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Rimpasto di Giunta : Pd nella bufera, maggioranza a rischio

Chi credeva che il Pd di Piacenza avesse raggiunto il livello di massima tensione durante le Primarie Bersani-Renzi oppure per la formazione della prima giunta Dosi nel giugno 2012 o ancora nel corso dell'ultimo congresso provinciale, si sbagliava.
Quello in corso attorno al rimpasto dell'amministrazione di Palazzo Mercanti sembra lo "scontro finale" di una battaglia che periodicamente si ripropone e che sembra non finire mai. E la maggioranza traballa.

Il "bollettino" di ieri sembra quello definitivo: fuori Francesco Cacciatore (vicesindaco e Lavori pubblici), Pierangelo Romersi (Bilancio), Silvio Bisotti (Urbanistica), Giovanni Palladini (Welfare) e Paola Beltrani (Scuola, esponente del Centro democratico), al loro posto Stefano Cugini, Giorgio Cisini, Giorgia Buscarini, Christian Fiazza e un esponente Idv, probabilmente Luigi Gazzola.

Il primo cittadino proprio ieri ha iniziato i confronti individuali con i diretti interessati.

E' stato confermato al proprio posto Luigi Rabuffi, mentre a Francesco Cacciatore, Pierangelo Romersi e Giovanna Palladini sarebbe stata comunicata la volontà del primo cittadino di cambiare parte della squadra, senza però che per il momento venisse revocata loro la delega. "Ho bisogno di maggiore unità", avrebbe ripetuto il primo cittadino a tutti.
Tecnicismi a parte (Romersi nel corso di una conferenza stampa ha parlato ormai come ex), la loro uscita dalla giunta appare scontata al pari di quella di Paola Beltrani e Silvio Bisotti, il quale avrebbe deciso di chiamarsi fuori anche a fronte di una timida possibilità di conferma.
La formalizzazione potrebbe arrivare domani.
"Ho condiviso con Paolo i tormenti che sta vivendo in questi giorni", si è limitato a commentare Romersi.

La polemica si infiamma: nella sede del Partito democratico si è tenuta una partecipata riunione dell'area Bersani-Cuperlo-Civati in cui sono emerse pesanti critiche all'operato di Dosi. E' stata anche chiesta la convocazione urgente del direttivo cittadino.
"Ci sono problemi di merito e di metodo - ha detto a nome di tutti Giulia Piroli - e ci chiediamo per quale motivo questa decisione non sia mai stata neppure accennata in nessuno dei nostri organismi di partito. Visto che ci chiamiamo "democratici" credo sarebbe stato il minimo discuterne o quantomeno esserne informati direttamente e non dal giornale, fermo restando il rispetto dell'autonomia del sindaco. Al quale - aggiunge - vorremmo chiedere quali solo le contestazioni che sono state mosse ai 5 assessori in uscita, visto che fino ad ora il loro operato è sempre stato difeso ed elogiato. Non si può affrontare l'esigenza di un rafforzamento dell'azione amministrativa semplicemente proponendo l'epurazione di assessori non più graditi solo sulla base dell'appartenenza a correnti o mozioni congressuali".

I civatiani hanno invitato l'amministrazione a "concentrarsi sulle cose da fare per Piacenza", mentre la bersaniana Roberta Valla, sconfitta dal renziano Gianluigi Molinari al congresso provinciale, ha invitato la nuova segreteria a smetterla con "indebite quanto interessate pressioni sul sindaco".
Dosi rischia così di dover fare seriamente i conti in consiglio comunale con la spaccatura prodotta dal rimpasto: se la ferita sarà profonda, sull'Aventino potrebbero salire il capogruppo Pd Daniel Negri, Stefano Perrucci, Marco Pascai, Giulia Piroli e Sandra Ponzini, malumori anche nei Moderati Roberto Colla e Lucia Rocchi e nel consigliere del Misto, Guglielmo Zucconi. Se si considera anche la posizione spesso critica di Carlo Pallavicini (Sinistra per Piacenza) e Samuele Raggi (Italia dei valori, che potrebbe però rientrare vista la presenza di Gazzola) su molti argomenti (acqua pubblica ma non solo), non è difficile capire come la nuova giunta dovrebbe giocarsi l'approvazione di ogni provvedimento sul filo del rasoio. Con il rischio di non spuntarla.
Il M5S invita il sindaco a scegliere i nuovi consiglieri "sulla base del merito e non dell'appartenenza partitica", mentre la Lega nord chiede a Dosi di dimettersi.
Michele Rancati

LIBERTA' 10/01/2014


De Micheli al sindaco: fermati e rifletti.
«Amministrazione inefficiente e pagano solo gli assessori non renziani»


Giunta comunale, per la parlamentare piacentina Paola De Micheli: «Il rimpasto non serve. Sindaco e Pd pensino ai problemi della città».
«È evidente a tutti - afferma la De Micheli - che l'amministrazione comunale abbia problemi di funzionamento e occorra dare maggiore incisività ed efficacia alla sua azione. Ma di fronte a temi che investono innanzitutto i contenuti e il metodo di governo, il sindaco cosa fa? Non riconosce nei limiti di bilancio alcune di queste situazioni, non convoca partito e forze di maggioranza per rilanciare l'azione amministrativa coordinandosi con gli assessori, non fa un'analisi lucida delle reali possibilità che la situazione economica consente di percorrere a Piacenza. Non offre spiegazioni, se non che qualche assessore non è stato all'altezza della situazione. E decide di epurare dalla giunta gli assessori colpevoli solo di aver sostenuto qualcuno non di suo gradimento al recente congresso del Pd. Cioè nasconde i problemi, la debolezza di visione della città, e li scarica sulla testa dei piacentini, che attoniti stanno assistendo ad un regolamento di conti, invece che ad un'operazione di rilancio amministrativo. Non abbiamo bisogno di una girandola di poltrone, ma di proposte, idee e soluzioni concrete».
«E' quanto mai singolare - aggiunge - che la linea del segretario renziano del Pd di Piacenza sia lontana anni luce da quella di Matteo Renzi. Qui si procede nella direzione opposta del segretario nazionale, che sta lavorando a proposte concrete senza chiedere nuovi incarichi o cambi al governo, cercando, magari con qualche inciampo, di rappresentare tutto il partito. Mai nemmeno nella tanto vituperata "prima repubblica" si sono viste operazioni tanto spregiudicate. Quali sarebbero le gravi colpe di questi assessori? La legge affida al sindaco pieni poteri sulla composizione della giunta ed è corretto rispettare il suo spazio, ma la rappresentanza politica della maggioranza, il voto amministrativo e le competenze, maturate anche con l'esperienza, non contano più? E soprattutto chi sta decidendo per davvero il nuovo assetto dell'amministrazione comunale di Piacenza? Temo che si profili realmente il rischio di un'occupazione delle istituzioni e di un loro utilizzo da parte di qualcuno che non ha il mandato dei cittadini. Quella a cui stiamo assistendo è un'azione miope e non certo di rinnovamento. Perché gli organismi del partito, la direzione e il direttivo cittadino non sono stati mai coinvolti e non sono stati nemmeno convocati per discuterne? Nessuno si è poi curato di consultare i gruppi di maggioranza, più o meno numerosi che siano».
«Mi auguro e auguro soprattutto alla nostra amata Piacenza, che il segretario e la dirigenza del partito - conclude - si facciano interpreti del sentire di tutto il Pd, non solo degli amici di corrente. Dobbiamo pensare prima di tutto alla nostra città, che ha quanto mai bisogno di un'amministrazione forte e determinata, piuttosto che una corsa disordinata alle poltrone. Per questo confido in un'immediata convocazione degli organismi per aiutare il sindaco a non farsi risucchiare da una spirale di personalismi da teatrino della vecchia politica. E che i cittadini non comprenderebbero, se non come una resa dei conti nei confronti dei bersaniani e dei lettiani».
«Caro sindaco - conclude la De Micheli - fermati ora che puoi, rifletti prima che le questioni personali rendano l'amministrazione di Piacenza un club di amici, invece che il luogo più autorevole per governare. Oggi conta solo affrontare i problemi reali dei piacentini».

da Libertà del 10/01/2014


pubblicazione: 10/01/2014

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