«Non facciamo trattative, no ai premi di consolazione»
guro) Salgono o scendono le quotazioni di Roberto Reggi per un seggio in parlamento nella prossima legislatura? Quand'anche Matteo Renzi, il candidato alle primarie della cui campagna elettorale l'ex sindaco di Piacenza è il coordinatore, perdesse il ballottaggio contro Pierluigi Bersani, il peso politico comunque conquistato nel Pd dal "rottamatore" potrebbe consentirgli di spingere nelle liste delle politiche 2013 un gruppo di suoi fedelissimi, fermo restando che il sindaco di Firenze continua a dirsi non interessato a incarichi romani per sé stesso, definiti «premi di consolazione». E tra i fedelissimi, Reggi un posto dovrebbe vederselo attribuire.
Sul punto, Renzi è tornato in questi giorni dopo che in un "fuori onda" già aveva parlato di una «truppa» di suoi collaboratori da «portare» in parlamento: «Io non chiedo nulla per me né per i miei amici, ma chi sta con me è chiaro che non svanisce nel nulla. Abbiamo il 36%: che facciamo con chi sta con me, li cancelliamo? E' chiaro che no. Io trovo che sia un discorso naturale, ma la logica non è quella di chi è cooptato dal capo o accondiscendente al leader di turno». E' da capire se così «naturale» sembrerà anche ai bersaniani.
Lo stesso Reggi ieri ha comunque frenato in proposito smentendo possibili trattative con Bersani nel caso di vittoria del segretario: «Non saremo noi a fare trattative. Renzi l'ha detto chiaramente che non accetterà premi di consolazione». A dare, in ogni caso, per nulle le chances "romane" dell'ex sindaco è Federico Scarpa. In una nota di sostegno a Bersani, il segretario provinciale del Nuovo Psi critica Reggi «quando dice che il passo lo può cambiare solo chi ha il fisico, dimenticando che di solito chi la mette sul fisico e sull'arroganza ha avuto vita breve come avrà vita breve la sua carriera politica se insiste con questi arroganti atteggiamenti».
da LIBERTA' del 01/12/2012
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