Rinviato l'incontro piacentino del responsabile dei trasporti del governo Prodi.
«Siamo al collasso. Il tavolo con Alessandro Bianchi è l'ultimo capitolo di una dura lotta, prima di passare ad estreme forme di protesta. Leggi: occupazione dei binari».
Ettore Fittavolini, presidente dell'Associazione dei Pendolari piacentini, vedeva nell'incontro previsto per oggi in municipio, l'ultima chance che viene data a governo e regioni per fronteggiare il problema dei disservizi delle Ferrovie dello Stato.
Il ministro è però rimasto bloccato a Roma per la protesta dei portuali di Gioia Tauro e a Piacenza non verrà.
«Si vede che le proteste civili contano meno delle altre - sbotta non appena appresa la notizia -. Aspetteremo ancora. Non vorremmo dover occupare i binari per farci sentire come si deve».
Per l'incontro di oggi tutto era pronto. «Mercoledì sera ci siamo incontrati nella nostra sede di Piazzale Marconi per un prepararci al fuoco di fila che ci aspetterà oggi - dice -. Con noi ci sarà l'associazione pendolari Valdarda, i loro problemi sono i nostri, anche loro sono appoggiati dal proprio sindaco in questa battaglia». «Trovo imbarazzante che il ministro Bianchi - continua - abbia il coraggio di presentarsi davanti ai pendolari dopo aver firmato gli aumenti anche per i treni Regionali e gli Espressi. Aumenti che vanno dal 4 al 10 per cento, superiori più del doppio al tasso d'inflazione. Un esempio? Piacenza - Milano prima classe è passato da 83,47 euro a 88 euro, in seconda da 55 a 58. Per non parlare dell'annuale di seconda: da 495 euro ora siamo a quota 542. Per fortuna che Mauro Moretti (ad. di Fs ndr) ci aveva rassicurato sul blocco dei prezzi per queste categorie di treni».
«Oltre tutto - proseguono i pendolari - non sono nemmeno state rispettate le procedure per la variazione delle tariffe, peraltro bloccate dal comitato interministeriale. La regione Liguria, nella persona dell'assessore Luigi Merlo, appellandosi a queste inadempienze è riuscita a fermare gli aumenti, l'Emilia Romagna non ha fatto nulla». «Ci sarà da dibattere anche sul tema delle carte di ammissione, quelle che danno diritto a viaggiare sugli IC con un abbonamento ordinario - continua Fittavolini -. Si fa credere all'utenza che siano offerte dalle Ferrovie, ma non è vero niente. Trenitalia non ce le regala: è la regione che si fa carico di finanziarle. Come? Con le nostre tasse, ovviamente».
«Altro tema scottante è il nuovo orario - prosegue il presidente -. Dal 2005 Trenitalia ha sostituito molti treni Interregionali con treni Intercity. Risultato: tempi di percorrenza dilatati e stesso numero di fermate. Identico servizio (se non più carente) a fronte di un esborso assai superiore. Poi è arrivata la novità degli Intercity Plus, con prenotazione obbligatoria del posto come per gli Eurostar. Gli unici a non avere prenotazione obbligatoria sono i pendolari, che non sanno mai se e per quanto potranno sedere su una poltrona, prima che un passeggero reclami il posto pagato». C'è di più: «Se perdo un Plus per una coincidenza andata in fumo in seguito ai ritardi delle Ferrovie, non solo non mi rimborsano il biglietto, ma se ne prendo un altro devo pagare di nuovo il supplemento per la prenotazione! Siamo al paradosso».
La lista dei pendolari continua: ritardi inumani, igiene scandalosa, pessima qualità del materiale rotabile, toilette impresentabili e quasi sempre inagibili, carrozze di prima classe che non hanno lo spazio per mettere le gambe, finestrini aperti e bloccati che obbligano a viaggiare al gelo in pieno inverno, riscaldamento che spesso non funziona, sovraffollamento di alcuni treni, aria condizionata che d'estate fa i capricci.
Per non parlare del parcheggio di viale S.Ambrogio: «Chi arriva in macchina in stazione trova di tutto: roulotte, camper, camion che occupano due, tre posti. Si sceglie l'autobus? Peccato che gli orari non siano calcolati sulla base delle partenze dei treni, si arriva sempre troppo tardi».
Proteste, richieste e proposte arrivano anche dall'altra associazione: l'Unione dei Pendolari Piacentini: «Il nostro slogan è quello delle tre "p": puntualità, più carrozze e pulizia, gli stessi che ho ribadito all'ad Mauro Moretti nel corso della puntata di Ballarò del 21 novembre scorso. Tre punti fondamentali che riassumono il nostro programma. E quando dico più carrozze voglio dire che devono essere aperte e agibili. Oggi molti treni hanno il numero di vagoni previsto, ma li chiudono perché, da contratto, i controllori non ne possono controllare più di un tot - spiega la presidentessa Marinella Chiodaroli -. A Bianchi chiederemo anche collegamenti diretti e coincidenze utili per la Liguria e il Piemonte. Con il nuovo orario i residenti a Castel San Giovanni e zone limitrofe sono costretti a raggiungere Piacenza in macchina». Filippo Manvuller
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