La prima impressione su Piacenza è che qui puoi sentire "il rumore delle stelle", dice citando il mai dimenticato Troisi. «Niente ululati di sirene, niente frastuoni», considera nel suo terzo giorno all'ombra del Gotico, dopo esser arrivato il 30 dicembre da Roma, dove nell'ambito del suo ultimo incarico precedente la nomina a prefetto ha supervisionato la sicurezza del Senato. Il prefetto Puglisi è ciò che promette, ovvero un uomo dello Stato di lungo corso, da quarant'anni in mezzo alla gente, dove oggi si augura di fare ritorno al più presto, uno che parla la lingua delle persone e non il burocratese. E' un buon auspicio, anzi ottimo, come lo è il fatto che abbia di buon grado accettato di ricevere in prefettura i giornalisti della carta stampata il primo dell'anno, al fianco della capo di Gabinetto Silvana La Saponara. «Nato sui sampietrini, vi faccio ora ritorno». Il prestigioso incarico al Senato deve essergli andato stretto ma solo perchè distante dal contatto diretto con la gente, tanto è il grado di soddisfazione che Puglisi esprime nel raccontare presente e futuro di questo suo essere il 63esimo prefetto di Piacenza, il numero tre del 2010. «La mia collaborazione qui sarà totale e assoluta, è una provincia bella, da vivere e lavorarci. Io sono abituato a stare sulla strada, sono felice di questa assegnazione: tu sei lì, ascolti, cerchi di trovare una soluzione a ciò che ti si chiede», promette. Super questore, tre volte in Toscana, una a Reggio Calabria e l'ultima, fino all'anno scorso, a Napoli, la sua nomina a prefetto costituisce un fatto piuttosto isolato nel panorama nazionale. «In Italia i prefetti che arrivano dalla polizia saranno 3 o 4», conferma Puglisi, che per questo primissimo scorcio di 2011 a Piacenza augura «serenità per tutti, la cosa più importante. E che la situazione economica possa migliorare, affinchè si scongiurino tensioni». Consapevole di essere arrivato in una città che detiene una della percentuali più elevate di immigrati, non fatica a dichiarare che, «più che i numeri, è importante la qualità e il grado dell'inserimento. Se gli immigrati sono inseriti ed hanno un lavoro, non rilevo tensioni». Ancor più delicato il tema dei rischi di infiltrazioni mafiose, temuti (e non solo) anche in riva al Po. «Fondamentale, credo - ritiene il prefetto Puglisi - è il ruolo degli osservatori in particolare delle associazioni di categoria: e niente è più efficacie nel combattere il fenomeno che la denuncia pubblica, perchè il fenomeno malavitoso si nutre di uomini-ombra, di inserimenti invisibili, oltre naturalmente al ruolo repressivo delle forze dell'ordine. Noi batteremo entrambe le piste, quella conoscitiva e quella della repressione. Riguardo a questo fenomeno contano i flussi di denaro: a ciò che viene ricavato la malavita deve trovare un investimento, e ciò, l'investimento, difficilmente avviene nei luoghi d'origine del fenomeno». Appassionato di calcio ma più ancora di tennis che pratica da molti anni da appassionato, in procinto di misurarsi con l'inverno padano («qui saranno 5 gradi meno che a Roma»), delle sue origini siciliane, meglio catanesi, dice di conservare dentro di sè una grande determinazione. Prende ancora a prestito le parole di un grande, Camilleri. «Per un siciliano o è bianco o è nero, non c'è grigio. Una prova? In siciliano non esiste il passato prossimo». Simona Segalini LIBERTA' del 02/01/2011
CHI E' ANTONINO PUGLISI
Antonino Puglisi è nato a Catania il 6 dicembre 1948. E' laureato in Giurisprudenza. Sposato, un figlio, vanta un lungo curriculum redatto nel corso delle precedenti esperienze di servizio. Entrato in Amministrazione nell'ottobre 1967 quale ufficiale del disciolto Corpo delle Guardie di Pubblica sicurezza, al termine dei prescritti periodi di formazione è stato assegnato al 1° Raggruppamento Celere delle Guardie di P. S. di Roma, quale comandante di plotone, prima, e di compagnia, poi. Nel febbraio 1976 è stato trasferito al Raggruppamento Guardie di P. S. di Roma quale comandante del Nucleo Volanti e aiutante maggiore. Nel luglio 1980 è stato destinato al Reparto Autonomo Guardie di P. S. del Ministero dell'Interno con l'incarico di ufficiale addetto al Settore Telefonico-Telegrafico della Divisione Telecomunicazioni ed Impianti Tecnici. Trasferito, nel novembre 1983, alla Questura di Roma, ha ricoperto, negli anni, gli incarichi di addetto alla Sala Operativa, di addetto al 3° Distretto, di dirigente del Commissariato di P. S. "Porta Maggiore", di dirigente del Commissariato "Viminale", di dirigente del Commissariato "Castro Pretorio" e, quindi, di dirigente del Commissariato "Montesacro". E' stato promosso Primo Dirigente con decorrenza 1° gennaio 1989. Sempre presso la Questura di Roma, dal 16 dicembre 1991, ha assunto le funzioni di dirigente del commissariato "Porta Pia" e, dal 16 agosto 1994, quelle di dirigente del Commissariato "Trevi - Campo Marzio". E' stato promosso Dirigente Superiore con decorrenza 1° gennaio 1996. L'11 marzo 1996 gli sono state conferite le funzioni di ispettore generale presso l'Ufficio Ispettivo per l'Italia Centrale e, dal 26 marzo successivo, è stato preposto alla Questura di Prato. Dal 10 agosto 1999, ha svolto le funzioni di Questore di Arezzo e, dal 18 giugno 2002, quelle di Questore di Livorno. Il 1° agosto 2005 è stato preposto al Servizio Polizia delle Frontiere e degli Stranieri della Direzione Centrale dell'Immigrazione e della Polizia delle Frontiere. E' stato nominato Dirigente Generale di Pubblica Sicurezza a decorrere dal 30 dicembre 2006, con le funzioni di Questore di Reggio Calabria. Nel gennaio 2008 è stato preposto alla Questura di Napoli. Il 1° aprile 2009 viene collocato in posizione di fuori ruolo, assumendo le funzioni di Direttore dell'Ispettorato di P. S. "Senato della Repubblica". Una lunga, sterminata carriera a servizio dello Stato, quella dunque del neo prefetto di Piacenza, culminante con la nomina di ieri avvenuta nella seduta del Consiglio dei ministri. Nello svolgimento degli incarichi assegnati, Puglisi ha sempre evidenziato, per giudizio unanime, elevatissime qualità professionali e dedizione, meritando l'attribuzione di numerosi riconoscimenti. Di rilievo anche l'entità dei riconoscimenti al lui attribuiti: nel corso della carriera, l'Amministrazione gli ha conferito dieci parole di lode ed un encomio solenne.
|