Resta pesante il clima tra Roberto Reggi ed il neo presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Giacomo Marazzi.
Ieri il Consiglio Comunale si è aperto con il fuoco incrociato della minoranza di centrodestra contro la linea di opposizione a Marazzi tenuta dal sindaco e dal presidente della Provincia Gian Luigi Boiardi autori di una lettera a quattro mani in cui bocciavano la candidatura dell'amministratore delegato di Cementirossi in quanto «di parte» e «non rappresentativa della comunità piacentina».
Una presa di posizione «insipiente», frutto dell'«inaccettabile desiderio» dei vertici delle istituzioni locali di «chiedere una rappresentanza solo in termini di potere». Così l'ha bollata a palazzo Mercanti Luigi Salice (Fi) facendo da apripista agli analoghi giudizi di Emilio Gorgni Bottego, Antonio Levoni , Carlo Mazza (tutti e tre del gruppo misto), Marco Tassi (An), Massimo Trespidi, Filiberto Putzu (entrambi Fi).
Incassato il fuoco di critiche della Casa delle Libertà (Cdl), Reggi ha preso la parola. E non ha arretrato di un millimetro, anzi, è stato ancora più esplicito nel ribadire certe tesi. «Non mi sento sconfitto in questa operazione. Non rinuncerò, ogni volta che riterrò di doverlo fare, a denunciare pubblicamente un processo decisionale che non fa fare passi avanti alla città come quello che ha portato Marazzi alla Fondazione. Denuncerò tutte le volte che la città fa un passo indietro».
Reggi è convinto che di questo si sia trattato: la riprova, spiega, sta nella mancanza, tra quei 14 voti (su 25) del consiglio generale raccolti dal neopresidente, non solo dei rappresentanti di Comune e Provincia, ma anche «della maggioranza del volontariato e dei Comuni della Provincia, dell'università», vale a dire «le realtà più importanti del territorio, ovviamente insieme alla Camera di Commercio». E «anche a Vigevano, che però è un altro territorio», ha fatto notare Reggi, per cui alla conta delle schede uscite dall'urna di via Sant'Eufemia, togliendo i cinque voti “forestieri” (quelli della componente pavese), si capisce che «le realtà piacentine» che hanno eletto Marazzi «sono in minoranza» (9 su 20).
«E un sindaco, quando ciò avviene, deve denunciarlo pubblicamente e cercare di contrastarlo»; pur «sapendo, come era chiaro fin da giovedì, che i numeri erano a favore di Marazzi» e non di Gian Carlo Mazzocchi, il presidente uscente che Comune e Provincia avevano candidato, in alternativa, per un mandato-ponte di 18 mesi che servisse a «preparare una soluzione più ampiamente condivisa».
Quella che Reggi ha «in mente» è una Fondazione «che mette lì il suo bilancio a fianco delle risorse del Comune e della Provincia, del volontariato, dell'università», di modo che tra tutti questi enti, «insieme, si decidano tanto i progetti strategici per la città quanto quelli di minor portata per le varie realtà più piccole». (omissis) Secondo il sindaco in questa partita «c'è stata una parte che ha vinto e una che ha perso, e questo non fa bene alla città» e se c'è da denunciarlo pubblicamente «lo farò sempre rinunciando a quel meccanismo perverso» secondo cui certe decisioni vanno prese «nelle segrete stanze». L'augurio finale è tuttavia che «Marazzi sia capace di recuperare questa situazione», ne ha «il dovere ma anche le capacità». (estratto da Libertà del 22/3/2005)
LA DICHIARAZIONE DI MARAZZI. «Ampia maggioranza sul mio nome. Difenderò l'autonomia dell'ente»
«Ho grande entusiasmo, è un'attività nuova e mi stimola». Sono le prime battute “a caldo” rilasciate a Telelibertà dal neo-presidente della Fondazione Giacomo Marazzi, l'indomani della sua elezione. A chi gli ha chiesto se l'esito del voto rilevasse uno scarso apprezzamento nei suoi confronti da parte di enti locali e volontariato, Marazzi risponde: «Può darsi, ma ho ottenuto un consenso di ampia maggioranza e dentro c'è anche il volontariato, una parte si è astenuta, ma altri esponenti di Vigevano e anche di Piacenza mi hanno votato».
A distanza c'è spazio anche per uno scambio di “battute” con il sindaco Roberto Reggi che in consiglio comunale ha parlato di un «passo indietro» con questa elezione. «E' un'opinione del sindaco, ciascuno la pensa come vuole, forse ritiene che era meglio andare avanti come prima..».
Reggi ha anche accennato al fatto che Marazzi sarebbe stato «mal consigliato». «Non so a chi si riferisca - è la replica dell'interessato -. Io non la capisco questa spaccatura. Sono stato candidato, la gente mi ha votato, se il sindaco vede una spaccatura questo è il suo pensiero e glielo lascio».
Gli accordi sulla vice-presidenza? «Non ho accordi, non faccio come altri. Sono disponibilissimo a ricevere candidature valide, di peso».
Ma la scelta sulla vice-presidenza potrebbe aiutare a “ricucire” con gli enti locali? «Sì - risponde Marazzi - ma non necessariamente. E' necessario difendere l'autonomia della Fondazione. Il vice-presidente lo vedremo in accordo con le istituzioni».
LE REAZIONI IN PROVINCIA. La vicenda Fondazione ieri ha infiammato anche il consiglio provinciale che in apertura di seduta ha visto un deciso scambio di battute tra Tommaso Foti (An) e il presidente Gianluigi Boiardi. Quest'ultimo si è difeso dall'accusa rivoltagli dall'avversario politico di «intrusione pesante» nella vicenda dell'elezione del nuovo presidente della Fondazione. «Ma quale candidatura di parte?», ha tuonato Foti, respingendo poi l'argomentazione sulla mancanza di unanimità nella designazione alla presidenza di Marazzi (eletto con 14 voti sui 25 del consiglio generale).
«E' per rilanciare un sistema Piacenza che ho sentito il dovere di scrivere quel documento», ha concluso Gian Luigi Boiardi stigmatizzando poi il passaggio da 4 a 5 consiglieri di Vigevano nel consiglio della Fondazione: sono indubbiamente sovradimensionati».
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