Pressing "Pedemontana"
Pedemontana, una strada in cerca di consenso. Ma questo arriva a chiare lettere solo dalle Autostrade Centropadane.
La Regione pensa al ponte-bis di Po, Comune e Provincia frenano.
Con ordine. Piacenza agguanta posizioni in Emilia Romagna, accorcia le storiche distanze con le altre province: crescono valore aggiunto e reddito, diminuiscono i disoccupati.
E' il rapporto camerale 2007 presentato ieri alla Cappella Ducale.
L'economia tiene, ma il mondo economico piacentino vuole accorciare altre distanze, quelle viabilistiche, per alleggerire Piacenza dall'ondata di traffico autostradale di oltre centomila veicoli e fluidificare il trasporto pesante atteso dal Corridoio 5.
Il convegno sulle infrastrutture nella giornata dell'economia è monopolizzato dal pressing sulla Pedemontana che lega le vallate.
Giuseppe Parenti, presidente camerale, ripropone con tenacia e determinazione un tracciato a quattro corsie per unire Fiorenzuola a Castelsangiovanni, un disegno "largo" a sud della città. Progettare oggi, per avere un'opportunità domani, è il suo slogan: «Infrastrutture ben fatte non deturpano l'ambiente». L'opera, se realizzata in progetto di finanza, potrebbe pagarsi con pedaggi, servendo la logistica. E si vorrebbe vederne inserito il disegno nel piano territoriale (Ptcp).
Ma le cose non sono semplici. Il presidente della Provincia, Gian Luigi Boiardi, come pure il sindaco Roberto Reggi, si interrogano sul tipo di sviluppo desiderato. Boiardi avverte che proprio l'eccellenza del nostro vivere bene va preservata: «Non vogliamo essere territorio d'attraversamento». Invita a passi cauti. L'idea della Provincia, forte degli studi sui flussi di traffico, punta a recuperare tracciati esistenti per spostare il traffico dalla città.
«Perché no?» rilancia invece Francesco Acerbi, direttore di Autostrade Centropadane, alle quali Parenti vuol commissionare il progetto di Pedemontana. Acerbi propone persino un percorso autostradale vero e proprio, più stretto e allungato tra Fiorenzuola e Rottofreno, tale da intercettare il traffico da Torino e Genova a ovest e da Bologna a sud. Oppure si sfrutti la viabilità a nord della Centrale Emilia con due corsie di rinforzo all'attuale bretella, seppur compromettendo ulteriormente il rapporto con il Po.
L'assessore regionale Alfredo Peri (Trasporti) preferisce puntare sulla priorità riconosciuta del ponte-bis sul Po e alla quarta corsia sulla A1 da Piacenza a Modena: «Il vostro territorio ha un pregio particolare e non è infinito, meglio mettere a valore quello che già c'è».
Patrizia Soffientini Libertà del 13/05/2008
Piacenza tiene, c'è ottimismo. E spicca un balzo anche l'imprenditoria al femminile. (pin) Infrastrutture e qualità dell'occupazione: sono le direttrici da perseguire per consolidare i risultati ottenuti, secondo alcuni osservatori privilegiati del territorio piacentino. «I dati presentati - dice l'assessore provinciale al Lavoro Fernando Tribi - confermano le nostre analisi sull'occupazione. Ora non è più procrastinabile il tema della qualità del lavoro, intesa sotto l'aspetto contrattuale, retributiva, e condizioni lavorative. La logistica? Vanno qualificate le funzioni e i ruoli dei lavoratori, il via libera dato dalla Regione ai poli tecnici punta proprio alla qualificazione delle professionalità».
Piacenza già vanta delle eccellenze sul piano della ricerca e della formazione universitaria, ricorda Renzo Marchesi, responsabile della sede piacentina del Politecnico. «Ma abbiamo - sottolinea - bisogno di un forte interessamento del territorio per mettere a disposizione quelle risorse umane che il sistema produttivo ci chiede. Il numero dei nostri laureati in ingegneria non è sufficiente a soddisfare le richieste».
«Bene ha fatto - aggiunge Libero Ranelli, della sede piacentina della Cattolica - il presidente Parenti a parlare delle università come infrastrutture. Le sedi piacentine vanno potenziate: c'è la necessità di avere a disposizione dormitori, collegi, per allargare l'orbita dei futuri studenti non solo al livello nazionale, ma a quello internazionale».
Parla invece di infrastrutture in senso proprio l'immobiliarista Cesare Maggi. «Piacenza non deve diventare succube di Milano, ma mantenere una propria identità - sostiene -, attraverso un miglioramento nei collegamenti, ad esempio con la famosa metropolitana leggera».
Qualità del lavoro è prioritario per Manuela Barbieri, presidente di Unicoop. «La nostra cooperativa vede su 230 lavoratori solo 10 uomini - dice Barbieri -. Per noi quindi è fondamentale aiutare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per le nostre socie, garantendo sempre ottimi standard dei nostri servizi».
Crescono invece le imprese in rosa. «Ma nell'imprenditoria - dice Mariangela Spezia, imprenditrice e membro della giunta di Confindustria -, è meglio non fare discorsi di genere. Contano competenze, capacità e voglia di fare impresa. Ma sono contenta che il nostro presidente nazionale (Emma Marcegaglia, ndr) sia finalmente una donna. L'Italia si è allineata all'Europa».
Reggi: la città punta sul ferro per accorciare le distanze
Il disegno infrastrutturale che ha in mente il sindaco Reggi insiste sulla qualità della vita («i cittadini vogliono muoversi a piedi o in bicicletta, avere buoni servizi sanitari, culturali, e sociali»). E Piacenza, spiega, orienterà gli sforzi ad accorciare le distanze con Milano, anche in vista dell'Expo 2015. Come? Dal 2009 l'Alta Capacità ferroviaria decolla e l'entrata in funzione della nuova linea, potrà liberare le storiche tracce. «Bisognerà investire risorse sul materiale rotabile». Il famoso metro leggero che a cadenza di mezz'ora lega Piacenza con il capoluogo lombardo è un punto d'arrivo per il sindaco. Certo, Milano. Eppure, sostiene Francesco Acerbi, direttore delle Centropadane, la nostra realtà stenta a chiudere il cerchio della mobilità su ferro e gomma. Per non dire del fiume. In un anno Cremona movimenta 400mila tonnellate di merci sul Po, quante ne passano in sei ore sull'autostrada del Sole. Il fiume navigabile però resta un'ipotesi interessante, vista dalla Regione. Va in appalto la gara su Isola Serafini, ma soprattutto l'Arni sarà dotata di una mini-flotta per le imprese che vogliono far trasporto acqueo.
Ieri durante il convegno alla Cappella Ducale, il presidente camerale Giuseppe Parenti ha anche presentato un dossier sulla nostra rete infrastrutturale, intesa in senso lato. Piacenza ha l'indice più alto in regione per la rete autostradale (173), contro valori come quelli di Parma (145) o Reggio Emilia (92), ma è penalizzata in compenso su tante altre strutture. Più bassa per tasso di rete ferroviaria, priva di porti e aeroporti, svetta solo per reti energetiche, mentre presenta la fotografia più scarna su reti telefoniche e telematiche, strutture sanitarie, strutture culturali, reti bancarie e di servizi. Medio-alto invece l'indice di ciclabilità e le Zone 30, che ci vede al sesto posto in Italia, prima di Cremona, Parma e Pavia. p.s.
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