La mancata collaborazione dei commercianti del centro città metterebbe a rischio lo svolgimento dei "venerdì" piacentini.
Se, come riportato da Libertà del 27 maggio u.s., le dichiarazioni dell' Assessore al Commercio Katia Tarasconi corrispondono al vero, vorrei da parte mia (ri)proporre ai piacentini alcune riflessioni.
La prima considerazione è che in 9 (dico nove) anni di amministrazione di centrosinistra non è stata concretamente realizzata alcuna efficace politica a favore nè del centro storico nè del commercio. Lo testimoniano non le parole ma i fatti. Il complesso depauperamento della città storica è sotto gli occhi di tutti (se si guarda con occhio che non sia miope o interessato).
La seconda è che l'assessore Tarasconi, assieme all'attuale presidente dell'Unione Commercianti Parietti , ha finora solo annunciato un progetto "di studio" (indagine dei flussi, situazione dell'offerta commerciale, elaborazione di sinergie e progetti) per la rivitalizzazione “commerciale e turistica” del centro storico.
La terza considerazione è che viceversa molte delle scelte dell'amministrazione Reggi (decentramento di funzioni ,sostegno alla grande distribuzione di cintura, parcometri e tariffe della sosta anche per i residenti, scarsissima progettualità per i quartieri storici, sostanziale difficile accessibilità al cuore della città) hanno fortissimamente danneggiato il centro storico, visto piu' come “area museale” ed "isola felice" che come fondamentale risorsa della città.
La quarta riflessione è che scarsa attenzione e nessuna risposta è stata data alle richieste giunte a piu’ riprese dalla città. I segnali sono stati tanti : dalla serrata dei commercianti del giugno 2005 in occasione (guarda caso) dei “venerdì piacentini”, alla fiaccolata dei 1500 commercianti del febbraio 2006, alle tante segnalazioni di cittadini ed organi d’informazione (Libertà del 24 gennaio 2007 titolava : “Piazza Cavalli : la piazza della desolazione “), dal tentativo dell’ottobre 2009 di una ventina di commercianti (tentativo animato da buona volontà ma mai convintamente supportato dall’Amministrazione Comunale ), di tenere aperti i negozi alla domenica per offrire ai piacentini e ai turisti la possibilità di fare shopping, agli innumerevoli dibattiti richiesti dall’opposizione in Consiglio Comunale (ultimamente per il mantenimento del mercato bisettimanale sull'asse storico cittadino ).
Infine che fine ha fatto il “Piano Integrato per il Centro Storico” proposto da Reggi e compagni nel giugno 2008 ? Il progetto prevedeva nuovi orari per bar e negozi , incentivi alle attività commerciali, agevolazione degli accessi con parcheggi e bus, «iniziative di qualità per valorizzare l'identità della città», programmazione artistico-culturale «in diverse giornate della settimana», priorità da assegnare al centro storico nella programmazione urbanistica. Giudichino i cittadini quanto in tale senso è stato fatto e con quail risultati......
Con il termine di “centro storico” si intende comunemente il nocciolo piu’ antico di una città con i suoi edifici storici. Ma in realtà il “centro storico” rappresenta l’identità di una comunità – che lì e da lì- è cresciuta. Il centro storico non deve essere quindi visto come una entità astratta che non coinvolge (magari perchè non ci si abita o non lo si frequenta per lavoro o diletto). Il centro storico è di tutti, ed è parte rilevante della caratterizzazione di una collettività. A Piacenza il centro storico si è ridotto ad una decadente scenografia teatrale, che chiuse le serrande delle attività, si svuota e si degrada. La sfida di chi amministra è coniugarne la tutela e la preservazione, ma anche la sua valorizzazione con la creazione di spazi, condizioni ed occasioni di fruibilità per tutti i cittadini.
Filiberto Putzu, consigliere comunale del Comune di Piacenza
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