Intesa regionale sull'aria.
Targhe alterne a fasce orarie il giovedì a partire dal 2 ottobre e sino al 31 marzo; una domenica al mese libera dalle auto cominciando il 21 settembre; da lunedì a venerdì limitazione per fasce orarie della circolazione privata dei veicoli non catalizzati, diesel non euro, motorini a due tempi non euro, anche se con bollino blu; dal 2005 stop ai veicoli non catalizzati. E' il pacchetto anti-smog varato ieri dalla Regione Emilia Romagna e sottoscritto dai comuni con oltre 50mila abitanti. «Un passo avanti rispetto allo scorso anno - dice il presidente della Regione Vasco Errani - con un forte investimento a favore della mobilità sostenibile, per la salute dei cittadini». Obiettivo a lunga gittata: ridurre le concentrazioni delle famigerate polveri fini a 50 microgrammi per metro cubo da non superare per più di 35 giorni all'anno, come da indirizzi europei. L'investimento generale per azioni strutturali sarà di 191 milioni di euro. Piacenza porta a casa sul triennio: 5.362.002 euro. Il nuovo patto regionale appare rispetto al primo più bilanciato e più mirato nel colpire l'inquinamento. Non c'è il blocco domenicale, ad esempio, salvo una domenica a piedi al mese, ma si limitano di più i mezzi inquinanti. Inoltre le misure di riduzione del traffico - che non si applicheranno alle auto elettriche, a Gpl e gas metano, a quelle con almeno tre persone a bordo e condivise - sono accompagnate da un programma straordinario di interventi sulla mobilità che la Regione ha concordato con gli Enti locali: bus ecologici, piste ciclabili, trattamento dei gas di scarico dei bus più vecchi, nuove tecnologie e infrastrutture per la distribuzione commerciale, potenziamento del traffico merci su rotaie. Comuni e Province si impegneranno a potenziare il trasporto pubblico, a riorganizzare il sistema della distribuzione delle merci e ad acquistare solo mezzi eco compatibili, ponendo anche nelle gare di appalto tale vincolo alle aziende che svolgono il trasporto merci e l'erogazione di servizi. E chi non rispetterà l'accordo perderà i contributi regionali per gli interventi straordinari sulla mobilità. Prima verifica? A dicembre.
Dei dettagli pratici renderemo meglio conto, oggi, in prima battuta, emerge soprattutto la soddisfazione da parte del sindaco Roberto Reggi, che ha presenziato personalmente alla firma dell'accordo ratificato a Bologna. Al sindaco abbiamo rivolto alcune domande.
Reggi, come valuta gli stanziamenti ottenuti da Piacenza? «Sono molto soddisfatto. Abbiamo ottenuto parecchio, l'equivalente di 10 miliardi di vecchie lire sul triennio 2003-2005 per misure strutturali che aiutino a superare la fase dell'emergenza. E portiamo a casa più risorse rispetto ad altri. Parma, ad esempio, che è molto più grande per numero di abitanti, ha preso proporzionalmente molto meno».
Quali i criteri di assegnazione? «I progetti presentati, e noi ne abbiamo avanzati molti, e il rigore nell'applicazione dell'accordo. Piacenza è stata la città più rigorosa, pensiamo a Parma, che applicava i blocchi solo la domenica e non il giovedì. Peccato che i comuni di fascia non abbiano aderito, avremmo ottenuto ancora di più, anche da loro l'aria è molto inquinata. Da parte nostra stiamo mettendo in atto una serie di provvedimenti strutturali molto significativi sul rinnovo del parco autobus e sulle tecnologie e sistemi di distribuzione commerciale su aree urbane, è il “transit point”, un punto esterno da dove far partire i mezzi elettrici a metano e a gas. E proprio su questa voce (vd. tabella) abbiamo ottenuto uno stanziamento molto significativo».
Il Comune spenderà anche del suo? «Il Comune si impegna a raddoppiare lo stanziamento della Regione. Il governo ci mette poco o nulla, in misura minore le province».
Un giudizio sulle nuove misure, che appaiono più bilanciate rispetto alle prime. «Occorre assumere delle responsabilità precise sulla tutela della salute, preparare i cittadini al 2005 quando sarà obbligatorio lo stop ai veicoli non catalizzati e all'olio combustibile per riscaldamento. Lo scorso anno non c'era esperienza, oggi l'accordo è più mirato. Si tratta di “ridurre la febbre” mentre si consolida la cura con interventi strutturali. Con le targhe alterne il giovedì abbiamo abbattuto del 18 per cento l'inquinamento, da noi anche del 20 per cento, la domenica solo del 5 per cento. Si è valutato che è più utile limitare i veicoli impattanti, i vecchi diesel non catalizzati e i motocicli a due tempi non catalizzati. Questi veicoli tutti i giorni, da lunedì a venerdì, non circoleranno tra le 8.30 e 10.30 e dalle 17.30 alle 19.30. Da 2005 non potranno più circolare in tutta la Regione, vanno rottamati. Quanti sono? Pare intorno al 20 per cento».
E se le Pm 10 sforassero il tetto per molti giorni? «C'è autonomia del sindaco. Qualora ci fossero momenti insostenibili, per tutelare la salute possiamo aggiungere un secondo giorno. Importante è preparare la gente e coinvolgerla in scelte graduali. La Regione Emilia Romagna è stata premiata a livello europeo per questa iniziativa. E ha fatto scuola anche il nostro accordo di riduzione delle emissioni con le imprese Enel e Cementirossi, un comportamento auspicato ora per tutti nell'articolo 2 del protocollo».
I COMMERCIANI D'ACCORDO SUL GIORNO. Giudizio positivo ma restano le riserve: «Avremmo preferito misure differenti»
Prime reazioni alle nuove misure anti-smog. «Vivere in un ambiente sano è un obiettivo di tutti i cittadini e dei commercianti in particolare - premette Francesco Meazza , presidente dell'Unione Commercianti - soprattutto per quelli che esercitano nei centri storici che passano molte ore della propria vita in zone che potrebbero essere considerate a rischio di polveri sottili». «L'esperimento dello scorso anno nella nostra città - prosegue Meazza - non ci sembra però che abbia offerto elementi sensibili di miglioramento, segno evidente della poca utilità del provvedimento delle targhe alterne».
«Quest'anno - interviene il direttore dei commercianti Giovanni Struzzola - l'accordo di programma prevede una sola giornata di circolazione a targhe alterne e, questo in linea di massima ci può stare bene essendo il giovedì il giorno individuato». C'è però il timore legato al fatto che l'accordo prevede la possibilità dei singoli Comuni di individuarne un altro in aggiunta al giovedì in caso di estrema necessità. «Se ciò dovesse verificarsi per noi l'ulteriore giorno non potrà che essere, come lo scorso anno, la domenica». Il provvedimento delle targhe alterne non ha prodotto quei risultati dai tecnici regionali attesi - sostiene Struzzola - se è vero che la diminuzione delle polveri sottili si è aggirata attorno al 30per cento, «mentre il danno al commercio è stato sicuramente elevato». I commercianti restano favorevoli a misure differenti «una di queste è certamente il lavaggio frequente delle strade, una soluzione tanto valida ed efficace che quest'anno è stata inserita nell'accordo di programma». «Per avere meno inquinamento - conclude Struzzola - Piacenza dovrebbe riconvertire la Centrale elettrica, migliorare la viabilità delle strade, aumentare i parcheggi a ridosso del centro storico e strutturare meglio il servizio di trasporto pubblico che dovrebbe essere più efficiente per invogliare i cittadini a lasciare le auto nei parcheggi scambiatori». «Sarà nostra premura - afferma Meazza - seguire con attenzione l'evolversi dell'accordo di programma su Piacenza e sui Comuni limitrofi per tutelare i legittimi interessi delle categorie».
REAZIONI IN CONSIGLIO COMUNALE
Il sindaco Reggi ha illustrato i punti salienti del nuovo protocollo regionale in consiglio, incassando anche cauti apprezzamenti dalle fila dell'opposizione. Alfredo Cagnani (Forza Italia) ha definito come «un passo parzialmente positivo la rinuncia delle targhe alterne alla domenica», condividendo le misure tese a limitare la circolazione dei mezzi più inquinanti. «Rimango dubbioso - ha concluso - sul mantenimento dei divieti al giovedì, dato che non migliorano le condizioni dell'aria». Filiberto Putzu (Piacenza Nostra) ha formulato i complimenti al sindaco per i finanziamenti ottenuti ed auspicato che provvedimenti restrittivi verso le emissioni industriali siano adottati con più rigore: «Perché - ha sottolineato - secondo la ricerca regionale di Arpa emerge un corresponsabilità forte degli impianti come le centrale elettrica e delle altre fabbriche».
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