Tra una biciclettata e la serata alla Taverna delle Fate, Roberto Reggi non si sottrae ad un bilancio sugli apparentamenti, dominati dalle montagne russe del caso-D'Amo. Come è finita, lo si sa. Il candidato del centrosinistra non è tornato sui suoi passi, l'Unione ha fatto quadrato, il "matrimonio" politico è saltato.
«Ma la mia posizione non è mai cambiata - torna a dire oggi - Non posso presentare un progetto diverso rispetto a quello premiato al primo turno, fatto da un programma e da una coalizione. I cittadini hanno votato Ulivo e lista civica, insieme al 37 per cento, dando un segnale fortissimo verso la costituzione del partito democratico, e poi parte della mia coalizione che lealmente, rispetto al programma di cinque anni fa, mi ha sostenuto sino a fine mandato».
Ma le elezioni finiscono al secondo turno, poi si apre la fase di governo e qui le cose sono ancora diverse, assicura: «Voglio governare con un metodo nuovo i prossimi cinque anni, aprire il più possibile alle voci di dissenso forte che permangono nel centrosinistra nei miei confronti». E' una questione di visione politica, non di ruggini personali, insiste: «Per me Gianni D'Amo è persona preziosa per il governo della città, come Pareti e Miglioli, intendo lavorare insieme a loro subito dopo il secondo turno, e chiedo loro di darmi fiducia in questo nuovo metodo. Prima c'era un lavoro enorme da recuperare, ritardi sulle infrastrutture. Abbiamo attuato decisioni di altri sul piano regolatore, nei prossimi cinque possiamo programmare insieme il futuro della città con il piano strutturale, ci sarà bisogno dell'intelligenza di tutti e vorrei aprire ancora di più, limitare i conflitti, dando ruoli di rilievo anche alla minoranza. Sui progetti strategici come Psc e aree militari non ci si può accontentare di una parte. Intendo far sì che sia molto più condivisa la responsabilità di governo del consiglio comunale, con presidenze di commissione e del consiglio non solo di maggioranza».
Un metodo che Reggi vede anche a livello nazionale. «Questo primo passo mi sento di farlo, anche per essere meno "mediano di mischia" e più regista».
Il tanto citato decisionismo?: «E' necessario, ma dopo percorsi meno sbrigativi che ci potremo permettere, avendo recuperato i ritardi».
Timori che il pacchetto di consensi di D'Amo si disperda? «Tanti mi voteranno comunque, altri non mi avrebbero votato neppure in apparentamento che poi è solo un tecnicismo che avrebbe danneggiato la coalizione di maggioranza, facendo perdere un consigliere all'Ulivo, non è giusto. E per chi vuol essere in maggioranza la prima occasione per dimostrarlo sarà il voto sull'assestamento di bilancio 2007». pat.sof.
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