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Serchia: «L'operazione piazza Cavalli è ok»
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L'operazione del Comune di Piacenza è inappuntabile sotto l'aspetto della procedura e del metodo manutentivo-conservativo».
Sulla sostituzione di parte del selciato di Piazza Cavalli interviene l'architetto Luciano Serchia, direttore della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Parma e Piacenza. Serchia ieri, a margine del convegno della diocesi sulla Bioedilizia, da una parte ha riconosciuto la legittimità della preoccupazione dell'opinione pubblica sui lavori in corso, dall'altra ha dato semaforo verde agli stessi lavori che procedono sotto il severo controllo della Soprintendenza.
Sotto accusa è la colorazione delle nuove lastre. «La pietra utilizzata per la sostituzione - garantisce Serchia - è la stessa identica pietra del vecchio lastricato: granito del Trentino; analizzata e certificata sotto l'aspetto petrografico».
Tale tipo di granito presenta una caratteristica particolare: «I sali di ossido di ferro - spiega il Soprintendente - sciolti all'interno della struttura intercristallina della pietra, tendono ad affiorare nell'arco di 7-10 anni. Subito fuori dalla cava si presenta di un colore bianco "sale e pepe"; con il processo di invecchiamento affiora quella colorazione giallo rugginosa che possiamo notare nelle altre pietre».
Non c'è pericolo, secondo Serchia, di avere, nel frattempo, una piazza arlecchino: «Le caratteristiche fisico-chimiche delle pietre nuove verranno mitigate con un appropriato trattamento delle superfici in modo da mantenere quanto più vicino possibile la colorazione omogenea del selciato in attesa che gli ossidi di ferro affiorino». In buona sostanza una sorta di invecchiamento accompagnato.
Non solo: «La pietra è stata tagliata sul piano di calpestio, fiammata, spazzolata e sbozzata sugli angoli in modo da determinare non più un bordo netto ma relativamente arrotondato ad imitazione della trasformazione che il tempo ha effettuato sulle pietre esistenti».
Particolari che soddisfano in pieno il Soprintendente: «Sono tutte operazioni in linea con i criteri della conservazione e della corretta manutenzione delle superfici lastricate».
Operazioni che saranno illustrate alla cittadinanza con un incontro pubblico. «Con il Comune - annuncia Serchia - abbiamo concordato la convocazione di una conferenza allargata a tutta la città per dimostrare, attraverso le risultanze delle analisi chimico-scientifiche e gli interventi di lavorazione, come si sta conducendo l'operazione». L'incontro pubblico si terrà alla fine della prossima settimana o all'inizio dell'altra. Serchia risponde poi anche a coloro che ritengono ingiustificato l'intervento sostitutivo. «L'intervento è stato limitato solo alle pietre che presentano fratture multiple dalle 3 alle 6: il 15 per cento del lastricato». Ed era necessario. «Abbiamo preso in considerazione solo pietre con un numero di fratture da 3 a 6. Queste possono creare un problema alla calpestabilità della piazza. Il tipo di frattura, poi, diventa problematico se si estende ad una superficie maggiore. Teniamo anche conto di come per i francesi e gli inglesi le sostituzioni delle pietre di tutte le cattedrali gotiche, dall'arenaria alle altre, sono un comportamento manutentivo a partire dalla data di costruzione delle medesime cattedrali. Si arriverà tra un po' ad intervenire anche sul Duomo di Piacenza. Anche si tenteremo di lasciare il più possibile le pietre originali, le loro caratteristiche petrografiche sono tali che i processi di esfoliazione sono ineluttabili. Si arriverà inevitabilmente a sostituirle, non c'è nulla da fare». Federico Frighi
07/02/2009
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pubblicazione: 07/02/2009
aggiornamento: 15/03/2009
Luciano Serchia
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