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ISOLA DI BALI, Indonesia
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L'Isola di Bali, meglio conosciuta come "L'Isola Degli Dei" , e' incastonata nel grande arcipelago indonesiano composto da circa 20.000 isole, ed esattamente tra l'isola di Java e l'isola di Lombok. Contrariamente alla maggioranza della popolazione indonesiana di religione musulmana, Bali e' al 95% di religione Induista.
Le localita' turistiche piu' frequentate sono:
Nusa Dua,con i suoi hotels a 5 stelle,
Jimbaran, una tranquilla baia ,
Kuta, famosa per la vita notturna,
Sanur, villaggio tradizionale Balinese,
ed Ubud, il centro culturale dell'isola.
CONSIGLI DI VIAGGIO
La stagione piu' favorevole per visitare Bali è quella "secca" che va da aprile a settembre.
Se possibile meglio organizzare il viaggio nei mesi da maggio a luglio, quando il clima è anche piu' fresco (28°C di media).
Il fuso è di 7 ore : quando a Roma sono le 8 del mattino a Bali sono le 15 (con l'ora legale in Italia
la differenza si riduce di un'ora).
Il viaggio aereo da Roma per Denpasar varia dalle 16 alle 18 ore (scalo intermedio a Singapore o
a Bangkoh).
La rupia indonesiana è la moneta locale : 1 dollaro USA corrisponde a 9.000 rupie.
Meglio cambiare i dollari all'arrivo in aeroporto, il cambio è piu' favorevole.
E' consigliabile ridurre al minimo il vestiario, perchè a Bali troverete di tutto e sarete certamente tentati dai prezzi irrisori della merce.
E' una buona idea portare un pareo, per evitare di dover noleggiare un sarong all'entrata dei templi.
Utile un cappello, occhiali da sole e crema protettiva (attenzione alle prime esposizioni solari...
siamo all'equatore !!)
Partite con le valigie mezzo vuote, perchè tornerete sicuramente carichi di acquisti, tra cui i famosi "batik". Riconoscere un batik vero da un banale batik stampato in fabbrica è facilissimo,
perchè in quello vero le due facce del tessuto saranno uguali nel disegno e nei colori.
I balinesi sono socievoli, la delinquenza è scarsa (la religione induista prevede pene severe nell'aldilà...).
Attenzione a non toccare la testa di un bambino, perchè è ritenuta la parte piu' nobile del suo corpo.
Cerimonie e rituali
Ogni fase della vita di un balinese, dalla nascita alla morte, è contrassegnata da rituali e cerimonie, note con il nome di Manusa Yadnya. La prima cerimonia avviene ancora prima della nascita. E’ usanza, infatti, che le donne al terzo mese di gravidanza partecipino a rituali di buon auspicio per la salute del nascituro.
Subito dopo la nascita del bimbo, alla placenta è riservata la cerimonia del seppellimento.
Quando il bambino compie 105 giorni, allora, per la prima volta, può appoggiare i piedi per terra.
Anche la scelta del nome del nascituro segue regole antiche: i balinesi hanno solo 4 nomi, il primo figlio si deve chiamare Wayan, il secondo Made, il terzo Nyoman e il quarto Ketut, se il numero dei figli è maggiore di 4 i nomi si ripetono con il medesimo ordine.
Nella fanciullezza ai bambini è riservato il rituale della limatura dei denti
per fare in modo che abbiano una dentatura regolare e diritta.
Il matrimonio generalmente avviene in età precoce, non è combinato, ma a causa dell'esistenza delle caste devono essere seguite regole molto severe. Due sono le forme di matrimonio : il “mapadik” in cui le famiglie dei due fidanzati si conoscono e l’uomo chiede, al cospetto dei parenti, la mano della sua donna e il “ngorod”, il cosiddetto matrimonio con fuga, in cui la coppia si nasconde e poi ricompare quando ormai è troppo tardi per fermarli.
Nella vita quotidiana uomini e donne hanno compiti differenti.
Le donne si occupano della casa, di fare offerte agli dei (ogni casa possiede un sacrario), di recarsi al mercato e di concludere scambi commerciali.
Gli uomini piantano il riso, si dedicano all’arte e accudiscono gli animali.
La cerimonia conclusiva della vita di ogni balinese, la cremazione, è anche la più importante. Generalmente si svolge diversi anni dopo la morte fisica, in quanto la preparazione richiede molto tempo, nel frattempo il corpo viene seppellito. Al momento giusto il corpo è trasportato su un’asse ricoperta di stoffa, fiori, carta, nastri. La processione è accompagnata dalla banda gamelan e da musica assordante.
La salma è quindi posta in una bara a forma di animale e immediatamente le viene dato fuoco.
I turisti che assistono a questo rituale rimangono incantati dall’atmosfera particolare e pittoresca
Artigianato
A Bali l'artigianato è una vera e propria arte.
La cittadina di Ubud ospita uno dei mercati più colorati e vivaci dell'isola, con il meglio dell'artigianato locale: ceste, scatole in legno, maschere teatrali e quant'altro a prezzi veramente stracciati.
E' l'arte della tessitura ad essere la più diffusa sull'isola e trova la sua massima espressione nel sarong balinese, dalle molteplici funzioni: indumento, lenzuolo, asciugamano...
La cittadina di Gianyar, nella zona orientale dell'isola, è uno dei più importanti centri tessili, con un gran numero di fabbriche in cui è possibile assistere alla tessitura dei sarong, che richiede circa 6 ore. Vari sono i processi e le tecniche di tintura dei sarong, la più nota è quella batik, la cui origine non è locale ma proviene dall'isola di Giava.
Attenzione a non acquistarne di falsi, stampati cioè in fabbrica: il colore di questi ultimi appare sbiadito rispetto a quelli veri e i disegni sono solo su un lato della stoffa.
Un'altra tecnica di tintura di Bali è detta endek ed utilizza fili pre-tinti, ottenendo così disegni dall'aspetto ondulato.
Particolare e tipica dell'isola è la tecnica utilizzata nel villaggio di Tenganan (Bali orientale), la cosiddetta ikat, in cui i fili della trama e quelli dell'ordito vengono pre-tinti.
Come la tessitura anche l'arte dell'intaglio ha un significato importante. Le sculture a Bali sono quasi tutte realizzate con legno locale, in particolare con il belalu, per lo più lasciato al naturale e non dipinto.
Una forma di intaglio è la realizzazione di maschere utilizzate nelle rappresentazioni teatrali e di danza che si svolgono numerose a Bali.
Musica (Gamelan)
La musica tipica indonesiana è la Gamelan. La parola Gamelan ha radici profonde: deriva da "gambel" che in balinese significa suonare e da "gamel" parola che sulla isola di Giava assumeva lo stesso significato. L’orchesta, detta anch’essa gamelan dalla musica può essere formata anche da 80 strumenti, la maggior parte dei quali comprende strumenti metallici a percussione di diverse forme e tipi. Tamburi, gong, cimbali, flauti, megafoni, strumenti a corda e altro ancora.
Bali è l’isola caratterizzata dalla Gamelan più brillante: file di megafoni con timbri differenti creano un suono particolare ed una musica che è esclusivamente a percussione. Moltissime sono le danze che accompagnano ogni tipo di musica. Gamelon Gong, ad esempio, è la musica per le cerimonie religiose. Un altro esempio è Pelog Gamelon, suonata per accompagnare le danze effettuate da donne adolescenti, note con il nome Legon.
La leggenda dei campi di riso
Un'antica leggenda spiega come mai i balinesi piantino sempre un nuovo campo di riso prima di raccogliere i frutti di quello precedente.
Secondo questa leggenda un gruppo di agricoltori, che da anni non riusciva a trarre nutrimento a sufficienza dal raccolto, promise di sacrificare un maiale agli dei se vi fosse stata abbondanza.
Poco dopo questa promessa le condizioni climatiche migliorarono e tutto sembrò favorire un raccolto copioso. Gli agricoltori, felici per quanto avvenuto, iniziarono a cercare un maiale da sacrificare, ma ogni loro tentativo fu vano.
Poichè l'ora del raccolto si avvicinava e nessuno di essi era riuscito a trovare un maiale, qualcuno propose di sacrificare un bambino al posto dell'animale.
Ad un passo dal terribile sacrificio, ad uno degli agricoltori venne in mente che la promessa era di adempire al voto dopo il raccolto, perciò se vi fosse sempre stato del riso da far crescere e da raccogliere, il sacrificio non sarebbe stato necessario.
Ecco dunque spiegata questa usanza.
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pubblicazione: 16/08/2004
aggiornamento: 16/08/2007
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