La presunta rivendicazione del rapimento delle due italiane in un forum del sito islamico www.islamic-minbar.com. Simona Pari e Simona Torretta , entrambe di 29 anni, dell'associazione «Un ponte per...» sequestrate nel loro ufficio di Bagdad in pieno giorno da un commando di 20 uomini armati. Le famiglie: «Preoccupati dopo Baldoni». Berlusconi oggi incontra le opposizioni: «si risponde con l'unità del Paese». Gli imam iracheni: «Liberatele». vedi www.corriere.it
Un «Ponte per», l'organizzazione non governativa per la quale lavorano le due donne che sono state rapite a Bagdad, è una associazione di volontariato nata nel 1991 subito dopo la fine dei bombardamenti sull’Iraq. Si legge nel sito: «Con lo scopo di promuovere iniziative di solidarietà in favore della popolazione irachena, colpita dalla guerra e in opposizione all’embargo a cui il paese è stato per lungo tempo sottoposto». Lo scopo sociale della associazione - è scritto nell'indirizzo web dell'associazione - è il contrasto della dominazione dei paesi del nord sul sud del mondo e la prevenzione di nuovi conflitti, in particolare in Medio Oriente, attraverso campagne di sensibilizzazione, incremento degli scambi culturali, delle relazioni di amicizia e della cooperazione allo sviluppo. Un Ponte per… considera indivisibili gli interventi di solidarietà concreta verso le popolazioni colpite, l’impegno "politico" per incidere sulle cause delle guerre e la costruzione di legami tra la società italiana e le società dei paesi in cui opera. Un Ponte per… si considera parte di quel vasto movimento globale per «un altro mondo possibile» che si raccoglie intorno al World Social Forum. In Iraq l’associazione, con il nome di Un ponte per Baghdad, ha realizzato diversi progetti di aiuto nel campo sanitario, della depurazione delle acque e nel campo educativo in collaborazione con la Mezza Luna Rossa Irachena (IRCS), con alcune agenzie dell’ONU e dell’Unione Europea. Il lavoro è stato svolto durante l’intero periodo dell’embargo, con l’organizzazione di numerose delegazioni di osservatori e pacifisti italiani ed internazionali, e durante il periodo dei bombardamenti del 2003, con la realizzazione degli interventi di emergenza nelle aree più duramente colpite dalla guerra.
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