di Giampaolo Pansa, da L'Espresso
Tanti anni fa, le nostre madri ci mettevano in guardia contro le apparenze, avvertendoci: l'abito non fa il monaco! Volevano dire che a contare era la sostanza, e che si poteva essere dei veri signori anche coperti di stracci. Oggi il detto si è rovesciato: l'abito fa davvero il monaco. Anzi, a volte non occorre neppure un vestito: è sufficiente una cravatta. O, meglio ancora, una batteria di cravatte. Di tessuto pregiato, naturalmente. Dai colori sorprendenti. E portate alla sfacciata, ossia lunghe, ben oltre la cinghia dei pantaloni. Avete notato le cravatte di Marco Follini, il segretario dell'Udc? Sono sicuro di sì. Impossibile non vederle nei telegiornali, in queste settimane di caos dentro il centro-destra. Sono assolutamente speciali, il top del top. E sono anche indossate per farle ammirare in televisione. Follini le cambia tre volte al giorno, secondo il succedersi delle fasce orarie dei tigì. Così la sua immagine, almeno per me, è ormai connessa alle super-cravatte che porta. Al punto che, quando l'ho sentito dire: "Un segretario esiste se esistono le sue bandiere", non ho pensato ai principi cardine della politica udicista. Bensì a quei nastroni colorati, che devono anche costargli un occhio della testa.
Bisogna aggiungere che il Follini incravattato ha pure fatto tendenza, almeno nell'Udc. --omissis---
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