Le mie lamentazioni sul deficit di democrazia che ha caratterizzato, a parere di molti, gli stati generali sulla città recentemente organizzati, hanno causato la forte reazione del presidente della Camera di Commercio Giuseppe Parenti, che sulla prima pagina di Libertà di giovedì scorso mi ha rimproverato i toni troppo accesi e la scarsa concretezza.
Lo ringrazio perché mi dà modo di chiarire meglio il mio pensiero, a partire dall'assicurazione che la mia "malevolenza" è indirizzata in primo luogo a quegli amministratori che, eletti sulla base di alcune priorità programmatiche ben precise, anche in tema di partecipazione e di democrazia diretta, si sono poi comportati secondo una prassi che privilegia il rapporto con un ristretto numero di "decisori" forti piuttosto che con i rispettivi consigli, le forze politiche che in esso sono rappresentate e i singoli cittadini.
L'esempio al riguardo dell'unica petizione popolare che nell'arco di questo mandato è stata presentata al Comune e che langue da mesi, ben oltre i termini di legge, senza trovare la via del dibattito consiliare, basterebbe da sola a giustificare la critica più aspra.
Ma si potrebbe allargare il discorso al fatto che la maggior parte delle richieste che vengono dal mondo dell'impresa (e della speculazione) e che comportano trasformazioni significative del territorio (si pensi alla recente trasformazione di milioni di metri quadrati di territorio agricolo ad uso di edificazione o di infrastrutture viarie) vengono prontamente soddisfatte, anche a costo di forzare l'assetto delle competenze e di invocare (forse a sproposito) il primato della "democrazia", mentre quando a bussare alla porta degli enti locali sono i comuni cittadini e le loro rappresentanze associative, richiedendo più verde, meno inquinamento e meno cemento, le procedure diventano di colpo lente e farraginose.
Gli Stati generali potevano essere un'occasione per ascoltare questa parte della città che non ha voce e che, rassicuro il presidente Parenti, non è fatta solo di Vanne Marchi o di maghi e saltimbanchi, ma di tanta gente che produce ricchezza e ha cuore ed idee da mettere a disposizione del bene comune.
Se invece lo scopo dell'iniziativa era solo quello di coordinare l'azione degli enti pubblici locali, al fine di evitare gli sprechi, bastava una bella conferenza di servizi, magari in via telematica ed il risparmio dei soldi dei cittadini, cui Parenti tiene tanto, sarebbe iniziato subito.
Umberto Fantigrossi, Presidente del Forum dell'Urbanistica Partecipata
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