La querelle tra i pendolari e Trenitalia sul nuovo orario ferroviario ha tenuto banco ieri in consiglio comunale. L'occasione l'ha data una mozione di Marco Tassi (An) che, nel ricordare «l'aiuto delle istituzioni» richiesto dai pendolari «per cercare di risolvere i grossissimi disagi» che quotidianamente devono affrontare per colpa di un servizio giudicato scadente e che a loro parere il nuovo orario aggrava, «impegna» la giunta a «porre in essere tutti gli atti amministrativi necessari per ridurre drasticamente i suddetti disagi». Mozione subito spalleggiata da Filiberto Putzu (Forza Italia) che ha sottolineato come le istanze dei pendolari siano tra i punti del programma elettorale dell'amministrazione in carica che tuttavia «non ha fatto nulla perché il Comune non può fare nulla» in una materia che è di competenza della Regione, unica titolare del contratto di servizio con Trenitalia.
Ma il sindaco quello che poteva fare lo ha fatto, ha eccepito Graziano Celli (Ds) che così, pur riconoscendo alla mozione di occuparsi di un tema importante, ne ha contestato il dispositivo (gli atti amministrativi da porre in essere) proponendo semmai, in alternativa, un impegno della giunta per far ricevere dalla commissione regionale trasporti le consulte regionali dei pendolari prima che il nuovo entro in vigore e cioè l'11 dicembre. Una linea, questa, appoggiata da Massimo Silva (Margherita) e alla quale ha aperto anche il sindaco Roberto Reggi che ha, d'altra parte, rivendicato quella che a suo giudizio è l'insistita opera di affiancamento alle ragioni dei pendolari messa in atto dal Comune. Opera che, ha detto, ha fatto sì che Trenitalia quest'anno, per la prima volta, abbia «coinvolto i pendolari nella definizione dell'orario». E ne è uscito un potenziamento delle corse che soddisfa l'utenza di buona parte della regione. Non quella piacentina, però, perché, per Milano, vengono meno alcune fermate molto utilizzate prima della stazione Centrale e con gli Intercity al posto degli Interregionali va messo in conto un sensibile aumento dei biglietti.
Perciò Comune e Provincia si sono formalmente opposti avanzando delle controproposte per la riduzione dei tempi di percorrenza e l'utilizzo senza sovrapprezzo di treni di categoria superiore quando vengono accumulati ritardi di oltre 20 minuti.
Ora si attendono da Trenitalia segnali di buona volontà prima dell'11 dicembre, «ma non ritengo possano essere assunti ulteriori atti specifici», ha osservato Reggi chiudendo la strada alla mozione.
L'opposizione ha reagito male: da Tassi a Massimo Trespidi (Forza Italia), da Antonio Levoni a Carlo Mazza (entrambi del gruppo misto), con toni diversi hanno tutti lamentato che si volesse bocciare un documento condivisibile solo perché proveniente dallo schieramento avversario.
La replica, sia di Silva sia di Reggi, ha puntato il dito contro il «tono propagandistico» usato dall'opposizione nel presentare la mozione, contro «gli atti di accusa» nei confronti del sindaco e dell'amministrazione, ragioni in più per non poterlo approvare. E così la maggioranza ha optato per il "no" salvo l'astensione di Sandro Miglioli e la non partecipazione di Paola Votto (entrambi dei Piacentini Uniti). gu.ro., Libertà 25 ottobre 2005
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