Produciamo tanta spazzatura, troppa secondo gli ambientalisti. Ma siamo anche “virtuosi” perchè sappiamo raccoglierla in modo differenziato. Tutto questo in un panorama nazionale in cui i rifiuti continuano ad aumentare e (in controtendenza rispetto a Piacenza) la raccolta differenziata stenta a decollare in modo omogeneo. Ad affermarlo è Legambiente, che ieri ha fatto il punto sulla gestione dei rifiuti nel Bel Paese, in occasione di un convegno “La gestione dei rifiuti: dalla prevenzione allo smaltimento” svoltosi a Roma.
Piacenza è 89ª su 103 capoluoghi di provincia nella hit parade della produzione di rifiuti solidi urbani. Ogni piacentino ne “crea” 679 chili all'anno. ù Tanti, se paragonati ai 264 chili pro-capite degli abitanti di Isernia, pochi se messi invece a confronto con gli 858 chili dei residenti di Rimini.
Ma, come accennato, a questo primato negativo fa riscontro quello positivo relativo alla raccolta differenziata, che assorbe a Piacenza il 32,4 per cento del totale dei rifiuti solidi urbani prodotti nella nostra provincia. In questa graduatoria, che vede in testa Verbania (52,1%) e fanalino di coda Catanzaro (0,7%) la nostra realtà è collocata tra le migliori, al 12° posto, secondi in Emilia (dietro a Reggio) e davanti a grandi città come Milano, Roma, Bologna, Torino e Genova.
«I dati piacentini sono significativi - commenta Marco Natali, di Legambiente Piacenza - da un lato abbiamo una buona raccolta differenziata, che però è ancora ancora lontana da quello che si è proposto il Piano provinciale dei rifiuti, che prevede l'approdo al 50 per cento entro il 2005. E dall'altro abbiamo il dato inquietante, che riguarda la produzione. Inquietante perchè, se non diminuiamo la produzione rischiamo di vanificare i risultati positivi ottenuti con la raccolta differenziata». (omissis) Natali suggerisce anche «un sistema tariffario che premi coloro che producono meno rifiuti e che superi l'iniqua tariffazione legata solo alla superficie degli immboli ed al numero dei comonenti del nucleo famigliare».
|