Reggi dice sì allo scalo merci a San Damiano. Concordanza di vedute con Gatti. Linea minimalista sul porto fluviale
da LIBERTA' del 17/07/2002
«Se ci fosse anche lo scalo merci, sarebbe la ciliegina sulla torta del nostro progetto di polo logistico». Così il sindaco Roberto Reggi dopo che ieri ha incontrato il presidente della Camera di Commercio, Luigi Gatti con cui si è confrontato su una serie di opere che sono in agenda per lo sviluppo del territorio piacentino. Tra le quali figura il progetto di riconversione a scalo merci di una parte dell'aeroporto militare di San Damiano, un progetto su cui la Camera di Commercio spinge da tempo, ma che ha finora trovato più di un ostacolo sulla sua strada, non ultima l'ostilità degli abitanti di San Giorgio, il Comune interessato per competenza territoriale. «E' un'opera che rientra nel pacchetto definito all'interno del Patto per Piacenza - ha ricordato il sindaco - e siamo sicuramente interessati. Piacenza vuole assumere un ruolo internazionale nella logistica e uno scalo merci a San Damiano sarebbe funzionale, tanto più ora che è in fase di completamento l'allargamento della strada per Carpaneto che fa da collegamento tra l'aeroporto e lo snodo intermodale ferroviario di Le Mose». Certo, ha fatto presente Reggi, della cosa c'è da ragionare insieme alla Regione, visto che «deve inserirsi in un circuito di infrstrutture regionale».
Pieno appoggio poi, da parte del sindaco, all'«idea di Gatti di organizzare a Piacenza una nuova fiera sull'energia pulita e rinnovabile applicata al trasporto.
Altro tema legato ai trasporti, quello del porto fluviale. Anche questo è un progetto inserito nel Patto per Piacenza, ma Reggi fa capire che non sta nelle sue priorità: «Lo vedremo, occorre capire se sul Po abbiamo davvero bisogno di un porto in piena regola, oppure se basta un attracco». Una linea su cui Gatti si dice in sintonia: «Già come Camera di Commercio - spiega - avevamo stanziato un somma per la realizzazione di un piccolo attracco. L'idea è di partire così per verificare l'interesse della comunità provinciale, per capire se è sufficiente o se occorre qualcosa di più strutturato». Insomma, un approccio graduale, considera Gatti, «e su questo c'è concordanza di vedute sia con il Comune che con la Provincia».
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