Fellegara: e per l'Expo 2015 offriamo industrie, non solo piatti tipici
Un'Ici più bassa per le «aziende innovative che si insediano nel nostro territorio».
E' la strada che il Comune intende battere per «richiamare imprese» a Piacenza in grado di favorire lo sviluppo economico del territorio.
Lo ha annunciato l'assessore Anna Maria Fellegara ieri in commissione consiliare 4 dove si è fatto il punto sulle politiche di contrasto alla crisi di questi anni e per accelerarne l'auspicata fuoriuscita. La seduta seguiva la recente audizione di categorie economiche e sindacati sul tema.
Ieri l'assessore ha fatto il punto ricordando l'azione condotta sin qui dall'amministrazione, a partire dai bandi mirati per aiutare con contributi finanziari le persone più in difficoltà per la perdita del posto di lavoro. C'è poi l'ingente investimento nel Tecnopolo, i due laboratori di ricerca Leap (energie rinnovabili) e Musp (macchine utensili) che hanno consentito da un lato di «portare a casa risorse significative» della Regione e dall'altro di «accompagnare» 35 aziende piacentine nella partecipazione a bandi che hanno fruttato il finanziamento di altrettanti progetti innovativi.
E' alle sollecitazioni circa un alleggerimento fiscale arrivate da alcuni commissari - da Gianni D'Amo (Piacenzacomune) a Giulia Piroli (Pd), che a loro volta si sono richiamati a uno specifico punto sollevato tanto dai sindacati quanto dagli imprenditori - che l'assessore ha introdotto il tema delle «riduzioni» Ici per i nuovi insediamenti produttivi: «Stiamo cercando di valutarne la fattibilità, c'è un solo precedente in Italia e dobbiamo farlo con attenzione per aggirare i rischi di illegittimità, ma richiamare imprese grazie a condizioni di fiscalità agevolata crediamo sia la strada da battere», ha osservato Fellegara.
Piacenza, ha aggiunto, non può permettersi di seguire il modello Parma dove «il Comune prende un'area, la urbanizza, la vende a prezzi molto contenuti scegliendo per bando il tipo di imprese che vuole». Il motivo è che qui, dopo averne occupate tante con la logistica, «non possiamo più giocarci aree di proprietà pubblica, possiamo invece puntare su aree private» - ad esempio nello stesso polo logistico dove ne esistono di «ancora sfruttabili» - senza così «sacrificare» ulteriore terreno.
Interpellata da D'Amo sul punto, Fellegara ha poi descritto come il Comune si sta muovendo in vista dell'Expo di Milano del 2015. C'è il progetto Tomato world, con il pomodoro come prodotto di punta del territorio. L'ambizione è però maggiore, «proporre non solo il prodotto da consumare», l'enogastronomia che pure ha la sua importanza, ma anche i fiori all'occhiello del nostro sistema industriale.
Ecco allora che a Piacenza Expo - il «soggetto ideale» poiché ha tra i soci il Comune, la Provincia, la Camera di commercio, le banche locali, le associazioni di categoria - si è deciso di affidare il ruolo di selezionatore dei Paesi che più possono trovare interessante l'offerta made in Piacenza. «Dal prossimo settembre si muoveranno su Milano le delegazioni dei singoli Paesi che devono decidere se partecipare all'Expo 2015, noi dobbiamo individuarne un numero specifico che sia interessato alle nostre specifiche proposte globalmente intese, comprese le nostre aziende metalmeccaniche, dell'agroalimentare, dell'energia, pensiamo alle 25 imprese leader sul territorio». Così l'assessore, che ha sottolineato la condivisione della Provincia su questo percorso: «Va bene puntare su infrastrutture come la metropolitana leggera, ma sono obiettivi incerti, questa invece è una strada concreta, qualcosa che possiamo fare». Gustavo Roccella gustavo. roccella@liberta. it LIBERTA' 06/04/2011
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