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sabato
23
settembre
2023
San Lino, papa



Solennità Assunzione Beata Vergine Maria

di Mons.Gianni Ambrosio, Vescovo della Diocesi Piacenza e Bobbio

Carissimi fratelli e carissime sorelle,
rallegrandoci per il mistero dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, ringraziamo il Signore per ciò che ha compiuto in Maria.
Innanzi tutto ringraziamo il Signore che ha rivolto la sua parola a Maria di Nazaret: inizia da questo dono di Dio il cammino della fede e della beatitudine di Maria, che ha accolto la parola di Dio e si è dichiarata disponibile al disegno di Dio.
Per questo Maria è beata, come afferma nel suo saluto la cugina Elisabetta:
«Beata colei ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1, 45).

La prima beatitudine che viene proclamata nel Vangelo è rivolta a Maria di Nazaret.

Sì, Maria è beata perché è la donna che ha creduto: il suo ‘sì’ al Signore le consente di diventare veramente dimora di Dio.
Perché è molto stretto il legame tra la sua fede e la sua maternità: sono il frutto dell’ascolto obbediente della parola del Signore.

Tutta l’esistenza di Maria è fondata su questo suo ‘sì’ a Dio, espressione della sua libertà donata.
E tutta la storia della salvezza è come racchiusa nella docilità di Maria all’iniziativa di Dio: nel suo volto risplendono le antiche profezie, nel suo cuore trova compimento l’attesa umana, nel suo grembo prende dimora il Figlio di Dio.

Guardando a Lei, madre di Gesù e madre nostra, siamo invitati a lodare e a ringraziare Dio con la stessa gioia che Maria esprime nel suo Magnificat (cf Lc 1, 46-56).
Lodiamo il Signore, “nostro salvatore”, per tutto quanto ha operato in lei e continua ad operare nella storia della salvezza.
Così, nella lode gioiosa, scopriamo con rinnovato stupore che la fede è beatitudine.
Credere in Dio e accogliere la sua Parola che è rivolta a noi, costituisce l’orientamento fondamentale, decisivo della vita umana.
Nella fede scopriamo che la nostra vita è illuminata dalla luce di Dio.
Nella fede ci rendiamo conto che la nostra storia umana è aperta alla grazia di Dio ed è incamminata verso Dio.
Se la prima beatitudine del Vangelo è rivolta a Maria per la sua fede e per il suo ascolto docile della parola del Signore, noi abbiamo la grazia di partecipare della stessa beatitudine, condividendo la fede di Maria e accogliendo anche noi la parola del Signore.

Celebriamo poi nella speranza questa festa che ci ricorda che la nostra vita è un cammino che ha una meta precisa, un pellegrinaggio verso l’incontro definitivo con il Signore.
«In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa» (Lc 1, 39): l’evangelista Luca nel suo racconto ci dice che Maria si mette in cammino, appena dopo aver accolto la parola del Signore e aver detto il suo fiat.
Il dono di Dio che ha ricevuto la spinge ad alzarsi e a mettersi in viaggio fuori di casa e dal proprio villaggio.
Un viaggio che la conduce ad incontrare Elisabetta e Zaccaria, e poi Simeone e Anna, e soprattutto a seguire Gesù fino ai piedi della croce.
Concluso il suo pellegrinaggio su questa terra, la madre di Gesù, che è «risorto dai morti» ed è «la primizia di coloro che sono morti» (1 Cor 15, 20), è accolta nel mistero della vita di Dio, è assunta in cielo in corpo ed anima, anticipando la resurrezione della carne che per tutti gli altri uomini avverrà soltanto alla fine dei tempi.

Colei che è «beata perché ha creduto» (Lc 1, 45) è il primo frutto del mistero pasquale di Cristo: partecipa della risurrezione del suo Figlio e anticipa la meta che attende ogni essere umano.
Colei che è la “madre della vita” partecipa della pienezza della vita appena terminato il corso della sua vita terrena.

Carissimi fedeli, la Vergine Maria assunta in cielo ci invita a ravvivare la nostra fede in Dio che è fedele alle sue promesse, ci invita a credere nella potenza della risurrezione di Gesù.

La luce che risplende nell’Assunta illumini il nostro cammino di fede e di speranza.
Anche per noi, come per Maria, vi sono passaggi difficili e momenti oscuri, ma nella fede docile alla Parola e nella Speranza aperta al futuro è assicurata la direzione di marcia del nostro cammino: procediamo sicuri verso quella meta benedetta che è la vita senza fine nel mistero dell’Amore trinitario. Siamo creati a immagine di Cristo, siamo battezzati in Lui, morto e risorto, siamo destinati a ricongiungerci eternamente a Lui nella santità e nell’amore che non conoscono tramonto: la morte non è l’ultima parola sulla vicenda umana.
Per tutta la Chiesa, per il popolo dei credenti, per ogni uomo e ogni donna di buona volontà che cercano senso e meta non illusori ma definitivi, è offerto nella festa dell’Assunzione di Maria un segno di sicura speranza, un segno di un destino di amore, un segno del valore del corpo umano e delle relazioni umane.

Per intercessione della Vergine Maria Assunta in cielo, titolare di questa nostra Cattedrale, invochiamo sul nostro pellegrinaggio la luce della fede e la forza della speranza che la celebrazione della festività odierna suscita in tutti noi. La Vergine Assunta interceda per noi, per ogni uomo e per ogni donna: il Signore conceda a tutti la luce della fede e la forza della speranza per poter guardare verso l’alto, per non rassegnarci all’idea di essere frutto del caso, per non dimenticare mai la meta del pellegrinaggio umano.
Amen.

† Mons. Gianni Ambrosio, Vescovo Piacenza-Bobbio


pubblicazione: 15/08/2010
aggiornamento: 03/09/2010

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 :.  DIOCESI di PIACENZA



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