più vulnerabili alle Pm10, fa massa critica per fronteggiare l'inquinamento primario, ma anche quello secondario, emerso come nuovo pericoloso nemico nato dalla combinazione di più inquinati. Ragion per cui «è necessario che la Ue - ha detto Zanichelli - riconosca la particolare criticità della Pianura Padana, tra le zone più inquinate al mondo, con finanziamenti dedicati».
«Gli interventi nelle città hanno dato risultati non insignificanti ma piccoli, le azioni strutturali esigono tempi lunghi e risorse - osserva Reggi - e comunque le targhe alterne somministrate a tutti indiscriminatamente non sono più sostenibili, occorre andare all'origine degli inquinati. E chi più inquina più paga». Tra l'altro il documento Anci chiede 500 milioni di euro all'anno al governo finalizzati ad azioni incisive, tra cui la riconversione dei vecchi veicoli circolanti.
«Vorremmo anche mettere alle strette le aziende inquinati e le autostrade che non danno risorse sufficienti per la compensazione ambientale del danno provocato». In quanto alle misure anti-smog dovranno essere estese ai piccoli comuni.
Nota dolente a Piacenza, sempre sola, o quasi, in provincia a portare avanti la battaglia anti-smog.
Con tutta probabilità, si andrà ad un blocco dei veicoli pre-euro, non catalizzati, ma anche, in situazioni critiche, dei veicoli catalizzati di prima generazione euro 1, specie commerciali. Filtri pure ai diesel di nuova generazione, che danno polveri.
Alla tavola rotonda di Palazzo Farnese hanno preso parte Franco Prodi (Cnr), Salvatore Machì (presidente Cesi), Eriberto De Munari (Arpa-Parma), Gian Luigi Ziliani (assessore provinciale Ambiente) che ha accennato al piano di risanamento dell'aria in gestazione e all'applicazione di filtri antiparticolato.
Proposta anche una tassa ad hoc. Per vincere le polveri azioni mirate su tanti fronti.
Il documento elaborato dall'Anci regionale e dalla Lega Autonomie-Emilia Romagna parte dalla premessa che la nostra regione è segnata da una situazione «particolarmente sfavorevole» per l'accumulo di inquinanti, per il policentrismo urbano, la grande ricchezza industriale, le vie di comunicazione. Le fonti inquinanti sono interne ed esterne agli agglomerati, e si dividono in inquinanti primari, emessi direttamente e secondari, derivati da reazioni chimiche. E sono quest'ultimi i più insidiosi. Le richieste I comuni chiedono dunque alla Ue di riconoscere la criticità della Pianura Padana stanziando fondi appositi per monitorare l'aria e predisporre un efficace sistema di trasporto pubblico. Allo Stato si chiede anche di attuare una «massiccia riconversione» delle modalità di trasporto merci da strada a ferrovia, di favorire una collaborazione tra rete autostradale e enti locali adottando strategie tariffarie che penalizzino il transito di veicoli, soprattutto pesanti pre Euro, e non catalizzati, e ancora asfalti che riducono le polveri, compensazioni ambientali. Si propone anche un'accisa da mettere a carico delle aziende petrolifere. Alla Regione si chiede anche di coinvolgere nelle emergenze le prefetture per estendere, quando lo smog supera i limiti, alle autostrade, alle strade statali e alle aziende più inquinanti provvedimenti di riduzione delle emissioni. Le Province? Agiscano attraverso il piano di risanamento dell'aria, il trasporto pubblico, coinvolgano anche i piccoli e medi comuni. Le novità Nel documento compaiono indicazioni nuove sui provvedimenti d'emergenza. Le stime effettuate a Piacenza segnalano una riduzione dell'inquinamento con le targhe alterne del 15-20 per cento durante le fasce orarie di blocco, mentre sull'intero arco giornaliero la riduzione è solo del 10 per cento, meglio allora estendere divieti anche nella fascia dalle 12.30 alle 14.30 sul parco di veicoli vecchi. Da uno studio dell'Istituto Sviluppo Sostenibile Italia appare che con il blocco dei veicoli non catalizzati si riducono del 34 per cento le emissioni. Per cui i prossimi provvedimenti di limitazione punteranno su un minor numero di veicoli: i pre-Euro, cercando di applicare il divieto però su area vasta, ma se permanesse il superamento di 50 microgrammi al metro cubo di Pm10 per un numero di giorni da definire (3 o 5) si potrebbe vietare la circolazione di veicoli pre-Euro ed Euro 1 su tutto il territorio comunale dalle 8.30 alle 19.30 sino al rientro dei limiti normativi. Provvedimenti strutturali Le misure strutturali citate dal documento dei sindaci sono quelle a cui già da tempo si lavora: dai piani urbani del traffico e della mobilità, al potenziamento delle piste ciclabili, dalla riorganizzazione del trasporto merci, ai filtri antiparticolato sui diesel alla realizzazione di reti di teleriscaldamento, di cui pure si è parlato al convegno del Cesi. Fondo regionale Infine si propone l'istituzione di un fondo regionale anti-inquinamento, in cui convogliare, eventualmente, anche i proventi di una “tassa di scopo” contro lo smog.
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