Da mesi i piacentini lamentano le pessime condizioni in cui si trovano alcuni tratti di tangenziale sud.
Dopo tante segnalazioni, alcune delle quali effettuate in aula e con atti ufficiali dai consiglieri comunali, sembra che finalmente sia sul punto di partire una prima tranche di lavori per la sistemazione del fondo stradale.
Pare, però, che il prezzo per ottenere questi interventi sia stato molto salato, almeno per il motociclista che alla fine dello scorso maggio fu vittima di una caduta, stando a quanto ha sostenuto proprio a causa delle sconnessioni della strada. Sembra che l'uomo, che riporto ferite piuttosto serie, abbia anche presentato una denuncia alle forze dell'ordine per ottenere il risarcimento dei danni subiti. Chissà se la chiusura del tratto in questione di tangenziale sud, nelle immediate vicinanze dello svincolo per il casello di Piacenza sud, sia dovuta proprio a questo?
Se lo chiede il consigliere comunale del Popolo della libertà Filiberto Putzu, che ha presentato un'interrogazione a risposta orale urgente sull'argomento, ipotizzando addirittura un intervento della Procura a seguito proprio dell'esposto del centauro ferito.
"Il manto stradale della tangenziale sud - spiega l'azzurro - risulta in più tratti fortemente deteriorato e per un lungo tratto la carreggiata risulta ristretta da birilli e delimitatori da oltre 3 settimane senza alcun intervento manutentivo. Tale situazione reca pericolo e disagi al traffico veicolare e si vocifera di incidenti occorsi su tale tratto per la presenza di dislivelli, avvallamenti e buche e che il posizionamento di birilli e delimitatori sia conseguenza di tali fatti".
Alla luce di questa premessa, Putzu chiede con urgenza alla giunta di conoscere "se tali voci corrispondono al vero, quale sia il soggetto responsabile della manutenzione del manto stradale (Anas, Comune, Provincia?), le motivazioni che determinano il ritardo dell'intervento manutentivo e il tipo di intervento che si andrà a realizzare (rappezzo, riasfaltatura o altro) ". Il motivo dell'urgenza è legato al rischio di incidenti stradali e disagi alla circolazione veicolare.
Sono però numerosi altri i tratti di tangenziale sud che avrebbero bisogno di interventi urgenti e ormai non procrastinabili. Il pezzo che va dalla rotatoria da cui parte la Statale 45 a quella per la Besurica, ad esempio, è davvero pieno di buche e avvallamenti davvero pericolosi per le automobili e i motocicli che transitano. Stesso discorso anche il tratto finale di tangenziale, quello che dovrà congiungersi poi con il nuovo ponte sul Trebbia. I rappezzi che sovente vengono effettuati non bastano mai per sistemare la situazione, resa ancora più pesante dal frequente passaggio di camion. Michele Rancati LIBERTA' 16/06/2011
L'assessore Carbone: non ne sappiamo nulla e l'Anas non interviene (mir) Nemmeno l'assessore Pierangelo Carbone per il momento ha la risposta al "giallo" della tangenziale sud, che nel tratto in prossimità del casello autostradale ha visto la carreggiata dimezzata. «Anas agisce autonomamente - spiega l'assessore - il problema però rischia di farsi molto serio, visto che non abbiamo ancora capito, a 20 giorni dal transennamento di parte della carreggiata, se partiranno i lavori di sistemazione del manto. La strada è obiettivamente danneggiata e gli incidenti sono stati diversi, speriamo che ci mettano mano al più presto e che la riduzione duri il meno possibile». Della questione si è interessata immediatamente l'amministrazione, ma non ha ottenuto risultati incoraggianti: «Le ultime notizie - precisa Carbone - sembrerebbero non troppo confortanti, visto che pare che Anas non abbia preventivato investimenti per l'intervento. Il problema è serio, l'impatto sul traffico è molto forte, basta vedere le code in via Caorsana». Come si possono scongiurare questi disagi? «La soluzione ideale - risponde l'assessore - sarebbe semplice: Anas sistema il tratto in questione. Se non trovasse i soldi, la tangenziale non si può transennare per mesi, si potrebbe imporre il limite di velocità a 40-50 chilometri all'ora e segnalare le buche».
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