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25
settembre
2023
Santa Cleofa



Rifiuti, via al rinnovo delle tariffe.

La riforma della tariffa dei rifiuti (tarsu) è stata approvata ieri dal consiglio comunale. Via libera perciò, dal 2005, a un adeguamento che, pur non portando un euro in più allo specifico gettito tributario, redistribuisce i carichi tra le utenze sulla base del principio-guida che “chi più produce rifiuti, più paga”.
Riforma approvata, ma con qualche scossone di troppo nella maggioranza, che ha visto il dissenso di Graziano Celli (Ds).
Colpa di un ordine del giorno (odg) preparato in seno alla coalizione di governo però mai presentato. Era finalizzato a far esaminare dalla giunta delle misure di «alleggerimento del peso economico» per le utenze particolarmente colpite dai rincari, specie quelle non domestiche come ortofrutta, fioristi, pescherie, bar e ristoranti, oggetto di aumenti anche fino al 127%.
Ma in aula la discussione generale si è chiusa un po' frettolosamente e, quando Pierangelo Romersi (Margherita) si è prenotato per, così è parso di capire, illustrare l'odg - non si sa se quello descritto o un secondo, pure già pronto e più segnatamente orientato verso analoghe mitigazioni per un'altra categoria di utenti colpita dagli aumenti, cioè le famiglie numerose -, si era oramai alle dichiarazioni di voto, dunque a tempo scaduto per la presentazione di alcunché.
Di qui la contrarietà di Celli che ha annunciato il suo “no” facendo presente che senza l'odg giudica «non esauriente la discussione».
Ma il voto ha subito dopo dimostrato che l'insoddisfazione non era sua soltanto.
Romersi ed Emanuele Pasquali (dielle pure lui) si sono astenuti, probabilmente vedendo sfumare l'altro odg.
Ancor più insoddisfatta l'opposizione, che con Carlo Mazza (gruppo misto) ha provato a far ritirare il provvedimento. Soprattutto procedurali le contestazioni. Nel mirino «la fretta» con cui è stata portata al vaglio del consiglio la riforma della tarsu, spuntata all'improvviso, a giudizio del centrodestra, nella commissione consiliare della settimana scorsa e senza adeguato consulto con le categorie economiche interessate.
La richiesta di Mazza per rimandare le novità di sei mesi o di un anno, è stata respinta. ma il suo stesso tasto è stato poi battuto da Sandro Ballerini (Forza Italia), secondo cui l'applicazione dei parametri di legge porta a delle «assurdità» tra le tariffe introdotte (ad esempio l'aumento per gli autosaloni e la riduzione per le banche) e soprattutto da Tommaso Foti (An) che ha contestato che si tratti di un obbligo di legge, ritenendola invece «una scelta tutta politica». «Vergognoso», a suo giudizio, che le tariffe siano state rimodulate tra le utenze «manipolando i coefficienti senza che siano state fornite le spiegazioni». E poiché, dopo il periodo transitorio partito nel '99, tocca ora passare dalla tassa alla tariffa in via definitiva («Ma la Finanziaria potrebbe mettere in conto nuovi slittamenti»), è bene farlo con «requisiti di certezza», ha ammonito Foti.
All'opposizione, in sostanza, non è bastata l'illustrazione del vicesindaco Anna Maria Fellegara che ha ripercorso l'evoluzione del prelievo tributario sul servizio rifiuti.
A differenza della tassa, la tariffa, introdotta con la giunta Guidotti sulla scorta del decreto Ronchi, prevede una proporzionalità tra il servizio ricevuto e il costo da sostenere, senza tenere conto del reddito dei cittadini.
Le norme dividono le utenze in due categorie, domestiche e non domestiche, e ipotizzano delle classificazioni presuntive sulla base dei metri quadrati occupati, del numero di componenti il nucleo familiare e dell'attività economica svolta, ma lasciano ai singoli Comuni la possibilità di aggiustare meglio il tiro compiendo misurazioni legate alla realtà locale.
La giunta Reggi, dopo essersi insediata, ha affidato a Tesa uno studio volto proprio a verificare l'adeguatezza delle tariffe applicate sperimentalmente all'inizio.
Si è esaminato un campione di utenze cercando di risalire alle reali produzioni di rifiuti.
Ora i risultati sono pronti e con loro simulazioni statistiche giudicate più precise.
Questa la ricostruzione di Fellegara, secondo cui lasciar passare altro tempo significa contravvenire a un'esigenza di «equità» complessiva del sistema.
Perché, essendo un'operazione a saldo zero (il gettito deve coprire il costo di smaltimento rifiuti che nel 2005 sarà lo stesso del 2004), se è vero che certe utenze sono penalizzate dalla riforma, ce ne sono altre alleggerite e «la persistenza a loro carico della tariffa attuale non sarebbe equa».
Fermo restando, ha annotato il vicesindaco, che le normative prevedono «margini di oscillazione assai ridotti tra parametri minimi e massimi».
E c'è anche un discorso di legittimità da tenere presente, l'hanno spalleggiata l'assessore al commercio Alberto Squeri e Carlo Berra (Ds), legato al fatto che «se i dati dimostrano inadeguate le attuali tariffe se ne deve prendere responsabilmente atto».


pubblicazione: 14/12/2004
aggiornamento: 19/03/2005

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 :..  Rifiuti



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