È stato approvato in via definitiva l'affidamento del servizio di trasporto pubblico locale a Tempi spa.
Ne dà notizia Tempi Agenzia che ieri ha riunito il cda per deliberare il passaggio che completa l'iter di gara che in luglio ha visto l'aggiudicazione dell'appalto, ma in via provvisoria, a Tempi, unica candidata all'asta. Il cda dell'Agenzia, guidato da Lorenzo Boscarelli e composto da Carla Antonini e Daniele Rampini, esprime «soddisfazione per la conclusione dell'iter di gara e l'augurio che ciò favorisca il raggiungimento dei livelli di qualità di servizio e di efficienza operativa corrispondenti alle attese degli utenti e alle esigenze degli enti proprietari».
Già, perché adesso si volta davvero pagina nella gestione degli autobus, tocca rimboccarsi le maniche per affrontare il nodo del deficit di bilancio. Viaggia a quota 1,5 milioni di euro, da quest'anno non ci saranno più i fondi regionali per coprire le perdite e Comune e Provincia, gli enti proprietari sia di Tempi che di Tempi Agenzia, hanno poca voglia di mettere mano al portafoglio.
Nel 2007 il pareggio di bilancio, è l'obiettivo che hanno indicato alle due aziende: risparmi ovunque sia possibile, sinergie, ricavi da irrobustire.
Ma la ricetta anti-deficit passa anche per un radicale mutamento di Tempi Agenzia: Comune e Provincia, come ha spiegato il vicesindaco Anna Maria Fellegara, vogliono, sul modello dell'Agenzia d'ambito (ente che definisce la programmazione per rifiuti e ciclo idrico), allargare la compagine sociale a tutte le municipalità del territorio chiamandole così a un coinvolgimento decisionale sulle politiche del trasporto pubblico, ma anche a una responsabilizzazione finanziaria. Queste cose Fellegara le ha spiegate in commissione consiliare martedì scorso. Doveva essere l'audizione anche dei vertici dell'Agenzia, invece c'erano solo quelli di Tempi, e l'assenza, non giustificata, ha sollevato diffusi malumori tra i commissari.
Si è trattato di un malinteso, dice oggi Boscarelli, dopo che sul punto è intervenuta anche Antonini informando di essere stata stoppata dal presidente dell'Agenzia dal partecipare in sua vece all'audizione. Boscarelli conferma che con il suo cda «si era concordato, essendo io impegnato per lavoro (cosa di cui avevo dato comunicazione al presidente della commissione Graziano Celli), di non partecipare, ma ci si è dimenticati di avvertire Celli». È stato, dunque, «solo un malinteso», conclude Boscarelli, nessun “boicottaggio” dell'audizione, come invece si era sospettato, nessun dissenso sul profondo riassetto dell'Agenzia che proprio in quella sede è stato annunciato.
Nessun dissenso, e tuttavia non è che Boscarelli sprizzi di entusiasmo. Anzi, il piano di riforma sembra lasciarlo freddino: «Le buone intenzioni ci sono, mi auguro che siano seguite dai fatti. È un cambiamento societario radicale la cui praticabilità giuridica non spetta a me valutare, prendiamo atto di questa intenzione del sindaco, però non so quanto sia facile avere una compagine sociale con tutti i Comuni seguendo il modello dell'Agenzia d'ambito».
Ma nemmeno «dal punto di vista politico» Boscarelli vede filare tutto liscio: «Non so quanto i Comuni accetteranno di buon grado questo coinvolgimento finanziario».
Per il presidente dell'Agenzia, peraltro, la gestione dei bus potrebbe raggiungere il pareggio senza soverchie difficoltà e senza pensare a rivoluzioni, pare proprio di capire: «Sicuramente ci sono possibilità di efficientamento, risparmiare costi che consentano il pareggio di bilancio è fattibile, poi è ovvio che c'è una serie di vincoli di cui va tenuto conto. E tuttavia secondo me si può fare senza richiedere sacrifici ai lavoratori, ma in maniera oculata come noi abbiamo sempre fatto dimostrando di riuscire a contenere i costi».
Sono cose di cui Boscarelli ha parlato ieri con il sindaco Roberto Reggi: «Abbiamo fatto il punto della situazione ora che c'è l'affidamento definitivo del servizio e che tutti i ricorsi contro la gara sono stati respinti. Adesso dobbiamo stipulare il contratto di servizio con Tempi, che regolerà i rapporti su basi nuove. Ma c'è soprattutto da rimboccarsi le maniche per rientrare dal deficit». Gustavo Roccella, Libertà del 16 ottobre 2005
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