Il 44,7% per il referendum.
I piacentini hanno scelto. Sono state consegnate a Libertà 4.019 schede. Il risultato è chiaro: no all'unione con Parma anche su basi paritarie (solo il 12,3% di voti), sì, con il 44,7%, al referendum per passare in Lombardia. Il quesito sulla deroga come Provincia storica ha ottenuto il 26,3%, la Provincia dell'Emilia solo il 16,7%. Ora tocca al Consiglio Provinciale.
Passi tutto ma non Piacenza con Parma: al "ritorno dal Ducato" si preferisce piuttosto l'ingresso in una maxi provincia che ci unisca a Parma, Reggio Emilia e Modena. Meglio però mantenere Piacenza autonoma (ottenendo una deroga come provincia storica e di confine) e, ancora meglio, ricorrere al referendum per passare in Lombardia.
Sono queste le indicazioni che emergono dal "sondaggio-indagine" di Libertà, Telelibertà e Libertà on line che si è chiuso ieri alle ore 12. Un momento di democrazia ma anche un banco di prova dell'attaccamento dei piacentini al futuro della terra. Sono arrivati, tramite voto elettronico, via fax, per posta e con consegna diretta alla sede di Libertà ben 4.019 schede. Un afflusso che ha registrato un ritmo sempre crescente, soprattutto negli ultimi giorni. Il fax ha trasmesso l'ultimo voto ieri mattina alle 11 e 59 poi è stato staccato. Idem per il web dove dopo una mattinata intensa, a mezzogiorno è stato bloccato il voto elettronico. E anche l'ultima scheda, portata a mano nella sede del nostro quotidiano, è stata accettata alle 12 in punto. Il risultato Sono 1.798 (pari al 44, 7% delle preferenze) i voti che indicano il referendum come via maestra per il futuro di Piacenza. Segue, al secondo posto, la richiesta di chiedere la deroga come provincia storica e di confine (1.057 voti pari al 26,3%). Sono 671 (il 16,7%) i voti per l'opzione "Entrare nella provincia Emilia" con Parma, Reggio Emilia e Modena e si fermano a 493 (12,3%,), fanalino di coda, le preferenze per fare "provincia con Parma su basi paritarie". Dietro al voto Il "sondaggio-indagine" è partito martedì 11 settembre ed è durato sette giorni. La prova di democrazia ha coinvolto in modo trasversale la provincia e tutte le generazioni. A scegliere la "classica" scheda da ritagliare, compilare e spedire, sono stati soprattutto anziani. In particolare negli ultimi due giorni c'è anche chi si è fatto carico di raccogliere il voto nel suo quartiere e di portare nella sede di Libertà i tagliandi che complessivamente hanno raggiunto quota 860. Via fax, opzione scelta in particolare da professionisti, artigiani, commercianti e imprenditori, sono arrivati 454 voti. Nel voto elettronico, 2.705 preferenze, è racchiuso anche il voto dei giovani. Dentro al voto Se andiamo poi a vedere ulteriormente nel dettaglio, il 39,9 per cento delle preferenze arrivate online è per il referendum. Una percentuale che sale al 54,7% se si considera la somma dei voti arrivati con tagliando e via fax. E che tocca, addirittura, il 69,6% se vengono esaminate solo le indicazioni arrivate via fax. E l'ipotesi Piacenza con Parma? La sceglie il 14% di chi ha votato online, il 9,8% di quanti hanno spedito il tagliando e solo il 6,6% di chi ha inviato il fax. Il trend Il risultato finale del "sondaggio-indagine" è quello che è apparso subito nella prima giornata di consultazione popolare. I dati si sono via via confermati e consolidati. Da notare che dopo le prime tre ore di sondaggio l'ipotesi referendum era già al 33 per cento dei consensi e, dopo 9 ore, al 38 per cento. Le soluzioni "provincia autonoma con deroga" e "provincia Emilia" per qualche giorno hanno registrato un testa a testa e poi la prima è prevalsa nettamente sull'altra, attestandosi comunque ad un risultato che è di gran lunga inferiore a quello pro referendum.
da LIBERTA' del 18/09/2012
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