di MASSIMO POLLEDRI *
Chi si candida a governare la Provincia deve avere idee chiare e parole altrettanto chiare. Deve saper leggere il presente e progettare il futuro. Sento invece parole poco chiare sulle politiche del lavoro, punto importante dell'operato delle Province ed in particolare della politica del lavoro extracomunitario.
Oggi, dati dell'osservatorio del mercato del lavoro provinciale, ci dicono esserci 2474 giovani piacentini con passate esperienze lavorative iscritti ai centri per l'impiego e altri 1489 sono iscritti senza aver avuto alcuna esperienza lavorativa. Sono tutti ad elevata scolarità? No. 1200 di loro hanno solo la licenza media e quindi disponibili per una formazione o un impiego dove oggi, forse, vengono preferiti gli extracomunitari. È inaccettabile, per chi vuol governare la Provincia, liquidare superficialmente questo dato. Viene detto poi, o accettato acriticamente da alcuni candidati, che c'è sempre un gran bisogno di extracomunitari. Niente di più falso. Sono 1184, ad oggi, gli iscritti extracomunitari al centro per l'impiego ai sensi anche dell'art.18 comma 11 della legge Bossi-Fini. Quindi, oggi ci sono quasi 1200 persone disponibili per il mercato del lavoro, ovviamente a bassa scolarità. Ma si può prevedere, seguendo il trend economico di Piacenza, un ulteriore probabile bisogno di extracomunitari. In agricoltura, quest'anno, abbiamo registrato un calo del 3% dell'occupazione e ci sono circa 500 braccianti; nel settore metalmeccanico il calo è del 3%; nell'artigianato del 2-3%. E' vero che nel settore edile abbiamo una crescita del 4% ma ad oggi abbiamo 200 manovali extracomunitari. È evidente che fra i 1184 inoccupati ci sono i numeri per trovarne altri nei prossimi anni. Dovremo gestire questo calo dell'occupazione che significa anche un calo del lavoro extracomunitario. Un altro obiettivo che una seria politica provinciale deve porsi è quello dell'integrazione. Per questo dobbiamo migliorare e incentivare l'occupazione femminile extracomunitaria. Ancora oggi molte donne non parlano italiano: il lavoro è il primo punto di integrazione e emancipazione. Alla luce di tutto questo, per parlar chiaro, occorre fermare l'orologio della presenza extracomunitaria a Piacenza. Per il futuro occorre una chiara politica della Provincia sul lavoro, sulla formazione, sull'incontro fra domanda e offerta che punti, soprattutto, a ridurre il numero dei disoccupati giovani e piacentini. Non voterò, e credo che i leghisti faranno lo stesso, alla luce di queste considerazioni, nessun Presidente che non faccia partire il conto alla rovescia sul numero degli extracomunitari a Piacenza. Non lo voterò al primo né al secondo turno.
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