Il critico ospite del Cpe a Piacenza.
«Il centro è ovunque, vi appartiene gran parte dell'elettorato italiano, ma con l'attuale legge elettorale il centro è condannato a non esistere: costretto a scendere a patti innaturali per governare con forze di natura estremista come la Lega Nord, o, nel caso del centrosinistra, come Rifondazione Comunista».
Prende le mosse con l'illustrazione di un paradosso, l'intervento di Vittorio Sgarbi ieri sera all'auditorium di Sant'Ilario. Sgarbi era a Piacenza invitato nell'ambito dell'iniziativa pubblica organizzata dai giovani del Centro popolare europeo. “Utopia politica tra destra e sinistra” il titolo dell'incontro al quale hanno partecipato il fondatore del movimento Dario Squeri, l'ex assessore alla Cultura di Milano Salvatore Carruba e Cesare Zilocchi, dei Liberali piacentini. Un confronto a più voci per guadare alle prospettive di riassetto del sistema politico nazionale, dopo lo scossone delle elezioni regionali e la crisi di governo. Ma le attenzioni sono state tutte per Sgarbi, che ha svolto il suo ragionamento con la solita schiettezza. «Il bipolarismo è una chiavica»: ha sintetizzato così, con un'espressione decisamente colorita, la sua avversione per l'attuale legge elettorale seguita da una netta professione a favore del ritorno al sistema proporzionale. «In realtà il 75% degli italiani - ha spiegato - è di centro, ma è obbligata a farsi condizionare dal restante 25% che si riconosce in forze estreme come la Lega e Alternativa Sociale nello schieramento di destra, e in Rifondazione in quello di sinistra. La causa di questa stortura risiede nel fallace modello di bipolarismo che abbiamo abbracciato: le minoranze comandano con il loro potere di veto e possono dettare l'agenda dei temi politici. In realtà il paese è diviso in 6-7 aree politiche omogenee, che tramite un sistema proporzionale con sbarramento potrebbero trovare piena rappresentanza e sancire alleanze più organiche». (estratto da Libertà del 1/5/2005)
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