Siamo 43esimi in classifica, ma sempre ultimi per i nitrati
da Libertà del 17/10/2003
Acqua potabile a parte (siamo primi nella sinistra hit parade della presenza di nitrati) Piacenza è una città discretamente eco-vivibile. Certo non come la vicina Cremona, “regina” dell'ambiente urbano. Ma comunque in buona posizione. Lo conferma la la fotografia scattata dal dossier «Ecosistema urbano 2004» di Legambiente, presentato ieri proprio a Cremona. Dieci anni di monitoraggio sulla qualità dei 103 capoluoghi di provincia. Una ricognizione che attraverso questionari e interviste ha raccolto informazioni e dati su circa settanta parametri ambientali. Si va dalla qualità di aria e acqua all'inquinamento acustico; dai consumi (di acqua ed energia) alla produzione e smaltimento dei rifiuti; dalla gestione e congestione del traffico fino alla presenza di aree pedonalizzate, giardini pubblici, piste ciclabili. In generale le città italiane vengono bocciate in salute urbana. Solo tre, Cremona, Sondrio e Verbania, hanno ottenuto la corona di regine dell'ambiente cittadino. Per il resto, trovare città sostenibili è una battaglia quasi persa. Contro l'inquinamento dell'aria urbana e il traffico sono state attivate - secondo gli ambientalisti - solo azioni di contenimento mentre si allarga la forbice Nord-Sud.
Piacenza 43esima - Piacenza è 43esima (con una percentuale del 53,4 per cento di eco-sostenibilità), aggregata alla fascia dei capoluoghi di provincia a cui è stato attribuito il giudizio “discreto” e comunque con una percentuale di ecovivibilità superiore alla media italiana (50,7%), lontanissima dalla coda di questa graduatoria dove si concentrano centri urbani per lo più siciliani: Agrigento (30,5%, Enna (31,6%), Reggio Calabria (32,1%), Messina (32,2%), Catania (32,7%), Ragusa (34,5%). Lo scorso anno eravamo tre posizioni più in basso, 46esimi, ma inclusi nella stessa fascia.
Cosa non va - La nostra città non ottiene “menzioni speciali” come Ferrara e Roma (per le Ztl), Bolzano (per la bioarchitettura), Siena (per città digitale) e Mantova (per lo screening ambientale), ma evidenzia comunque ottimi primati. Poco abusivismo edilizio, molta raccolta differenziata dei rifiuti, una discreta qualità dell'aria (quantomeno se rapportata alla media nazionale). E il “solito” problema dell'acqua potabile. Per il resto, sempre stando alle valutazione degli ambientalisti, all'ombra del Gotico si consumano troppo carburante e troppa energia elettrica, si spreca troppa acqua. Mancano isole pedonali vere e proprie, verde urbano e piste ciclabili. Ma ecco, sui principali parametri disponibili, qual'è la situazione della nostra città.
Abusivismo edilizio- 12ª - Piacenza è in ottima posizione, 12esima con 0,41 case abusive ogni mille famiglie. Prima è Trieste (0,13) e ultima Caserta (5,99).
Consumo di benzina - 91ª - Altro primato negativo, consumiamo troppo carburante (benzina e gasolio): un consumo medio di 920 chili di petrolio per abitante, che ci colloca al 91esimo posto della graduatoria nazionale.
Consumo di elettricità - 83ª - Secondo Legambiente consumiamo troppa elettricità ed infatti in questa classifica siamo 83esimi (prima è Potenza, ultima Aosta). Ogni piacentino consuma 1149 kWh all'anno per uso domestico (a Potenza sono 779 kWh e ad Aosta 1545 kWh).
Qualità dell'acqua potabile - 102ª - Resta la nostra “croce”, questa graduatoria. Siamo ultimi in Italia - secondo Legambiente - con una concentrazione di 35,4 milligrammi per litro. Al primo posto troviamo Vibo Valentia (totale assenza di nitrati nell'acqua) e Sassari (0,1 microgrammi per litro).
Consumo acqua potabile - 58ª - Ogni giorno il, sistema idrico urbano eroga 288 litri d'acqua potabile per abitante. Una quantità che ci colloca al 58esimo posto nell'eco-classifica del risparmio d'acqua. Prima è Taranto (probabilmente più per penuria che per scelta) con 140 litri; ultima Reggio Calabria con 612 litri.
Produzione rifiuti solidi urbani - 89ª - Produciamo troppi rifiuti: esattamente 679 chili all'anno per abitante di rifiuti solidi urbani al lordo delle raccolte differenziate. A Isernia (prima in classifica) 264 chili; a Rimini (ultima) 858 chili.
Raccolta differenziata - 12ª - Piacenza è messa bene. Dodicesima con il 32,4 per cento rispetto al totale dei rifiuti prodotti. La città più “riciclona” è Verbania con 52,1 per cento e la meno attenta a questo tipo di iniziative Catanzaro con lo 0,7 per cento.
Monitoraggio aria - 1ª - Piacenza è tra le città (oltre una cinquantina) il cui sistema di monitoraggio viene giudicato adeguato (anche se non comprende un rilevamento costante del benzene).
Qualità dell'aria - polveri 16ª - La città in cui si respira l'aria migliore è Arezzo con la minor concentrazione media (20 microgrammi per metro cubo) di polveri sottili nell'aria. Quelle che stanno peggio: Torino (77), Taranto (67), Milano (66) e Genova (66). Anche tenendo conto del fatto che il limite per la protezione umana previsto dalla direttiva comunitaria è di 44,8 microgrammi per metro cubo, Piacenza - che in questa classifica è 16esima - non è messa male, “solo” 35 microgrammi per metrocubo.
Qualità dell'aria - biossido 41ª - Le concentrazioni di biossido di azoto nell'aria ci vedono al 41esimo posto della graduatoria nazionale.
Isole pedonali - 84ª - Il dato relativo alla superficie stradale pedonalizzata in modo permanente ci penalizza poichè - secondo gli ambientalisti - Piacenza non ha una vera e propria “isola pedonale” (neanche corso Vittorio Emanuele, via XX Settembre e via Calzolai vengono considerate tali) ed è per questo in ultima posizione nella graduatoria nazionale (peraltro in ottima compagnia).
Zone a traffico limitato - 25ª - La nostra città ha una media di 4,29 metri quadrati di “isola pedonale” per abitante. Un risultato che ci colloca al 25esimo posto di una graduatoria che vede super-virtuosa Siena (31,68 metri quadrati per abitante) ed ultime ben nove città che non hanno una zona a traffico limitato.
Piste ciclabili - 25ª - Ogni abitante di Piacenza ha una media di 0,22 metri di pista ciclabile. Un risultato - così a occhio e croce - non proprio lusinghiero, ma che comunque ci colloca al 25esimo posto di una graduatoria che vede davanti Sondrio con più di mezzo metro (0,69) per abitante e in coda un lungo elenco di capoluoghi di provincia che ancora non hanno piste ciclabili.
Verde urbano - 22ª - Anche qui le cose vanno meglio che nella maggior parte delle città italiane. Ognuno abitante di Piacenza ha 13,5 metri di verde urbano; pochi se paragonati ai 35,6 metri di un abitante di Pesaro (prima in questa hit parade); tanti se rapportati 0,3 metri di un abitante di Catanzaro (fanalino di coda).
Capacità di depurazione - 1ª - Piacenza è prima ex-aequo con gli altri ventitrè capoluoghi di provincia italiani che hanno il 100 per cento di abitanti allacciati alla rete fognaria.
Trasporto pubblico - 21ª - La graduatoria sull'uso del trasporto pubblico è divisa in tre fasce e calcolata con i viaggi annui effettuati in media da ogni abitante. Nelle grandi città Roma è prima (481 viaggi) e Bari ultima (70 viaggi); nelle piccole città Rieti è prima (96) e Vibo Valentia ultima (1). Piacenza (76 viaggi per abitante all'anno) è inserita nella classifica delle città di medie dimensioni, che vede prima Trieste (329) e ultima Siracusa (3).
Motorizzazione - 62ª - La classifica considera ovviamente “virtuose” le città come meno auto private circolanti. Venezia (ovviamente!) è prima con 43 auto ogni 100 abitanti; Aosta ultima con 96 auto. E Piacenza? Siamo in 62esima posizione con 64 auto private circolanti ogni 100 abitanti.
Certificazione iso 14001 - 4ª - Questa certificazione costituisce un indicatore del grado di innovazione e attenzione all'ambiente da parte delle imprese. E Piacenza è quarta, ottimo risultato, dietro a Isernia, Chieti e Trapani.
Eco management - 40ª - L'eco-management è la capacità di risposta delle pubbliche amministrazioni e fa riferimento a cinque parametri di valutazione (con indice sintetico in base 100). Piacenza è 40esima con 45 in una classifica che vede prima Lecce (100) ed ultime Isernia, Avellino, Messina, Viterbo, Siracusa, Ragusa (0). il commento - «Mentre si va definitivamente consolidando il proficuo rapporto fra i sindaci e il territorio - ha detto il presidente di Legambiente, Ermete Realacci commentando i dati - arrivano segnali che rischiano di annacquarne la sostanza: lo Stato centrale, ad onta del federalismo, vuole tornare protagonista indiscusso quando si parli di opere pubbliche. Comuni e province vengono poi costretti a tirare la cinghia. Tagli che, se li sommiamo all'assenza di efficaci e sistematiche politiche nazionali per la lotta al traffico, ai consumi insostenibili, e all'inquinamento, indeboliranno l'opera avviata dai sindaci in questi anni». Giorgio Lambri
|