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giovedì
28
settembre
2023
San Venceslao
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Ribellione contro le parigine sul Corso
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Il Corso si ribella alle "parigine". Detta così potrebbe sembrare una dichiarazione di guerra alle donne della Ville Lumière. Ma in realtà sono sul piede di guerra i commercianti e molti automobilisti del primo tratto di corso Vittorio Emanuele che dalla statua di Sant'Antonino arriva fino all'incrocio con lo stradone Farnese: si sentono abbandonati e si dichiarano disposti «a fare come i profughi che hanno manifestato sotto il municipio. Così forse ci ascolteranno». Nel frattempo le lamentele fioccano davanti alle "odiate" parigine che proprio qualche giorno fa sono state apposte per delimitare la pista ciclabile. Fin qui, tutto sembrerebbe andare per il verso giusto: eppure qualche problema la presenza dei famigerati colonnotti sembra averla creata dato che anche ieri mattina diversi camion di carico e scarico hanno avuto non pochi disagi per depositare la merce e numerosi ciclisti si sono ritrovati a fare la gimcana fra il traffico. Sotto l'occhio torvo dei commercianti a cui queste parigine proprio non vanno giù. «Va bene combattere il parcheggio selvaggio, ma qua hanno creato dei problemi ulteriori - tuona Floriana Zanatti da dietro il banco del suo negozio di abbigliamento - questo tratto di corso Vittorio Emanuele lavora ancora perché i commercianti si basano sul passaggio: mettere delle parigine significa stringere la strada, bloccare il traffico e creare dei grossi problemi a noi per il carico e scarico». La conferma arriva anche da Fabio Barilati, intento a fare "i salti mortali" per non intasare la via con il camion che deve scaricare: «Lo devo mettere a un chilometro di distanza? » chiede ironicamente. Dello stesso avviso anche il pizzaiolo Alfonso Luca e Mario Cordani del negozio di biancheria: «Se i camion devono scaricare della merce nei nostri negozi non riescono». «Se dalle altre parti le parigine sono state tolte, un motivo ci sarà no? » ha dichiarato Cinzia Molinaroli dal suo negozio di ottica. «Noi commercianti non siamo affatto contenti». «Io sinceramente non ho parole - ha dichiarato Giorgia Forlini - con tutte le strade rotte che ci sono, è necessario spendere dei soldi così inutilmente per delle parigine qui? ». «Non capisco il senso di metterle quando c'è già un progetto con la prospettiva di toglierle» ha dichiarato Boris Zupancic, mentre Giuseppina e Lodovica Bergonzi hanno evidenziato «l'inutilità di restringere così una strada». Particolarmente agguerrita è la merciaia storica di questo tratto di corso Antonella Rabizzoni: «Questa era una delle poche strade grandi di Piacenza: fra le parigine e l'annuncio dei prossimi lavori diventerà una strada adatta forse per qualche triciclo, dato che la si vuole restringere» ha ironizzato amaramente «come faranno i camioncini della spazzatura a fermarsi? ». Nel mirino di Rabizzoni, ma anche del barista Pietro Dainesi finisce poi la dichiarazione del sindaco Paolo Dosi di giovedì in Consiglio Comunale: «Ha detto che il vero problema di questa area è l'attrattività data dai tanti esercizi commerciali - sbottano - per noi il problema è dove i negozi chiudono. Pretendiamo chiarezza: stamattina non siamo stati ricevuti dal sindaco, ma vogliamo incontrarlo». Betty Paraboschi Libertà del 12/07/2014
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pubblicazione: 13/07/2014
aggiornamento: 14/07/2014
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