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Riforma del Comune a costo zero

LIBERTA' del 13/11/2002 :
Una riforma «a costo zero» per il Comune, ma anche per i dipendenti.
E, comunque, una riforma in corso d'opera, di cui ora parte la prima fase ma che per essere giudicata compiutamente deve attendere i passi successivi.
Dunque, mal di pancia e musi lunghi, se possono anche essere comprensibili (almeno in certi casi), sono destinati a passare quando il mosaico si completerà nella sua organicità e interezza.

E' più o meno in questo modo che l'assessore al personale Anna Maria Fellegara ha inteso inquadrare la riorganizzazione del Comune voluta dalla giunta e che oggi troverà una sua prima definizione con le nomine dei dirigenti da parte del sindaco Reggi.
L'assessore ha ben presente l'aria che tira in Comune, uno scontento palpabile per come cambierà la mappa degli uffici e per il valzer delle poltrone.
«Più ci sono malumori, più significa che si sta cambiando davvero», considera in prima battuta Fellegara: ma in buona parte si tratta di uno scontento frutto di giudizi affrettati, spiega soffermandosi sui punti di forza della riforma.

Anzitutto, questa prima parte della riorganizzazione sarà «a costo zero» sia per il Comune sia per il cittadino-contribuente, nel senso che in bilancio «non si metterà un euro in più nei dirigenti né un euro in meno a danno di altri».
Anzi, per le casse di Palazzo Mercanti, sono previsti dei risparmi, almeno su alcune voci: le 15 attuali posizioni organizzative, ossia incarichi a metà strada tra gli ottavi livelli e i ruoli dirigenziali, sono state revocate; il vecchio organigramma ne prevedeva 35, quindi altre 20, entro il 2003, mentre intenzione della giunta è concepirne una ventina in tutto, spiega l'assessore.
Il trattamento economico di chi le ricopriva non è stato toccato, ma se ne saranno istituite di meno ci sarà un risparmio: «Le 15 attuali gravano sul bilancio per circa 110mila euro»; tra l'altro, sono soldi “pescati” dal fondo di produttività e per questo creavano malumori: «Se le posizioni organizzative diventano tante e sono considerate un po' autoreferenziali, sono male sopportate», considera Fellegara.

Non deve sorprendere, quindi, se nel documento di riforma varato dalla giunta non figurano centri di servizio come il teatro o la biblioteca: «Non vuol dire che perdono di importanza - spiega l'assessore - si tratta di quelle strutture che riteniamo vadano coperte dalle figure dirigenziali», dunque da chi sarà nominato a capo degli otto settori di interventi (affari istituzionali, formazione, servizi sociali, cultura, lavori pubblici, territorio, sviluppo, risorse) che prenderanno il posto delle vecchie maxi-aree. Significa, per rimanere all'esempio di prima, che il teatro sarà retto direttamente dal dirigente del settore “cultura”. E, comunque, una volta nominati, saranno i dirigenti a pensare al numero di posizioni organizzative necessario al proprio interno.

Entro febbraio-marzo l'assetto sarà più preciso.
L'impronta della nuova amministrazione si coglie nel modo in cui i vari uffici sono stati giudicati, sottolinea Fellegara:
«Abbiamo pesato di più i servizi erogati all'esterno, e questa è un'inversione di tendenza perché in passato c'era più attenzione per quelli interni».
In primo piano, dunque, i servizi sociali, «uno dei settori da tempo trascurato e su cui, invece, noi vogliamo puntare anche alla luce degli obiettivi delle linee di mandato».
Ma questo non significa che ci siano settori di serie A e di serie B, avverte l'assessore: «La formazione o le opere pubbliche, magari, non sono in prima fascia, e tuttavia hanno visto una confluenza di risorse su di loro molto forte perché sono stategici per il programma di governo». Altra inversione di tendenza, l'eliminazione degli incarichi ad interim - come l'ufficio traffico accorpato alla polizia municipale o i servizi anagrafici in capo a un dirigente d'area - giudicati una formula non efficace. Ma a scomparire è anche una figura come il capo del personale, visto che ora c'è già chi ci pensa: il direttore generale.
Gustavo Roccella


Comune, la nuova mappa dei dirigenti
Girandola di nomi: servizi sociali a Prati, la cultura a Pronti.

LIBERTA' del 14/11/2002 :
Uno per uno nell'ufficio del sindaco per ricevere dalle sue mani l'incarico assegnato. Si è svolta così ieri la cerimonia di attribuzione degli incarichi di vertice del Comune, con i 35 dirigenti convocati in municipio nel pomeriggio (suddivisi in tre tronconi) per conoscere il proprio destino dopo che il toto-nomine di questi giorni ha tenuto molti di loro con il fiato sospeso.
Una vorticosa girandola di nomi e poltrone ha fatto da preludio all'atto conclusivo - le nomine appunto - della riorganizzazione degli uffici voluta dalla giunta Reggi. Ma quella che va a chiudersi è solo la prima parte: la riforma procederà per tappe e la prossima, da qui a febbraio-marzo, vedrà aprirsi la partita delle posizioni organizzative, quelle funzioni cioè, a metà strada tra i ruoli dirigenziali e gli ottavi livelli, che devono ancora trovare definizione.
E' il caso di strutture anche importanti, come teatro, biblioteca, sport, che non hanno un loro posto nell'organigramma essendo state per il momento azzerate.

Ieri hanno, dunque, trovato collocazione i 35 dirigenti in forza al Comune (gli incarichi hanno durata biennale).
Gli uffici del “Palazzo” hanno l'articolazione indicata nel grafico a fianco.
Al vertice della macchina amministrativa spariscono le cinque “maxi-aree” preesistenti: territorio (con a capo Mario Zumbo), servizi civici (Adriano Visai), ragioneria (Gabriella Brizzolara), servizi sociali e istituzionali (Giorgio Braghieri), patrimonio e lavori pubblici (Enzo Maria Crippa)
Al loro posto otto “settori”: servizi sociali, affidati a Giorgio Prati, che prima era a capo del servizio formazione; risorse, dove trova conferma Brizzolara; opere pubbliche, andato ancora a Crippa; sviluppo economico, in carico a Visai; affari generali e istituzionali, con conferma per Braghieri; formazione, attribuito ad Angela Longeri, che proviene dai servizi demografici (ma già spostata al personale dall'attuale amministrazione subito dopo l'insediamento); cultura, affidata a Stefano Pronti, fino ad oggi direttore del teatro; territorio, con nomina per Claudio Maccagni, proveniente dal servizio sistemi informativi e territoriali.

Accanto ai settori quattro “unità di progetto”: trasformazione urbana (area ex Unicem, nuovo palazzo degli uffici, Borgofaxhall, polo logistico), affidata a Zumbo; riqualificazione verde e sistema dei parchi, dove trova conferma Stefano Benedetti; Piacenza giovani, assegnato a Massimo Tirotti, fino a oggi direttore della biblioteca; pari opportunità, che va a Piera Maiocchi, proveniente dal servizio anziani.

Il grafico elenca settori e progetti secondo la graduatoria definita dalla giunta sulla base dei “pesi” attribuiti a ciascuna struttura.
Un giudizio che tiene conto di vari elementi, dalla complessità organizzativa al carico di competenze, ma che soprattutto rispecchia quanto l'amministrazione ritiene maggiormente strategico rispetto ai suoi obiettivi programmatici.
Cambiano conseguentemente anche le retribuzioni di posizione assegnate a ciascun incarico dirigenziale: nella fascia alta troviamo servizi sociali, risorse, opere pubbliche, trasformazione urbana (tutte con 20.658 euro di indennità); a seguire sviluppo economico e affari generali (19.635 euro); e così via.
Criterio che vale anche per le altre strutture cui ieri sono stati assegnati i dirigenti e cioè “servizi” e “uffici di staff”.
Va tenuto presente che le restribuzioni di posizione sono riportate nel loro importo annuale complessivo.
Si tratta di voci che si aggiungono allo stipendio base dei dirigenti e, comunque, se anche certe collocazioni sono cambiate, l'attuale giro di nomine non comporterà alleggerimenti in busta paga: ai dirigenti “retrocessi” saranno infatti confermate le retribuzioni di posizione percepite fino a ieri.

In soldoni, si può calcolare che ai piani dirigenziali più alti si continuerà a viaggiare intorno ai 125mila euro lordi all'anno, fino a scendere di circa la metà ai gradini più bassi della scala (in cifre nette significa stipendi mensili dai 1.600 ai 3.100 euro).

Ma vediamo servizi e uffici di staff.
La Polizia municipale resta a Carlo Sartori (che però non avrà più l'ufficio traffico, sparito dalla pianta organica per confluire nel settore territorio).
Alle entrate e patrimonio confermato Carlo Antoniotti; La progettazione va a Graziano Sacchelli, prima responsabile del progetto Piacenza per Piacenza. I servizi demografici e statistici passano ad Agostino Munari, fino a ieri ai servizi sociali.
Al commercio resta Giuseppe Bassi e l'avvocatura a Elena Vezzulli. Staff del sindaco confermato a Floriana Iosefo (responsabile del personale con la precedente amministrazione).
L'urbanistica, fino ad oggi guidata da Gaetano Fedele, si spezza in due: attuazione urbanistica, per Fedele e programmazione urbanistica per Giuseppe Bolzoni, che era alla riqualificazione urbana. Scambio di posti tra edilizia e fabbricati: alla prima va Luigi Villa che lascia i secondi a Taziano Giannessi.
Conferma all'ambiente per Fulvio Poggi, mentre a capo della legge 626/94 (sicurezza nei luoghi di lavoro) va Alessandro Camoni, che stava ai lavori pubblici. Pietro Ferrari resta allo staff del consiglio comunale (era alla segreteria del sindaco con la giunta precedente), Giorgio Bassi alle strade, e Antonella Gigli al museo.
Una novità l'ufficio di staff del segretario generale, affidato a Pierangelo Maradini.
Ai servizi agli invalidi va Lidia Schiavi, fino a oggi alla 626, mentre il nuovo ufficio di staff del direttore generale tocca a Luciana Zanarelli che reggeva l'ufficio tutela animali (non più previsto).
Incarichi confermati alle farmacie: Giovanni Filoni (coordinatore), Giuseppina Rosi (farmacia 1), Gabriella Losi (2) e Sandra Orenchi (3).
Gustavo Roccella



pubblicazione: 14/11/2002
aggiornamento: 24/09/2005

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