Studio dell'Università di Parma
Il 20 febbraio 2002 la Facoltà di Chimica dell'Università di Parma ( a firma del prof.Giovanni Mori, Ordinario di Chimica Analitica al corso di laurea in Scienze Ambientali della stessa Università) risponde al quesito posto dall'Associazione Industriali di Piacenza, in merito all'impatto ambientale in PM10 di una Centrale elettrica della potenza di 640 MW.
Ammettendo che la manutenzione dell'impianto sia in condizioni ottimali, gli oli pesanti utilizzati nella combustione rilasciano 3 grammi/gigajoule di PM10 (secondo i dati riportati dall'EEA, European Environment Agency).
Ammettendo una resa del 30% ed essendo la potenza termica della centrale in esame di 7.560 gigajoule, si ottiene la produzione di PM1O corrispondente a 22,5 kg/ora (tale produzione sale a 150 kg/ora se la manutenzione è di livello medio, e a 300 Kg/ora in caso di cattiva manutenzione).
Dai dati dell'EEA si ottengono le analoghe produzioni per :
- centrale a metano 0,1 grammi/gigajoule ,
pari a 0.8 kg/ora in condizioni di manutenzione ottimali
- auto a benzina 0,15 grammi/gigajoule
pari a 0,3 grammi/ora di PM10
- auto DIESEL 2,3,5 grammi/gigajoule a seconda dello stato di manutenzione pari a 1,2-1,8-3,1 grammi/ora (a seconda dello stato di manutenzione)
Quindi : la centrale elettrica produce in un'ora 22,5 Kg/ora di PM10 pari a 400.000 auto a benzina/ora oppure 90.000 veicoli DIESEL/ora
Tuttavia le quantità di particolato emesse sia dalla centrale che dalle auto, hanno un'incertezza stimabile in un fattore moltiplicativo uguale a 2 : cioè ciascun dato potrebbe essere la metà o il doppio.
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