Braccio di ferro tra i volontari dell'Arca di Noè e l'assessore Tarasconi
Scintille al canile comunale, anzi, è una vera "guerra" quella che è scoppiata, e che va avanti a suon di comunicati, di repliche e di controrepliche.
Da una parte ci sono i volontari dell'associazione Arca di Noè operativi al canile di via Bubba, al loro timone c'è l'avvocato Silvia Felice. Dall'altra parte, c'è per palazzo Mercanti l'assessore Katia Tarasconi.
Da un paio di settimane s'è innescato un serrato braccio di ferro.
La questione che più urgentemente, a quanto sembra, divide i cuori è relativa agli affidi dei cani.
«A noi volontari, inspiegabilmente, viene negato l'affido di quei cani più malmessi ai quali vorremmo regalare un'ultima tranche di vita non al canile ma in una pensione, in ambiente familiare, godendo di box riscaldati e quotidiane passeggiate all'aperto in libertà», sostiene l'Arca di Noè.
La Felice sulla vicenda ha scritto al sindaco, e promette battaglia, se entro 30 giorni dall'invio della missiva non le sarà pervenuta risposta ufficiale. La Tarasconi, anche a nome del sindaco, a quell'intervento aveva fornito la posizione ufficiale, ribadendo che il Comune ha l'obbligo «di vigilare sul rispetto di precisi criteri da parte di chi decide di prendere in affido un cane, innanzitutto in considerazione dei bisogni e delle caratteristiche dell'animale. I provvedimenti assunti dall'Amministrazione, di concerto con i veterinari dell'azienda Usl e della clinica di via Beati, pongono in primo piano il benessere dei cani. La struttura di via Bubba non è un hotel a cinque stelle, ma un luogo pulito, protetto, gestito con cura capillare e con la consapevolezza».
Rilancia l'Arca di Noè con la presidente: «Occorre dare risposte concrete. E sino ad ora queste risposte concrete non sono arrivate. Mi riferisco, in primo luogo, alle regole per l'adozione dei cani da parte dei volontari. Nella risposta dell'assessore si legge testualmente: "il Comune ha l'obbligo, attribuito dalla L. R. 27/2000, di vigilare sul rispetto di precisi criteri da parte di chi decide di prendere in affido un cane, innanzitutto in considerazione dei bisogni e delle caratteristiche dell'animale. I provvedimenti assunti dall'Amministrazione di concerto con i veterinari dell'Ausl e della clinica di via Beati pongono in primo piano il benessere dei cani". A quali provvedimenti fa riferimento l'assessore? Forse al divieto posto ai volontari di adottare i cani del canile? E se sì per quale motivo? Forse che i volontari non danno sufficienti garanzie di benessere per gli animali? A queste domande deve rispondere l'assessore, che dice di parlare anche a nome del sindaco. Si chiarisca una volta per tutte quali siano l'iter nonchè i criteri di valutazione per stabilire la meritevolezza di un cittadino ad adottare un ospite del canile. Forse deve garantire di tenerlo costantemente legato alla catena sotto un carro agricolo? Ed infine chi decide? L'ufficio Tutela Animali o i veterinari del canile? ».
Lapidaria ancora la Tarasconi: «I no forniti ai volontari per adottare quando sono avvenuti sono stati altamente motivati. L'adozione viene negata solo se non è funzionale al benessere dell'animale. E a decidere su questo benessere sono solo e soltanto le autorità sanitarie competenti». Simona Segalini LIBERTA' del16/11/2010
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