Politica becera.
Dopo la controversa battuta di Francesco Storace su Rosy Bindi, ecco un frammento di intervista di Mario Latella (corriere della Sera del 23/2/2005)
Non le è mai capitato di mettersi a piangere per una battuta cattiva di un compagno? «Una volta, avrò avuto 17 anni, uno della mia classe disse: "Certo, se la Bindi fosse bella quant’è intelligente, sarebbe miss Mondo". C’era dell’affetto, nelle sue parole, mica del disprezzo. Mi intristisce dirlo, ma solo facendo politica ho incontrato persone che, per dirla con Arturo Parisi, più che uomini sono "maschi". Ricordo ancora la battuta di Berlusconi a Brescia. Presentava la candidata di An, mi pare, e disse: "Mica come la Bindi, quella che è più intelligente che bella". La politica è più barbara della società che dovrebbe rappresentare, non per niente marginalizza le donne che infatti l’abbandonano, fuggono».
La frase di Storace non l’ha amareggiata... «Se pensano di ferirmi con questi sistemi, stanno freschi. Quando mi hanno riferito la battuta di Storace, la mia prima reazione è stata: "Stava male". Era così evidente che quella dichiarazione si sarebbe rivelata un boomerang... E poi con lui i rapporti son sempre stati buoni. O, almeno, non proprio pessimi».
«Mia madre dice: "In questa società, come fai a non tener conto dell’immagine?". Ma io ne tengo conto. A dieta mi ci metto, perché è una questione di salute e, detto fra noi, presumo anche di avere un mio stile, una mia eleganza, rispetto ai tacchi a spillo, alle ostentazioni che non sempre mi sembrano eleganti. La cura di sé è indispensabile, quello che non mi piace è trasformare attraverso l’immagine la verità di se stessi».
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