Aree urbane da trasformare
Il vicesindaco di Piacenza, Anna Maria Fellegara e il professor Alberico Barbiano Belgiojoso del Laboratorio Città di Piacenza del Politecnico hanno illustrato per sommi capi l'ambizioso progetto avviato insieme per la ridefinizione di alcune aree urbane di trasformazione di primaria importanza della città di Piacenza. Lo studio si propone anche di attivare una forte partecipazione per discutere sulle scelte da farsi. In gioco vi sono tanti elementi: il diritto alla casa, spazi culturali, sociali. Temi che entreranno nel piano strutturale del Comune. In primo piano attualmente ci sono tre aree. 1) L'area del vecchio consorzio agrario dove insistono manufatti architettonici e dove si studiano funzioni pubbliche e attività private. 2) L'area ex Sift, dove si tratta di ripensare ad uno spazio vuoto, a opportuni interventi architettonici. 3) La via Francigena, che coinvolge il centro storico e pone soprattutto problemi di conservazione d'uso, e lungo la quale trova sede anche il progetto del collegio Piacenza per l'accoglienza di studenti
La strada ai piedi delle colline
La Camera di Commercio ha portato agli stati generali un progetto illustrato dal presidente Giuseppe Parenti. La proposta è quella di realizzare una via di comunicazione ai piedi delle valli piacentine che possa collegarsi, passando per Castelsangiovanni, Stradella, Broni e Mortara all'aeroporto di Malpensa. L'inserimento di questo tracciato nei piani di programmazione territoriale viene ritenuto il primo passo per non farsi trovare scoperti in futuro su un progetto importante per il territorio. Si vorrebbe un forte coinvolgimento delle istituzioni locali. La formula potrebbe essere quella dal project financing. Peraltro il piano regionale integrato dei trasporti del 1998 prevede il tracciato della pedemontana parallelo alla via Emilia, ma nel tratto piacentino sarebbe prevista una sola carreggiata. Si tratta di ora di apportare una variante in sede locale per il potenziamento di questa viabilità. La proposta dell'ente camerale è di avviare una discussione fra soggetti istituzionali per arrivare ad uno studio di fattibilità.
Potenziare le vie ferroviarie
L'assessore provinciale ai Trasporti, Patrizia Calza, il sindaco di Rottofreno, Giulio Maserati e l'ingegner Franco Righetti hanno proposto all'attenzione degli stati generali il progetto di conversione del sistema ferroviario locale in un servizio ferroviario metropolitano. L'emergenza sulle direttrici provinciali verso Cremona, Fiorenzuola e Castelsangiovanni è fortissima. Le strutture ferroviarie per servire una rete metropolitana leggera che abbia fermate in tutte le stazioni già esistono, devono solo essere migliorate, incrementate e deve esserne assicurata la affidabilità. Non va dimenticato che le strade corrispondenti sostengono flussi da 30-50 mila veicoli al giorno, una congestione pari a quella della rete autostradale. Le vie del ferro riuscirebbero ad alleggerire notevolmente le strade anche se il traguardo è perseguire un progetto che integri ferrovia e autobus nel quadro di un trasporto pubblico integrato. Sul ferro si concentrano anche altri progetti bandiera presentati, tra cui quello dell'Istituto Trasporti Logistica che punta soprattutto sulle merci.
Aree produttive in convenzione
La Camera di Commercio, oltre alla via pedecollinare, propone anche una idea di progetto su aree produttive in regime di convenzione. Si punta all'adeguamento degli strumenti urbanistici dei Comuni nei quali gli enti locali applichino la prescrizione che almeno il 25 per cento delle nuove aree classificate a destinazione produttiva sia ceduto a prezzi convenzionati. Nel presentare l'idea, Giuseppe Parenti, presidente camerale, sottolinea come ci si aspetti un forte incentivo all'avvio di attività di impresa, l'attrazione di investitori esterni grazie allo strumento agevolativo e alle certezzi di prezzo. Si intende proporre alla conferenza di pianificazione convocata dalla Provincia per l'aggiornamento del piano territoriale di coordinamento provinciale che quest'ultimo contenga l'indirizzo per la pianificazione comunale. Si tratta di prevede, dunque, che una quota delle nuove aree produttive sia soggetta a prezzo di cessione convenzionato.
Una campagna per vivere
"Una campagna per vivere" è il titolo del progetto bandiera presentato dal vicepresidente della Provincia, Mario Spezia e da Carlo Marini dell'Ecoistituto di Parma e Piacenza. Questo piano di tutela della campagna di pianura ha anche una valenza sociale, con il coinvolgimento di cooperative che potrebbero avviare produzioni di orticoltura e biologiche. E' un progetto diramato su varie aree, dal Parco della Madonnina a Piacenza a Fiorenzuola, dove si intende avviare una filiera casearia, a Sarmato che sta elaborando un progetto di salvaguardia idrogeologica, alla valle del Riglio con un parco produttivo agricolo. Questa proposta parte dalla valutazione che l'espansione cittadina e dei paesi può finire per far ritenere la campagna intorno come una enorme area dismessa, facendo perdere il legame tra abitanti e territorio. Ben vengano allora delle esperienze anche di filiere corte con la creazione di reti di produttori e consumatori per una economia fondata sul rispetto dell'ambiente.
Grana padano senza lisozima
C'è un altro progetto rivolto specificatamente alle attività agricole e all'allevamento e che si concentra sulla salvaguardia del latte bovino nella nostra provincia. E proprio la Provincia promuove questo piano insieme alle comunità montane, come ha spiegato il vicepresidente dell'ente di via Garibaldi, Mario Spezia. L'obiettivo è la produzione di una grana padano Dop con un marchio di provenienza legato espressamente alla montagna piacentina. In particolare, si pensa ad un prodotto senza aggiunta di lisozima (oggi la quantità prodotta è un percentuale molto bassa), per proporre una produzione di alto valore ed estrema qualità alimentare. Va chiarito che il lisozima è un enzima, cioè una sostanza proteica che viene utilizzata per accelerare la fermentazione chimica. Nella tecnologia alimentare si utilizzano spesso gli enzimi: per la produzione di succhi di frutta, per decomporre più rapidamente l'amido del pane, per la maturazione del formaggio e per cagliare il latte. Molti enzimi tra cui il lisozima sono ottenuti mediante tecnologie genetiche. L'eventuale rischio per la salute è legato alle allergie.
Il rilancio del tessile a Piacenza
Marco Calcinai, manager della moda, insieme a Margherita Margaroli Campolonghi del maglificio Imac hanno presentato uno tra i primi progetti bandiera sottoposti al nuovo piano strategico: un progetto di rilancio del tessile nella nostra provincia. Il tessile in Italia ha perso molte migliaia di posti di lavoro in questi anni sotto la spietata concorrenza cinese. Ma solo in Italia si vengono a realizzare prodotti di moda (dalle borse alle scarpe alla maglieria) di alta qualità. Gli italiani capiscono il disegno, hanno una capacità innata di realizzare i campionari che poi vengono prodotti in grandi numeri, magari altrove, e questo vale anche per Piacenza che ha una sua tradizione. Piacenza potrebbe accogliere un centro di eccellenza tecnico di produzione di collezioni di abbigliamento, senza contare che ha anche una ottima posizione logistica da sfruttare per la distribuzione. Il progetto sfrutta quindi la capacità di interpretazione stilistica in cui siamo sicuramente competenti.
Una piattaforma logistica su ferro
Luca Lanini, responsabile di sede dell'Istituto dei trasporti e della logistica di Piacenza, ha presentato un progetto bandiera su Piacenza città del ferro. Nella nostra città serve un piano regolatore ferroviario (anche con interconnessioni con le linee di passeggeri) e l'Itl si candida a sostenerlo. La proposta coinvolge il Comune di Piacenza, la Provincia e la Rete ferroviaria italiana e prevede il potenziamento di una naturale piattaforma logistica ferroviaria padana, collegata anche al porto di Ravenna e a Bologna. La parola chiave per trasporti poco inquinanti è intermodalità e a Le Mose, nel comparto logistico, ci si è già attrezzati su questo punto con la realizzazione di binari che sono destinati a raddoppiare. Corposi anche gli investimenti privati: 10milioni di euro. Da Piacenza comunque si tratta di incentivare i collegamenti con gli altri poli logistici di Castelsangiovanni e Castelvetro. Nel 2008 si prevede una presenza di 150 treni alla settimana. Questi progetti, come il precedente per viaggiatori, si legano anche alla liberazione delle linee storiche ferroviarie con l'avvio dell'Alta Velocità.
La città del sole
Di energie alternative hanno parlato Fabrizio Binelli e Giuseppe Castelnuovo di Legambiente Piacenza. Un progetto che non costa nulla, ma che obbliga ad una modalità nuova di pensare anche all'edilizia, riguarda l'incentivazione delle energie alternative, la promozione di tecniche pulite, con il ricorso a pannelli solari principalmente, edifici passivi, fotovoltaico. Bene anche incentivare una integrazione dell'uso per esempio di pannelli solari negli stabilimenti artigiani. Con la logistica e i suoi enormi capannoni si è persa una occasione invece in tal senso. Ma altre ce ne potranno essere. I proponenti del progetto sono le associazioni ambientaliste, si pensa al coinvolgimento di Provincia, Comune, associazioni artigiane e industriali, Concessionari Enel Sì, Enel Distribuzione, associazioni dei consumatori, Ance Piacenza, ordini degli architetti e ingegneri, collegio geometri, Politecnico e Leap. Il coordinamento verrebbe affidato alla Provincia.
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