«Ci tolgono la guardia medica? Allora noi usciamo dal Distretto di Levante». Il sindaco di Ferriere, Giovanni Malchiodi, lancia un ultimatum all'azienda Usl. A lui si uniscono, uno dopo l'altro, i sindaci dei comuni colpiti dal taglio del servizio di continuità assistenziale (Carpaneto, Farini, Travo, Borgonovo, Ottone, Bobbio, Morfasso). Oggi pomeriggio alle 15 il sindaco di Bobbio, Roberto Pasquali, incontrerà il direttore generale dell'Ausl, Andrea Bianchi, mentre il sindaco di Travo, Lodovico Albasi, intende chiedere a tutti i sindaci della montagna di unirsi in un grande incontro aperto a tutti con la dirigenza Ausl. A Ottone, nel frattempo, come annunciato dal sindaco Federico Beccia, è nato ufficialmente un nuovo comitato che, accanto alle firme on line, raccoglierà anche adesioni cartacee per dire "no" al taglio della guardia medica, esattamente come già accaduto a Ferriere, dove in poche settimane si sono superate le mille firme con lo stesso obiettivo. Il problema sollevato dai sindaci è questo. Molti cittadini avevano pensato che le tanto promesse Case della salute potessero essere strutture aperte 24 ore su 24, con una rotazione di medici. E invece in molti casi si sono scontrati con semplici unioni di medici di base che hanno unito le sedi, senza unire in modo omogeneo il servizio negli orari. Impensabile quindi, per i primi cittadini, sostituire la guardia medica con una casa della salute, se questa fa orari esclusivamente diurni. Ma soprattutto i sindaci lamentano il mancato rispetto del patto di luglio: e cioè quello che prevedeva al posto della guardia medica un nuovo servizio. «Abbiamo scritto mesi fa una lettera all'azienda, ma non abbiamo mai saputo nulla - spiega il sindaco di Carpaneto, Gianni Zanrei -. Chiediamo che il progetto sia stoppato almeno fino all'inaugurazione della Casa della salute: siamo ancora in attesa dell'ok di Bologna e del Ministero, i lavori dovrebbero partire entro la fine dell'anno». «Basta con questa penalizzazione della montagna - aggiunge il sindaco di Bobbio, Pasquali -. Noi ci stiamo battendo per mantenere le persone nei comuni di montagna, ma ogni nostro sforzo viene vanificato se vengono tolti i servizi». Il sindaco di Ferriere, Malchiodi, chiede parità di diritti per i cittadini dell'Appennino. «Siamo distanti un'ora e mezza dall'ospedale di Piacenza, qualcuno mi deve spiegare che senso ha mantenere la guardia medica a Podenzano, già ricco di servizi sociosanitari e vicino alla città, e toglierla a Ferriere, il secondo comune più esteso d'Italia - sbotta il primo cittadino -. Per quanto mi riguarda, dovranno passare sui nostri cadaveri prima di toccare la guardia medica». «Anche noi vogliamo incontrare quanto prima la dirigenza Ausl, e capire su che basi si fondi questo progetto» incalza il sindaco Beccia (Ottone). Posizione più sfumata è quella dei sindaci di Farini e Borgonovo. «Ci tolgano la guardia medica ma potenzino ancora di più il nostro servizio 118 - invita Antonio Mazzocchi (Farini) -, già attivo 24 ore su 24». «Stiamo vivendo un momento di grande trasformazione in tutti i settori, ogni novità va affrontata con serenità, calma e moderazione perché ci troviamo in una situazione delicata - aggiunge Roberto Barbieri (Borgonovo) -, dove sono tanti i servizi che rischiano di essere sacrificati». Elisa Malacalza Libertà 11/06/2014
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