LIBERTA' del 21/01/2003 : «Sono l'ultimo che pensa di affossare il Piano strategico - commenta con tagliente soavità Augusto Rizzi - ma si deve dare certezza a chi ha lavorato gratuitamente e disinteressatamente per due anni, e in più di cinquanta incontri, che questo lavoro è servito a qualcosa. Non vorremmo fare gli utili idioti, figuriamoci gli “inutili idioti”».
Il coordinatore del Patto per Piacenza, oggi Piano Strategico, sembra combattuto - direbbe un osservatore attento - fra l'esigenza di mediare le attese istituzionali conciliando tutto il conciliabile, il dispiacere di intravedere il rischio che l'esperienza possa essere buttata a mare, e forse un po' di stanchezza dopo certe bordate sulla rappresentatività del “Patto”. Comunque sia, ieri Rizzi ha ricordato che fu tra i primi, nel '93, in Associazione Industriali, a pensare come fronteggiare il declino incipiente del nostro territorio, per raddrizzare le cose che non funzionavano. Rizzi ha anche commentato l'elenco in cui il Comitato Strategico, in questi mesi, ha ordinatamente suddiviso i progetti, alla luce di quanto dichiarato nell'incontro di ieri.
«Squeri ha confermato i progetti prioritari da monitorare per i quali occorre un'azione di controllo, perché vadano avanti». Tra quelli che restano fuori rispetto a quanto enunciato espressamente da Squeri, Rizzi ha messo l'accento sul portale per Piacenza, sul quale però erano necessarie - ammette - fasi di approfondimento e il centro di qualità e sicurezza agroalimentare, su cui anche l'Università ha convenuto sia importante una maggior definizione.
In quanto ai progetti da mettere in cantiere: Rizzi sostiene l'idea della promozione della cultura del lavoro fra gli studenti («certe iniziative già ci sono»); l'integrazione degli immigrati; il coordinamento tra gli atenei del polo universitario; il ponte-bis sul Po («è corretto quanto dice Reggi, il ponte rientra nell'intero sistema della mobilità»), il marketing territoriale. E ricorda che sul tema dello sviluppo energetico, il Patto ha sempre sostenuto la riconversione del sito di Caorso. Meno urgenti, ma validi, Rizzi cita altri progetti in qualche modo avviati: la Faggiola (pure citato da Squeri), l'aeroporto di San Damiano, ritenuto utile anche alla logistica, che esige però la messa a punto di diverse condizioni.
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